Francesco Anselmo: “Pluriball racconta l’incertezza della generazione dei precari”

Francesco Anselmo: “Pluriball racconta l’incertezza della generazione dei precari”
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Il 21 gennaio è uscito “Pluriball”, il secondo album di Francesco Anselmo, cantautore sicialiano reduce dal successo del suo primo disco del 2018.

Il primo disco d’esordio

Prima di “Pluriball” c’è stato “Il gioco della sorte” che è stato il primo album del cantautore siciliano, un progetto che gli ha fatto ottenere un grande riconoscimento: essere eletto fra i cinque album più belli del 2018, selezionandolo fra i finalisti delle Targhe Tenco 2018 nella categoria Miglior opera prima.

Il secondo disco: Pluriball

Pluriball è frutto delle influenze cantautoriali con sonorità elettroniche del momento. Un album che racconta l’incertezza delle ultime generazioni e come queste si adattano ai cambiamenti e alle continue instabilità.

La Tracklist di “Pluriball” – Francesco Anselmi

Incuriositi dal suo progetto musicale e non solo lo abbiamo intervistato…

Ciao Francesco, benvenuto su The Soundcheck! Il 21 gennaio è uscito il tuo secondo album “Pluriball”, com’è nato? E da cosa nasce il nome Pluriball”?

Ciao e grazie. “Pluriball” è un disco che racchiude i miei ultimi due anni. È nato mentre pensavo alla mia generazione e alla grande forza che utilizza per affrontare l’incertezza; quell’incertezza diventata parte integrante della vita dei “figli degli anni ’90” (e non solo). Dietro al nome del disco c’è il fatto che io stesso ho saputo recentemente che quel materiale che per me è sempre stato “le cose che scoppiano”, in realtà si chiama “Pluriball”. Si tratta di un oggetto che utilizziamo così spesso per proteggere i nostri ricordi che ho pensato di provare a scriverci una canzone. Successivamente mi sono reso conto che potevo continuare a raccontare di argomenti simili e raccoglierli sotto lo stesso titolo.

Il file rouge dell’album è l’incertezza in cui vive la nostra generazione, fatta di precariato, di continui spostamenti e in noi vive sempre sia la speranza di trovare una sorta di stabilità e allo stesso tempo la resilienza, ovvero la forza di non mollare mai e di andare avanti. La tua riflessione si allarga anche alla sfera amorosa però vorrei soffermarmi con te su quella sociale e con la pandemia l’incertezza di cui parli è peggiorata ancora di più, questa problematica la si percepisce in ogni singolo dell’album: come la vivi questa condizione e cosa pensi che si possa risolvere questa situazione sia da parte nostra che da parte dello Stato?

Questa condizione di incertezza di cui parlo, che esisteva anche prima degli ultimi due anni, ci porta tutti a vivere in maniera più dinamica probabilmente. E in effetti forse questa è la salvezza: la resistenza delle nuove generazioni, la duttilità, il grande spirito reattivo e di adattamento sono le armi che abbiamo a disposizione e la soluzione a queste condizioni. Lo Stato dal canto suo dovrebbe proteggere il più possibile queste forme di resistenza emotiva, cercando di tenersi strette queste generazioni incentivandole a rimanere.

Lo dici veramente” il singolo apri pista dell’album è stato pubblicato nel 2020 in pieno primo lockdown, lo avevi scritto in quel periodo o precedentemente? E cosa ha rappresentato la pubblicazione del singolo proprio in quel periodo storico così imprevedibile e tragico?

È un brano che ho scritto prima di tutto il periodo pandemico. È stato pubblicato nel Gennaio del 2020 e ovviamente non mi aspettavo che potesse succedere tutto ciò che sappiamo molto bene. Devo dire che la promozione di un singolo in quel contesto è stata alquanto surreale, anche perché è mancata tutta la parte live di interviste, piccoli show-case. Nello stesso tempo però ho avuto la possibilità di riflettere ancora di più alle altre canzoni che poi hanno dato vita all’intero disco.

In Arredamenti, un altro singolo di Pluriball  il ritornello recita:

“è troppo tempo che ti aspetto ancora anche se sai che sono un pendolare quindi so aspettare , sono tanti anni ormai che chiudo gli occhi e vedo sempre il mare e vorrei essere il tuo pescatore e rompere la rete per poterti liberare”

Che rapporto hai con le attese ? Cos’è per te libertà?

Le attese ormai fanno parte di me, essere stato pendolare per anni (già dai tempi del liceo) mi ha avviato a questo “mondo” già tempo fa.

Penso che il concetto di libertà sia molto legato ad altri concetti: sicuramente a quello di resistenza, non a caso quest’ultima è una delle armi di cui dispone la mia generazione per fronteggiare quell’incertezza di cui abbiamo tanto parlato. Ma la libertà credo si leghi molto anche alla curiosità, avere la voglia di sapere è forse uno degli atti più liberi per una persona.

Te sei anche cantautore e quindi ti chiedo quali cantautori ti hanno influenzato a livello musicale e che ti hanno accompagnato nel corso della tua vita? Con chi ti sarebbe piaciuto fare un featuring con le icone del panorama musicale del passato, e tra quelli attuali con chi?

Uno su tutti è stato Franco Battiato. La cosa più incredibile è che per me rappresenta una scoperta continua, riesco a trovare ancora adesso nella sua musica tante tante novità. Credo sia stato uno degli artisti più raffinati. Ma più in generale, tutta la canzone d’autore italiana, in qualche modo ha accompagnato la mia vita, anche se a braccetto con musica non italiana a volte diametralmente opposta.
Sul featuring con artisti del passato ovviamente direi Battiato, tra gli artisti attuali direi un’altra grande artista di grande raffinatezza: Cristina Donà.

Sei profondamente legato alla tua terra e alla musica popolare e questo qualche anno fa ti spinge a fondare l’orchestra siciliana Treis Akria, di cui sei voce e chitarra poi inizi a lavorare da solista vincendo “Festival della Canzone Popolare D’autore” – Premio Giorgio Nataletti 2017, e realizzando diversi tour in giro per l’Italia, durante i quali hai avuto anche l’occasione di aprire le date di Nino Frassica al Teatro di Verdura di Palermo e  i concerti di artisti come Max Gazzè e Bandabardò.
Com’è nato il tutto? Che emozione e che esperienze sono state?

La musica popolare ha segnato ed influenzato il mio mondo musicale. Da piccolo ho suonato in diversi gruppi folkloristici ed è un ricordo che custodisco con grande piacere. Sono convinto che la memoria storica tramandata con la canzone popolare nel tempo diventa memoria storica di un territorio e la musica rappresenta un mezzo fondamentale affinché ciò avvenga.
Le aperture ai concerti di artisti come Max Gazzè, Bandabardò, Nino Frassica, sono state delle esperienze che ricorderò sempre con grandissimo orgoglio. Aprire questo tipo di eventi ha sempre un piccolo margine di rischio per il fatto che il pubblico è lì per l’artista per cui ha pagato il biglietto, tuttavia devo dire che in tutti i casi ho ricevuto una bellissima accoglienza e mi sono sempre sentito a mio agio.

Cosa pensi della musica attuale? Hai mai pensato in passato di partecipare a un talent? E cosa pensi in generale di questi programmi che sono “vetrina” per molti giovani?

La musica attuale penso che stia dividendo il settore discografico tra quegli artisti che producono  canzoni e album per ottenere ascolti attraverso le piattaforme di streaming e chi invece produce per organizzare tour e concerti dal vivo. Senza nessun pregiudizio personale, io sono per presentare dal vivo i propri progetti musicali; è ovvio poi che le piattaforme digitali di streaming siano un ottimo mezzo per poter fare arrivare la propria musica dappertutto.

Al momento non ho mai pensato di partecipare ad un talent perché sto concentrandomi molto sulla scrittura delle mie canzoni e come sappiamo in quei programmi viene dato principalmente spazio a cover. In tutta onestà non amo il modo in cui sono stati pensati e concepiti, penso però che se utilizzata bene, la partecipazione ad uno di questi talent, possa essere utile a determinate tipologie di carriere musicali.

Purtroppo il periodo storico è  quello che è, infatti hai dovuto rinviare l’ evento del 29 dicembre ma una volta ristabilita questa emergenza, cosa c’è in cantiere? Hai in mente un instore e/o dei live?

Ci sarà un tour per poter finalmente suonare dal vivo le canzoni di questo album. La prima data è il 18 Febbraio a Roma all’Asino che vola in full band. Dalla primavera poi suonerò in giro per l’Italia e questa volta più che mai davvero non vedo l’ora!

Grazie Francesco!

Ad Maiora!

a cura di
Francesca Cenani

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Francesca Cenani

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