Salento All Stars: la nuova era della speranza

Salento All Stars: la nuova era della speranza
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Lo confesso, difficile conservare la freddezza del redattore davanti alla forza e l’entusiasmo dei Salento All Stars. Sarà la genuinità della terra del Salento; ci ho passato gli anni migliori e ricordo la capacità che molti ragazzi hanno di tirare fuori i tuoi sentimenti più nascosti, le paure e le ansie.

E quella peculiarità i Salento All Stars sanno trasmetterla decisamente nelle loro canzoni; nella versione di Salentu (lu sule, lu mare, lu vientu) riproposta nel 2014, vent’anni dopo quel grande successo, quella dichiarazione d’amore a una terra che non è mai morta.

Ma veniamo alle presentazioni dei Salento All Stars: sono un collettivo di artisti riuniti da Davide QbA Apollonio per dare vita a un progetto che vuol essere un recupero culturale delle radici di una musicalità profonda insieme a suoni più urbani e attuali, senza distogliere lo sguardo e il cuore alla ricerca del suo riscatto per essere terra ai margini.

Dopo Salentu, i SAS pubblicano nel 2015, Made in Salento; 40 musicisti salentini insieme a ospiti internazionali uniscono le energie per una gran festa in musica con aperture reggae, gipsy e combat folk, determinazione, entusiasmo e dialogo che si fondono e trasmettono energia.

Successivamente nel 2018 esce Qui non passa che vede la partecipazione di Michele Riondino & Revolving Bridge e Mama Marjas. Il brano è una dichiarazione d’amore e di passione verso il Salento ma anche un modo per denunciare la speculazione e la deturpazione del territorio, da Taranto a San Foca, ad opera delle multinazionali.

Nel 2019 è la volta di Logorato, brano dei SAS con la partecipazione di Papa Ricky e Zulù dei 99 Posse. A maggio 2020 i SAS ritornano col singolo L’era del cigno bianco, brano inciso fra il Salento e Roma, come previsto dal DPCM ispirata dalle immagini dei camion dell’esercito colo loro carico di vittime perdute a causa del Covid 19. Un brano di speranza e di rinascita in un periodo difficile per tutti. Abbiamo voluto fare un’intervista per scoprire i loro prossimi progetti e parlarci della loro instancabile attività.

I Salento All Stars sono un collettivo dove tradizione e modernità si uniscono dando vita a una realtà musicale profonda divisa fra Roma e il Salento. Come riuscite a unire le vostre forze e a realizzare i vostri progetti?

Ci aiuta molto la tecnologia che ci permette di lavorare anche a distanza. Alcune delle nostre canzoni sono state incise proprio in questo modo, scambiandoci idee, opinioni e registrazioni grazie alla potenza di internet che in tempo reale ci mette nelle condizioni di farlo anche se fisicamente siamo lontani. Preferiamo però di gran lunga il lavoro in studio, quando possiamo essere tutti insieme e fare leva sull’alchimia che scatta fra i musicisti. Certo, in questo 2020 che ci ha messo di fronte a questa pandemia mondiale obbligandoci per mesi a stare lontani, le occasioni per trovarsi in sala non sono state tante, così abbiamo fatto di necessità virtù, sfruttando al massimo le potenzialità della rete. 

Il Salento è diventato ormai una meta turistica apprezzata da tutti, ma sappiamo che da Taranto a San Foca si combattono battaglie per preservare un territorio. Cosa non dicono i mass media, in realtà, del Salento?

Quello che non si dice è il fatto che sia una terra di conquista per le multinazionali che hanno soggiogato la nostra popolazione, con il ricatto del lavoro. È quello che succede da decenni a Taranto, città meravigliosa sotto la nuvola tossica dell’ex Ilva. Città che vive il lockdown da ben prima dell’arrivo del Covid19 con i suoi wind-days ovvero i giorni in cui bisogna tenere chiuse porte e finestre per tentare di preservarsi dalle polveri dell’acciaieria e i bambini non possono andare a scuola perché l’aria è altamente cancerogena.

È quello che succede a San Foca dove il gasdotto TAP sta distruggendo una delle litoranee più belle d’Italia in barba a qualunque vincolo paesaggistico e naturalistico, costruendo un’opera assolutamente inutile ed obsoleta che sta devastando il territorio. A modo nostro abbiamo raccontato di ciò in “Qui non passa”, una canzone scritta ed incisa a più mani con Michele Riondino i Revolving Bridge e Mama Marjas. Pensiamo che la musica sia un veicolo importante per far arrivare i messaggi, anche quando l’informazione nasconde o distorce la realtà.

Perno fondamentale della vostra canzone L’era del cigno bianco è il COVID 19? Si è detto di tutto in questi mesi ma ancora si vive con l’apprensione del domani. Come avete vissuto questa esperienza e secondo voi a cosa ci porterà?

È stato qualcosa di inaspettato e assolutamente destabilizzante. Tutte le nostre certezze sono sparite in poche settimane. La nostra quotidianità, i nostri ritmi son cambiati. Il mondo della musica e dell’arte è sicuramente quello che maggiormente ha risentito del blocco. La maggior parte di noi non sta suonando dal vivo perché non sempre è facile organizzare un evento attenendosi alle norme di distanziamento.

Ragion per cui abbiamo deciso già a marzo di interrompere ogni attività live aspettando tempi migliori. Perché per noi il concerto è condivisione e se questo non può avvenire con i giusti crismi, meglio aspettare e tornare a suonare quando lo si potrà fare nelle condizioni ideali. Probabilmente questa pandemia lascerà tracce per anni e anni dal punto di vista comportamentale. Però in giro c’è tanta voglia di tornare a stare insieme il prima possibile. È una crisi, una crisi davvero profonda. Ma una crisi può essere motivo di rinascita, ragion per cui bisogna tenere duro.

Sappiamo che state lavorando per la stesura di nuovi brani. Potete darci qualche anticipazione?

Stiamo ultimando l’album che vorremmo far uscire entro la fine di quest’anno. Saranno 10 o 11 brani nei quali parliamo di tutto quello che succede dentro e fuori di noi. Canteremo e suoneremo di migranti, di Covid19, di Ilva e Tap, di speranze, di ansie e di vita. Sintetizzando potremmo dire che il disco sarà proprio una specie di inno alla vita, che ne esalta la sua unicità e di come in ogni caso vale la pena viverla a pieno.

Saranno presenti anche due canzoni, “Rollin” e “Nice day”, che fanno parte della colonna sonora di “Cobra non è”, il film di Mauro Russo uscito qualche settimana fa. L’album sarà pubblicato col sostegno di “Puglia Sounds”, il progetto della nostra Regione che aiuta gli artisti del territorio a portare avanti le proprie idee. In questi giorni abbiamo alzato i ritmi in studio e tra restrizioni ed intoppi da Covid, giorno dopo giorno tutto sta prendendo forma.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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