Elaborare il lutto con “Quanti”, il nuovo album di Nevica

Elaborare il lutto con “Quanti”, il nuovo album di Nevica
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La morte e l’elaborazione del lutto sono i temi centrali del nuovo album del cantautore Gianluca Lo Presti in arte Nevica intitolato “Quanti”.

Il disco affronta il distacco emotivo dalla figura paterna. Come per l’Ep “Frammenti del mio Io” sono stati utilizzati dei vecchi nastri in cui il genitore dell’artista ha registrato spezzoni di vita quotidiana e di dialoghi con il figlio. Scritto già durante la stesura di “Dentro la tempesta”, l’album ci mostra il lato più intimo e profondo dell’artista che fa l’ultima dedica a chi ha sempre aiutato e sostenuto il suo cammino artistico

Per quanto il tema trattato possa sembrare cupo e macabro, si basa in realtà sulla possibilità che la morte sia soltanto una trasformazione della materia in energia. Questa energia può tradursi in musica grazie a “Quanti” che rende indelebili i ricordi esorcizzando il dolore. Perciò, il lavoro si presenta calmo e placido. Viene chiusa così la “trilogia dell’anima”, come la chiama l’artista, composta già da “Sputnik” e “Tengo” i suoi album precedenti.

Sono state tolte quasi tutte le parti ritmiche, per questo le atmosfere dell’album sono ariose e rilassate. I suoni lasciano spazio alle parole del padre. Autoprodotto e mixato dallo stesso Nevica, “Quanti”, è composto da una serie di ballad caratterizzate da un’estrema tranquillità. Fa eccezioni il brano “Bon continuo” in cui i suoni diventano più distorti e incalzanti. Sono state utilizzate le stesse voci presenti nell’Ep pubblicato nel 1997.

Un piatto solo

Il disco si apre con “Un piatto solo”, una vera e propria dichiarazione di intenti. Il brano presenta il concept dell’album. Rappresenta lo stravolgimento della quotidianità dopo la perdita di un caro. Nonostante la consapevolezza della morte, il cervello rimane dipendente da gesti, come quello di apparecchiare, legati alla presenza di quella persona.

Aperture

“Aperture”, che ha anticipato l’uscita dell’album, rappresenta la rassegnazione. La morte non viene più trattata come la tragica fine di una vita umana, ma come un normale passaggio di consegne. Il padre lascia il testimone al figlio che lo accetta con somma responsabilità. Con una lacrima in cui “c’è tutto l’immenso che lascia di sé” viene delegata la vita.

Quanti

Segue la title track che lascia spazio ad una riflessione sulla spiritualità. La dedizione al presente diventa funzionale per rimanere attaccati alla vita. Il corpo dei viventi diventa strumento per le volontà del caro defunto. Le canzoni composte dal figlio danno continuità alle idee del padre. La morte e la vita diventano unicamente due facce dell’esistenza stessa.

Buon continuo

Il quarto brano del disco è “Buon continuo” caratterizzato da un dialogo tra due ex amanti. L’augurio ripetuto da “lei” si trasforma in minaccia e castigo per il protagonista maschile. Il partner, la voce narrante, rimarca la freddezza e il distacco della donna.

I Klaus

Uno tra i brani più sentiti e sofferti è sicuramente “I Klaus” in cui è centrale la registrazione del racconto della fiaba “Il piccolo Klaus e il grande Klaus”. Il frame di infanzia viene interrotto dalle parole di Nevica che racconta, ancora una volta, il dramma del lutto.

Non so chi sei

Il brano più enigmatico ed ermetico è sicuramente “Non so chi sei”, il secondo singolo ad aver anticipato l’album. I ricordi di incontri passati si uniscono agli incontri del presente. Uno di questi riguarda le parti femminili e maschili che albergano dentro di noi e che molte volte si scontrano, ma senza mai arrivare ad una reale vittoria o sconfitta. Anche in questo caso, viene inserita una registrazione del padre dell’artista in cui saluta il figlio prima di partire per Bagdad.

Cover

L’album si conclude con un omaggio ai Nine Inch Nails con Sara Ardizzoni in arte Dagger Moth. Il produttore ha rielaborato “The Fragile” in italiano adattandolo al tema centrale del suo lavoro. “I can’t watch her slip away” si trasforma in “è tempo di lasciarti andare”. Il famoso brano che parla di fragilità e insicurezza diventa una cover che tratta dell’abbandono e della vita di chi rimane dopo la morte di un caro.

“Quanti” affronta la morte in maniera stoica. La rassegnazione, il coraggio e il senso di responsabilità diventano gli unici strumenti per affrontare il lutto. Nevica ci dona la ricetta per andare avanti “lasciando scivolare chi non si attacca più” tramite atmosfere musicali che aiutano la riflessione e la contemplazione. Non è certamente un album che lascia inalterate le emozioni degli ascoltatori.

a cura di
Lucia Tamburello

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