Un viaggio alla scoperta dell’impressionismo e delle sue variazioni
Impressionisti e la Parigi fin de siècle è una mostra di studio e di ricerca, che serve a capire cosa c’è dietro l’Impressionismo, senza effetti speciali e con grandi capolavori che vengono dai musei francesi e che sono, evidentemente, il riferimento inevitabile per chiunque voglia conoscere l’Impressionismo.
Vittorio Sgarbi, curatore dell’esposizione aperta sabato 23 a Napoli nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, ne parla in questi termini, aggiungendo che “sarà utile venire a vederla per capire il percorso che hanno fatto i pittori per diventare gli impressionisti che conosciamo”.
La rassegna, prodotta da Navigare Srl in collaborazione con Polo Culturale Pietrasanta e Lapis Museum e patrocinata da Regione Campania e Città di Napoli, è un’esposizione dal carattere antologico; un omaggio al rivoluzionario movimento artistico francese nato 150 anni fa.
Tra le opere più significative presenti in mostra, per avere un’idea chiara del movimento impressionista, possiamo individuare qui quelle di Degas, significative e degne di essere guardate con attenzione”
Vittorio Sgarbi
Le 69 opere esposte, realizzate da 40 artisti prevalentemente francesi, sono suddivise in 3 sezioni, secondo gli allestimenti voluti dal co-curatore Stefano Oliviero. La mostra traccia la storia delle origini e le evoluzioni dell’Impressionismo sullo sfondo della Parigi di fine secolo, vivace e luminosa protagonista di epocali cambiamenti.
Le tre sezioni della mostra
La prima sezione, intitolata La rivoluzione realista e l’École de Barbizon. La strada verso l’Impressionismo vede la presenza di 18 opere, per lo più dipinti a olio e acqueforti. I dipinti vennero realizzati da artisti della Scuola di Barbizon, tra cui Corot, Delacroix, Rousseau, Millet, Courbet e Lecomte. Si tratta di pittori dediti alla pittura paesaggistica e realistica, punti di riferimento per gli Impressionisti.
Con la seconda sezione, intitolata La conquista degli Impressionisti, la mostra entra nel vivo della storia del nuovo movimento artistico grazie a 45 opere di 21 artisti, ispirati dalla scuola di Barbizon ma capaci di elaborare nuove forme espressive rivoluzionarie, molto distanti dall’accademismo fino ad allora imperante. Le opere qui presenti sono soprattutto incisioni e disegni, che mettono in luce i lavori di studio e di preparazione per opere di grandi artisti come, tra gli altri, Cézanne, Manet, Boudin, Degas, Renoir, Forain, Guillaumin, Monet e Mary Cassat, pittrice americana, una delle poche donne ammesse al consesso maschile dell’arte dell’epoca. ù
La terza sezione Dopo la conquista: l’arte non è solo riproduzione ospita 6 opere del periodo post-impressionista. Le opere in questione sono state realizzate dall’artista svizzero-francese Jeanniot, dal delicato paesaggista Firmin-Girard, dal pittore e incisore svizzero Ranft il cui dipinto “Ladies in café” è stato scelto come immagine simbolo dell’esposizione, fino a lambire la pittura Nabis, con Bonnard e Denis. A completare l’esposizione è un’area multimediale attrezzata con postazioni dotate di Oculus 3D.
L’École de Barbizon
ll termine scuola di Barbizon, o Barbisonniers, fa riferimento a un gruppo di pittori collegati alla località di Barbizon in Francia, non lontana dalla foresta di Fontainebleau. Si tratta di una corrente del realismo, i cui esponenti erano soliti incontrarsi nella sopracitata area francese, soprattutto nel periodo che va dal il 1830 al 1870. Questi artisti condividevano il gusto per tendenze raffinate connesse al romanticismo. La natura tuttavia non era idealizzata, ma vista come una fonte di ispirazione in grado di trasmettere genuinità.
Personaggio chiave di questo movimento fu John Constable, che già dai dipinti in mostra nel 1824 a Parigi, dimostrò maestria nell’arte di rappresentare paesaggi reali paesaggi campestri e rurali. Si deve invece a Jean-François Millet l’inserimento di personaggi di bassa condizione sociale nelle raffigurazioni paesaggistiche.
Tra le più grandi esposizioni della corrente è possibile citare quella del 1848, nella quale Paul Durand-Ruel espose trecento paesaggi dei pittori della Scuola di Barbizon.
La pittura Nabis
La pittura Nabis, soggetto della terza e ultima sezione dell’esposizione, è anche in questo caso legata a un gruppo di artisti francesi, ma parigini. Storicamente collocabili alla fine del diciannovesimo secolo, il gruppo di artisti aspirava a portare innovazione nella pittura. Principalmente il cambiamento riguardò il colore, utilizzato in maniera evocativa, talvolta per suscitare emozioni.
Gli esponenti di quest’avanguardia desideravano andare oltre il realismo impressionista. Infatti, sebbene le opere trattino temi legati alla quotidianità, caratteristiche come la bidimensionalità delle figure semplificate e la presenza del simbolismo le allontanano completamente dall’approccio realistico.
I soggetti dell’arte Nabis erano molteplici; da paesaggi, a nudi femminili , o come nel dipinto sottostante il ritratto di una donna in un momento di quotidianità. In The Checkered Blouse è possibile osservare come il pittore abbia scelto di utilizzare colori sgargianti come il giallo e il rosso, caratteristica apprezzata da questa corrente. Sempre guardando il vestiario della donna, è possibile notare come la camicia presenti una fantasia a quadri. Quest’ultima era proprio una peculiarità degli artisti Nabis: l’inserimento di forme geometriche e linee nette all’interno dei loro quadri.
a cura di
Eleonora Maria Cavazzana
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