Flow – Un mondo da salvare: la poesia della natura attraverso gli occhi di un piccolo eroe
Presentato lo scorso anno a Cannes nella sezione Un Certain Regard, Flow – Un mondo da salvare dell’innovativo regista lettone Gints Zilbalodis è un’opera poetica e immersiva, che esplora la forza della natura attraverso gli occhi di un curioso gatto nero, protagonista di un viaggio tra paesaggi onirici e sfide profonde.
Flow – Un mondo da salvare è un’opera animata tanto insolita quanto suggestiva, capace di trasportare lo spettatore in un mondo in cui l’umanità è scomparsa e la natura si sta lentamente riappropriando del proprio spazio. L’aumento vertiginoso del livello dell’acqua ha sommerso ogni cosa: città, case e tracce della civiltà umana si riducono a ruderi colossali e spettrali. In questo scenario post-apocalittico, l’unico protagonista è un curioso e solitario gatto nero, impegnato in una lotta quotidiana per la sopravvivenza.
La sua avventura comincia quando la casa in cui aveva trovato rifugio viene completamente sommersa dall’acqua. Rimasto senza un posto sicuro, il gatto sale a bordo di una barca a vela, inconsapevole che quel piccolo spazio diventerà il centro di un viaggio straordinario.
A bordo non è solo: con lui convivono un gruppo di animali tanto diversi quanto strambi. C’è un labrador esuberante e fin troppo ottimista, un capibara pigro che sembra vivere senza fretta, un lemure dalle mani leste e un debole senso del possesso, e infine un serpentario ferito, il cui comportamento materno ed eroico stupisce per dolcezza.
Questi animali rappresentano un‘umanità perduta, ma mai completamente dimenticata. Il gatto, solitario per natura e diffidente verso il mondo, si trova per la prima volta costretto a convivere e collaborare con gli altri per sopravvivere. L’acqua che circonda la barca non è solo una minaccia concreta, ma un simbolo di qualcosa di più profondo: l’instabilità e la forza inarrestabile del cambiamento.
Per il piccolo protagonista, affrontare la paura dell’acqua sarà solo una delle tante sfide. Imparare a fidarsi dei suoi compagni e accettare le differenze si rivelerà la battaglia più ardua, ma anche la più significativa.
Una poesia visiva in lunghi piani sequenza
Flow è un film dal taglio quasi poetico, in cui la regia si prende tutto il tempo necessario per accompagnare lo spettatore all’interno di questo mondo sommerso e silenzioso. La macchina da presa si muove con dolcezza, prediligendo lunghi piani sequenza che seguono il gatto nero nei suoi spostamenti e nelle sue piccole avventure. L’occhio della telecamera si abbassa al livello del protagonista, diventando un punto di vista privilegiato che avvolge lo spettatore in una vera e propria esperienza immersiva.
Questa scelta visiva è perfettamente funzionale alla narrazione: il mondo appare immenso, quasi travolgente, proprio come può percepirlo un piccolo felino. Le immagini raccontano più delle inesistenti parole, lasciando che sia il movimento degli animali, il paesaggio e la colonna sonora a guidare l’emozione dello spettatore. La mancanza di dialoghi, infatti, obbliga a concentrarsi sulla fisicità dei protagonisti e sull’eleganza nevrotica dei movimenti di macchina.
Flow e il suo stile grezzo ma suggestivo
Dal punto di vista visivo, Flow si distingue soprattutto per la sua estetica. I paesaggi, curatissimi e ricchi di dettagli, sembrano usciti da un sogno: un luogo senza coordinate precise, sospeso tra realtà e immaginazione. Non esistono riferimenti geografici o temporali chiari; si ha la sensazione di trovarsi in un mondo lontano eppure familiare, dove la natura ha vinto e l’umanità è solo un ricordo lontano.
Al contrario, i personaggi animali sono realizzati con un tratto volutamente più grezzo, lontano dalle pretese iperrealistiche di molta animazione contemporanea. Questa ruvidezza, però, è una scelta precisa: offre allo spettatore lo spazio per proiettare emozioni e idee personali su quei tratti appena accennati. Come sottolineato dallo stesso regista, sono le sensazioni dello spettatore a completare l’opera. In particolare, spiccano le minuziose animazioni degli occhi degli animali, che partecipano attivamente alla caratterizzazione dei personaggi.
Ognuno di loro assume tratti tipicamente umani, pur mantenendo un comportamento realistico. Il gatto è schivo ma curioso, il capibara trasmette pace e lentezza, mentre il lemure è frenetico e ossessionato dalla raccolta di oggetti inutili. Il labrador incarna l’ottimismo ingenuo e fedele, mentre il serpentario si distingue per il coraggio e la dolcezza di chi protegge gli altri.
Temi universali: natura, cambiamento e caparbietà
Il film riesce, con delicatezza, a toccare temi importanti e attuali. Sullo sfondo delle avventure dei protagonisti, il cambiamento climatico è un elemento evidente: l’acqua, la pioggia e la distruzione sono costanti, ricordando a chi guarda la forza incontrollabile della natura. Eppure, Flow non si sofferma su un messaggio apocalittico, quanto piuttosto su un invito a riflettere sulla capacità di adattamento, di solidarietà e sulla bellezza della vita anche nelle situazioni più difficili.
L’acqua, elemento inarrestabile, diventa metafora del mutamento: il piccolo gatto nero all’inizio lotta con tutte le sue forze per superare gli ostacoli, quasi ribellandosi a un destino che sembra troppo grande per lui. Ma nel corso della storia, grazie alla convivenza con i suoi compagni di viaggio, impara ad accettare il flusso della vita: tutto muta, si ferma e riparte, e l’unica cosa che possiamo fare è adattarci, fluendo insieme a ciò che ci circonda.
Un film che emoziona e fa riflettere
Flow – Un mondo da salvare colpisce dritto al cuore per la sua semplicità e per la potenza dei suoi messaggi. Nonostante l’assenza della parola e un ritmo volutamente lento, il film riesce a costruire un’esperienza coinvolgente ed emozionante. La musica, che accompagna con delicatezza l’evolversi delle sequenze, “sostiene” le emozioni dei personaggi e dello spettatore stesso, crescendo di intensità insieme alla narrazione.
La storia del piccolo gatto nero diventa, così, un viaggio universale: un inno alla resilienza, alla gentilezza e alla capacità di riscoprire un senso di comunità anche in un mondo ostile e in continuo cambiamento. Attraverso gli occhi del determinato e altruista felino, impariamo che, nonostante la natura possa sembrare feroce e imprevedibile, c’è sempre spazio per l’amore, per il coraggio e per la speranza.
Un film che invita a fermarsi, osservare e fluire, proprio come il suo protagonista: un piccolo eroe che, con pazienza e tenacia, affronta un mondo che cambia, mostrando che anche le più grandi difficoltà possono essere superate quando si sceglie di non arrendersi.
a cura di
Noemi Didonna
Seguici anche su Instagram!