Nera Smith si racconta tra l’elettronica e l’indie

Nera Smith si racconta tra l’elettronica e l’indie
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Nato da un’irrefrenabile desiderio di evasione tanto artistica quanto interiore, “Fuori” è il singolo d’esordio di Nera Smith.

Uscito il 28 ottobre, “Fuori”, il singolo di esordio di Nera Smith, rompe gli schemi delle monotonie e delle incertezze tramite una sonorità che spazia dall’indie al rock alternativo.

Saverio Tomasi, in arte Nera Smith, è un cantautore della provincia di Taranto. Si avvicina alla musica tra i banchi di scuola attraverso i musical, le prime band e le esibizioni ai raduni scolastici.

Classe ’98, a soli 16 anni si avvia verso la produzione musicale, pubblicando due singoli in lingua inglese, nei quali emerge la sua chiara passione per l’elettronica e il rock. Quando nel 2020 firma un contratto con la Fragola Dischi, da vita a quello che sarà il progetto musicale che lo ha portato fino a qui, Nera Smith.

Nera Smith
Ciao Saverio! Benvenuto su The Soundcheck. Iniziamo dal tuo percorso artistico, da dove nasce questo nome?

Ciao, piacere mio. Wow!  Ero steso sul letto della mia camera a Parigi, quando ebbi quel flash. Ne provavo tanti di nomi, ma nulla mi si addiceva. Nera Smith è stato un abbaglio di quelli che dopo averlo pronunciato dici: “cazzo come suona bene”. Ma non fu il caso a regalarmelo. In quel periodo ascoltavo molto i Cure, gli Smiths e un album in particolare dei Depeche Mode: Black Celebration. Tradotto in italiano vuol dire “Celebrazione Oscura”, una festa nera, dark o cupa. Ed ecco il perché di NERA nel mio nome. Rispecchia il mood dietro le mie canzoni.

Il tuo background musicale si basa principalmente su influenze New Wave ’80 o ti piace spaziare fra i diversi generi? Con quali ascolti sei cresciuto? 

Tempo fa se avessi portato una demo in studio sarebbe sembrata uscita dagli anni ’80. Ciò può piacere se scegli un target più adulto. Ma siamo nel 2021 e per fortuna il mio produttore, Donato Maiuri, riesce sempre a rinfrescare quelle sonorità. Ascolto molta musica, dai Joy Division ai Rolling Stones, fino a Madame. Ma l’elemento principale che mi manda fuori è l’elettronica nuda e cruda, come quella dei Depeche Mode. Non nascondo che la mia costante ricerca è quella di realizzare qualcosa che abbia l’influenza di tutti questi artisti. E non parlo solo a livello di sonorità, ma anche a livello di live. 

Arriviamo al tuo primo singolo, “Fuori”, nato da un desiderio di evasione. Ti andrebbe ti parlarcene? 

“Fuori” è semplicemente l’accostamento di due elementi alla parola mancanza: empatia e affetto. Ingredienti indispensabili per stare bene con se stessi e con chi si ha accanto. “Fuori” è sicuramente molto, o forse troppo, introspettiva da poter spiegare.

Ma è chiaro che il suo significato assume altre forme più decifrabili. Nascere in luoghi in cui è difficilissimo emergere o realizzarsi, è pane quotidiano per chi vuole vivere da artista. Evadere, provare il nuovo, sembrano cliché ormai, ma sono istinti animali che non puoi fare a meno di ascoltare. Devi decidere se fare un salto di qualità su te stesso e ciò che ti circonda, o lasciare che qualcos’altro respiri per te.

Quanto è importante la musica nella tua vita? Cosa ti ispira realmente e quali sono i tuoi sogni per il futuro?

Se vivessi di musica realizzerei il sogno di quel bambino chiuso nella sua camera che esegue ogni nota e passo dei suoi artisti preferiti in DVD. Scrivere, esprimermi e sedurre dal palco sono la chiave della mia libertà. Credo sia il mio unico modo per sopravvivere, per uscirne fuori.

Ultima domanda, Nera Smith ultimamente è in fissa con…? Grazie per aver risposto alle nostre domande!

“Blu Celeste” di Blanco e “Future Past” dei Duran Duran. Ma aspetto Vasco e Dave Gahan a novembre.

Grazie a voi di The Soundcheck per questa intervista.

Ascolta “Fuori” su Spotify!

a cura di
Sara Alice Ceccarelli

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Giulia Focaccia

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