Saverio Grandi ci presenta “Segnali Di Fumo”
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Saverio Grandi, paroliere, compositore e cantautore di molti brani importanti del panorama musicale italiano. È uscito da poco il suo terzo album “Segnali Di Fumo” e per l’occasione gli abbiamo posto qualche domanda.
Saverio Grandi è autore di molte canzoni di successo nel panorama del pop italiano. Ha firmato brani per Vasco, Mengoni, Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Mango, Eros Ramazzotti e tanti altri. È produttore degli Stadio e ha ricevuto diversi riconoscimenti, oltre che canzoni composte da lui hanno vinto due edizioni sia di XFactor che di Amici.
È uscito da poco il suo nuovo album “Segnali Di Fumo“, un album autobiografico dove Grandi si racconta dopo 10 anni dall’ultimo lavoro. Abbiamo colto l’opportunità per chiedergli qualcosa in più sulla nuova opera e non solo.
Ciao Saverio, ogni tanto esci dalla tua zona di comfort di autore e ti butti nella creazione di un lavoro da interprete protagonista. Sono passati 11 anni dall’ultimo album, da dove nascita questa necessità di “emergere” ogni tanto?
Ciao Luca, dal fatto che ogni tanto mi ritrovo ad avere diversi brani autobiografici, troppo personali per essere cantati da qualcuno che non sono io. A quel punto scatta l’idea dell’album. Ne ho pubblicati tre in 20 anni, non sono certo uno che ha ingolfato il mercato o che ha dato una mano alla diffusione dello streaming.
Prima di lanciarci nelle domande sull’album, avendo visto la tua lunga attività musicale e le molteplici collaborazioni di livello, quale ritieni il progetto più riuscito o comunque quello a cui tieni di più/ti ha cambiato la vita?
Collaborare con Vasco e Curreri alla scrittura di “Un Senso”. È un brano speciale incluso in un disco speciale, che ha venduto 1.500.000 copie fisiche. 2 dischi di diamante e 4 d’oro. Poi il brano ha vinto anche il Nastro D’argento come migliore canzone originale inclusa in “Non Ti Muovere” di Castellitto dal libro di sua moglie, Margaret Mazzantini. Meglio di così…
Aprendo l’album per approcciarmi all’ascolto, la cover mi ha colpito molto, come mai questo paesaggio della Monument Valley? Associato al titolo “Segnali di Fumo” uno al primo approccio potrebbe quasi aspettarsi della musica country, e poi invece, cosa ti ha spinto a queste scelte?
La musica country mi piace molto, ma il mio è un disco pop, con un po’ di elettronica e di chitarre folk. Sono figlio degli anni ’80 come ascolti, e ovviamente dei cantautori. La cover è un omaggio a Sergio Leone e al suo cinema.
Le sonorità dell’album mi ricordano molto quelle del pop italiano a inizio anni 2000, ti senti molto legato a quel periodo? Ti senti influenzato dal panorama musicale italiano di oggi?
Mah, sinceramente non ricordo niente di così bello dopo il 2000, le robe migliori restano quelli degli anni ’70 e ’80. Il panorama musicale italiano di oggi a parte alcune eccezioni mi lascia indifferente. I testi sembrano parole a caso, le voci sono così reverberate che si capisce poco. Trovo il tutto al passo con i tempi, è musica carina da consumare in fretta, credo resterà ben poco di questi ultimi 10 anni musicali.
“A Mio Padre” è il brano più intimo ed emozionante dell’album, devo confessarti che mi ci rivedo in diverse parti, che cosa ti ha portato a scrivere questa canzone? Aver creato una sorta di canzone macchina del tempo, così da poter ripercorrere i ricordi con tuo padre attraverso questo brano, o una lettera che vorresti ascoltasse per regalargli confessioni mai fatte?
Ho fatto diversi sbagli con mio padre, e ho avuto tutto il tempo per chiarirmi con lui, e non ho mosso un dito. Ora purtroppo è tardi. La canzone è una sorta di lettera, magari la legge anche da dove sta adesso, spero sia in un posto bello.
Vedendo la cadenza dei tuoi lavori, pensi che il prossimo progetto uscirà così avanti nel tempo, o pensi di non aver esaurito tutto e che ci sarà presto ancora posto per altro da comunicare?
Sinceramente non so, come dicevo sopra pubblico un disco quando ho cose personali da raccontare, lo streaming non mi appassiona, è roba liquida, a meno che non pubblichi per il mondo è come non pubblicare. Vorrei fare anche cose diverse dalla musica, non sono più un ragazzino, e per citare uno bravo “non ho più tempo da perdere nel fare cose che non va di fare”. Quindi…vedremo!
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a cura di
Luca Montanari
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