Sinergia tra musica e immagini, un viaggio elettroacustico con i Kodex
Nell’anno del 40° anniversario dell’uscita del celebre film Fuga da New York (1981), la band di musica elettroacustica: Kodex, omaggia il grande regista, nonché compositore e sceneggiatore americano John Carpenter attraverso la riproposizione delle colonne sonore dei suoi film più famosi.
Per citarne alcuni: Halloween – La notte delle streghe, Grosso guaio a Chinatown, La Nebbia e naturalmente Fuga da New York. Una performance di musica e immagini quella proposta dal trio in una perfetta combinazione tra fedeli riletture e improvvisazione in tempo reale.
Il trio dei Kodex è così composto: Donatello D’Attoma, piano & synth, Massimo Bonuccelli, live electronics, Simone Memè, live visuals.
In occasione del Ginzburg Festival di Torino, abbiamo fatto loro un paio di domande!
Buona lettura
Ciao Kodex, benvenuti su The Soundcheck! Vorrei farvi subito una domanda sul tornare ai live: che sentimenti avete provato la prima volta che siete risaliti sul palco?
Sono stati soprattutto gli attimi precedenti all’esibizione, l’arrivo sul luogo del concerto, l’accoglienza da parte dello staff, il sound check, ad aver fatto salire immediatamente il livello di adrenalina. Prima di salire sul palco sono riemerse tutte quelle emozioni che ti accompagnano prima e durante un concerto. Una volta sul palco, poi, vuoi solo viverti pienamente quel momento.
Ginzburg Park Festival, un omaggio al grande regista Carpenter; raccontateci anche in poche parole cosa rappresentano per voi le colonne sonore del grande compositore.
Quella al Ginzburg è stata la prima data di questo tour, un nostro personale omaggio al grande regista e compositore americano. L’idea arriva da Giorgio Riccitelli ( Radar concerti ) che abbiamo subito accolto con entusiasmo: sin dai primi live di Kodex l’elemento visivo era presente come parte integrante dello spettacolo, forme e immagini si generavano rispondendo all’impulso acustico.
Oggi, grazie anche alla collaborazione di Simone, il nostro visual artist, lavorare nella direzione di una performance suono/immagine, unica e irripetibile, è il nostro obiettivo primario. Lavorare su Carpenter, sulle musiche e sui film, ha messo alla prova la nostra creatività: abbiamo utilizzato il materiale audio e video rendendolo sempre riconoscibile durante il live non rinunciando, però, alle nostre radici di creativi e di improvvisatori.
La visual art negli ultimi tempi sta conquistando sempre più persone, qual è la potenzialità di tale arte visiva? Perché viene anche vista come una finestra sul mondo?
Come la cornice di un quadro, che racchiude e separa l’opera dalla parete, rendendo l’opera simile ad una finestra, ad un’apertura verso una nuova dimensione diversa da quella in cui abitiamo o ad uno spazio interiore che si apre alla visione dello spettatore, così nelle videoproiezioni legate alla nostra performance, utilizziamo l’immaginario e la visione cinematografica dei film di Carpenter per cercare la sinergia con le sue musiche: entrambe
(musiche e video) rielaborate in tempo reale, ogni volta uniche e irripetibili, per un coinvolgimento maggiore, nostro e dello spettatore, nella performance.
Qual è invece la potenzialità della musica elettroacustica a livello performativo?
Per musica elettroacustica, come progetto Kodex, intendiamo l’unione tra le timbriche acustiche del pianoforte e la parte elettronica di campionamento in tempo reale di quest’ultimo, con l’utilizzo minimo di parti ritmiche esterne all’ambientazione sonora della performance. Una fusione tra suoni naturali, a noi familiari, in un ambiente artificiale fatto di ripetizioni e
rielaborazioni del pianoforte stesso.
Nel caso del progetto Carpenter abbiamo potuto sfruttare l’aspetto artificiale dei sintetizzatori del compositore per sperimentare ritmiche più estreme che richiamano l’IDM di Squarepusher e Aphex Twin, enfatizzando così il carattere psicologico più buio e folle dei temi trattati dal regista.
Per chi vi scopre solo adesso, il vostro prossimo progetto futuro?
In autunno abbiamo un Ep in uscita, il secondo, per l’etichetta romana Filibusta, un lavoro realizzato in studio con brani originali, improvvisazioni e riletture di celebri pagine pianistiche del primo novecento, senza dimenticare il nostro omaggio ai Kraftwerk. Per il momento però pensiamo ai prossimi concerti, quello del 27 luglio all’Arena Milano Est, il 10 agosto a Viterbo e l’11 nell’incredibile cornice naturale di Villa Ada a Roma.
a cura di
Teodora Sava
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