Palermo Festival – Stadio “Renzo Barbera” – 18 giugno 2022
A distanza di circa mezzo secolo dall’ultima edizione, il Palermo Festival accoglie la richiesta di eventi dal vivo da parte del pubblico siciliano riportando la musica allo Stadio “Renzo Barbera” il 17 e il 18 giugno con una line up che abbraccia diversi generi e generazioni
Il Palermo Festival, coerente con il panorama musicale nazionale contemporaneo, presenta musicisti artisticamente distanti da quelli che avevano calcato il palco durante gli anni ’70. L’evento che ospitò artisti del calibro di Aretha Franklin, Black Sabbath, Arthur Brown e Duke Ellington, oggi apre le porte ai protagonisti della scena rap, trap, rock ed elettronica. Una particolare attenzione è stata dedicata anche ai giovani artisti emergenti del sud Italia che hanno avuto lo spazio adeguato per presentare i loro progetti.
Artisti sul palco principale
- Primo classificato – contest Palermo Festival
- Santamarea
- Eramo nubi & Jackinthebox
- Kilo Kg
- Lo Stato dell’Arte
- Johnny Marsiglia
- Thru Collected
- Nitro
- Alessio Bondì
- The Zen Circus
- Mambolosco
- Noche De Travesura
- Dirt O’Malley
- Mace
Il dj set proposto da Popshock ha contribuito notevolmente al successo della giornata/serata andando a coprire i tempi morti indispensabili per la preparazione del palco tra una performance e l’altra. L’organizzazione impeccabile e la dinamicità dello spettacolo, però, non sono stati sufficienti ad attirare l’attenzione di un pubblico numeroso, ma allo stesso tempo distratto e poco filarmonico. L’ecletticità degli artisti presenti in scaletta ha contribuito ad attrarre un’ampia fascia di spettatori, ma disomogenea e incapace di aprirsi a stili estranei ai propri.
Durante il passaggio dall’esibizione di Nitro a quella di Alessio Bondì avviene un vero e proprio cambio generazionale: un’orda di adolescenti con i brillantini sugli occhi in pieno mood Euphoria, lascia lo spazio sotto il palco a qualche trentenne che si guarda attorno con l’aria smarrita. Un paio di giovani temerari rimangono seduti, attaccati alla transenna, (probabilmente in attesa di Mambolosco) dando le spalle ad artisti rinomati come Bondì e gli Zen Circus.
Tra una discussione sulla situazione sentimentale dell’amico e una partita a Candy Crush, ascoltando “L’anima non conta”, un ragazzo chiede il titolo del pezzo: forse c’è ancora speranza per il rock italiano. Era evidente che il pubblico avesse più voglia di ballare che di ascoltare. Probabilmente la carenza di concerti in Sicilia con il tempo ha fatto sì che venisse a mancare anche la “cultura del live”. La triste sentenza è che la gente purtroppo fatica sempre di più a capire la differenza tra un evento di questo tipo e una serata in discoteca.
a cura di
Lucia Tamburello
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