Il risveglio missilistico della Corea del Nord
Ultimamente la Corea del Nord sta testando dei missili con una frequenza inusuale, nonostante le limitazioni imposte dall’ONU. Solo nelle ultime due settimane sono partiti quattro missili da un treno, da terra e da un sottomarino
La Corea del Nord stamattina ha optato per un risveglio diverso: la prova del lancio del missile probabilmente più potente dal 2017. È la sesta dimostrazione di forza che compie in quest’anno appena iniziato e non a caso è ravvicinato a due importanti eventi: le Olimpiadi in Cina e le elezioni di marzo del nuovo presidente della Corea del Sud.
La situazione attuale
Il missile in questione è nella categoria di medio raggio, più precisamente classificato Intermediate Range Ballistic Missile (IRBM) . Secondo i governi giapponese e sudcoreano esso avrebbe raggiunto un’altezza di 2.000 km e un raggio di 800 km in 30 minuti per poi cadere nel Mar del Giappone.
Kim Jong-un, il Leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea, giustifica queste prove affermando di voler solo testare l’efficienza della sua tecnologia. In realtà potrebbero esserci anche delle motivazioni politiche; infatti queste azioni potrebbero essere interpretate come un atto di pressione verso gli USA e quindi su Biden per quanto riguarda le sanzioni imposte alla Corea del Nord per le armi nucleari e il disarmo.
In realtà il presidente degli Stati Uniti si dichiara aperto a un eventuale negoziato con il paese asiatico. L’ostacolo risiede nei presupposti per l’inizio della trattativa: la denuclearizzazione del paese.
Dopo questo importante step, gli USA potrebbero considerare il ritiro delle sanzioni che, insieme agli effetti della pandemia, stanno contribuendo al peggioramento delle condizioni economiche e sociali del paese, che sono già disastrose per i cittadini. Il Leader difficilmente potrà accettare questa proposta, rinunciando invece ai progressi che la tecnologia nordcoreana ha compiuto in questi anni, sviluppando dei missili in grado di trasportare testate nucleari.
I precedenti
Nel 2017 la Corea del Nord testò numerosi missili balistici, due dei quali superarono il Giappone e altri tre che avrebbero avuto la capacità di raggiungere gli Stati Uniti. Uno di questi era il missile Hwasong-14 con una capacità di raggio tra 8.000 km e 10.000 km.
Successivamente Kin Jong-un si auto impose una moratoria sui missili a lungo raggio per favorire un dialogo con Trump. Questa azione strategica non andò a buon fine tant’è che le trattative tra i due paesi si arenarono. Conseguentemente nel 2019 si ritenne ormai non più legato a questo vincolo e da qui scaturirono le sanzioni statunitensi.
Nel 2020 la Corea del Nord presentò un nuovo missile balistico. Esso riesce a portare più testate nucleari arrivando ovunque negli Stati Uniti. L’anno successivo il paese presentò un altro missile balistico: questo poteva essere lanciato da un sottomarino. Perciò molti ritengono che possa essere l’arma più potente del mondo.
Tutto questo in contrasto alle diverse risoluzioni adottate dall’ONU negli anni; il leader si giustifica affermando che la Corea del Nord dispone di quelle armi per la difesa nazionale.
a cura di
Alice di Domenico