Intervista a Ditta Marinelli, la “fabbrica dei sogni”
Ditta Marinelli è un duo romano formato da Alessandro Marino e Fabrizio Belli. Dal 2 luglio è disponibile in radio e in digitale “Parole di Vetro”, il loro brano d’esordio: li abbiamo intervistati per l’occasione!
Alessandro e Fabrizio sono molto giovani, ma anche molto decisi. Figli del rock inglese e del cantautorato, si distinguono per il loro stile autentico e personale e con un sound in continua sperimentazione. Insieme sono i Ditta Marinelli.
Il 2 luglio è uscito sia in radio sia in digitale “Parole di Vetro”, il brano d’esordio di Ditta Marinelli. Lo stesso giorno è uscito anche il videoclip, diretto da Federica Lecce con la direzione di produzione di Rodolfo Mannara.
Il brano, prodotto e arrangiato da Matteo Costanzo (produttore di Ultimo e Leo Gassman), ma scritto e composto da Alessandro Marino e Fabrizio Belli, è stato distribuito da Artist First e prodotto da Bollettino Edizioni Musicali.
“Parole di Vetro” è una lettera a se stessi, un viaggio introspettivo alla ricerca del proprio “io”. Abbiamo fatto due chiacchiere con Ditta Marinelli e ci siamo fatti raccontare qualcosa di più!
Finalmente il vostro progetto è partito, dopo un anno di lavoro è uscito il vostro primo singolo. Siamo molto curiosi di conoscervi, parlateci un po’ di voi, come vi siete conosciuti e come è nata la vostra collaborazione?
(Fabrizio)
Le nostre strade si incontrano come nella migliore delle tradizioni musicali in ambito scolastico. Sia io che Alessandro frequentavamo due licei romani molto vicini fra loro e per questo grazie ad amicizie in comune e alla grande passione per la musica, che tutt’ora ci unisce, ci siamo avvicinati (circa 4 o 5 anni fa). Abbiamo iniziato suonando in un gruppo rock, un periodo particolare della nostra vita in cui si è tribolato tanto per trovare “la quadra”.
Vi definite figli del rock inglese e del cantautorato, una combinazione davvero interessante! Quali sono i gruppi e i cantautori con cui vi identificate di più? Da chi prendete l’ispirazione?
I nostri punti di riferimento partono dagli anni 50/60: blues (Eric Clapton, B.B King, Muddy Waters), Beat Generation (Beatles, The Rolling Stones, Turtles, Animals, Procolarum), West Coast americana (Crosby, Still, Nash, Young), rock progressive (Led zeppelin, Jethro Tull, The Who, Pink Floyd), rock anni 80’ (Queen, Toto, Europe) fino ad arrivare alla New Wave e all’elettronica. Per quanto riguarda la musica italiana siamo sempre stati affascinati dal cantautorato (De Gregori, Dalla, Guccini, De Andrè, Rino Gaetano).
Ditta Marinelli vende sogni, non solide realtà. La scelta di questo nome deriva dall’unione dei vostri cognomi (ho indovinato?), perché vorreste identificarvi come una ditta di sogni?
Per quanto riguarda il nome del gruppo volevamo dare l’idea di una fabbrica, un’officina, che potesse sfornare ogni giorno nuovi spunti e nuove idee, come d’altronde è sempre stato il rapporto molto prolifico che ci lega. “Marinelli” invece, come stavi dicendo tu, è un mix dei nostri cognomi (Marino e Belli), un’idea simpatica e intuitiva per dare un nome a questa “Ditta”.
Parliamo della vostra canzone! Una lettera a noi stessi, una dichiarazione d’amore importante, soprattutto per i giovani che hanno sogni, ma allo stesso tempo paura di ciò che riserverà loro il futuro. Il messaggio è molto bello e importante, parlateci di come è nata e di che significato ha per voi.
La canzone vuole rappresentare un momento di auto-riflessione, un’analisi interiore del nostro stato emotivo in un periodo turbolento e allo stesso tempo decisivo della nostra vita. Questo concetto è stato riassunto nell’immagine della lettera, uno strumento confidenziale attraverso il quale filtrare e confessare a sé stessi le proprie paure e le proprie ansie.
Il risultato di questo percorso introspettivo è sicuramente quello di una ritrovata sicurezza e di una maggiore conoscenza delle proprie possibilità e capacità. La figura dell’ebro sul filo del rasoio rappresenta lo stato che la nostra parte più creativa è costretta a vivere in bilico tra il sogno, la fantasia e la nostra realtà, cinica e a tratti spietata per uno spirito libero.
Sono in arrivo altri pezzi, cosa dobbiamo aspettarci? Quali sono i messaggi che porterete con le vostre canzoni? E con quali sonorità?
Per ora siamo “working in progress”, abbiamo un album “in cantiere”. La composizione e la stesura dei pezzi c’è, ora stiamo lavorando sull’arrangiamento. Puntiamo a far uscire il prossimo singolo a settembre e un album a fine anno. Il messaggio nelle nostre canzoni vuole sempre essere uno spunto di riflessione, non per forza impegnativo e “pesante”, bensì un invito alla semplicità, all’ascolto della nostra voce più fanciullesca non come fonte di ingenuità, ma di purezza e felicità.
a cura di
Valentina Dragone