La Notte dei Serpenti. Intervista al maestro Enrico Melozzi

La Notte dei Serpenti. Intervista al maestro Enrico Melozzi
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La prima edizione del concertone all’interno della Notte dei Serpenti è la celebrazione della cultura e della musica della terra d’Abruzzo. Una kermesse che ha visto, fra gli altri, Gianluca Grignani, Giusy Ferreri, Mr Rain oltre a tanti artisti e musicisti abruzzesi. Potrete assistere a questo spettacolo giovedì 31 agosto alle ore 23,20 su Rai 1

La Notte dei Serpenti ha visto la presenza di 10.000 spettatori allo Stadio del Mare di Pescara lo scorso 29 luglio. Tutti gli arrangiamenti, le armonizzazioni, le orchestrazioni e le composizioni sono stati curati del direttore artistico e musicale Enrico Melozzi che ha diretto l’Orchestra dei Serpenti. Abbiamo voluto raggiungerlo per presentarci questo evento.

Maestro, lei è riuscito a portare la musica classica alla portata di tutti. È uscito dal mondo accademico donando la sua professionalità ed esperienza. Mi ricorda lo spirito di Pavarotti che, pur non avendo studiato, ha vissuto la sua vita portando la musica lirica alla gente comune.

Quello che mi dice mi onora. Quando è morto Pavarotti ho pianto per due giorni proprio per questa grande funzione di divulgatore e aggregatore. È riuscito a riportare la lirica a quella funzione originaria. Riguardo al mondo accademico io, in realtà non l’ho mai apprezzato. mi sono diplomato in violoncello e composizione, ma in quel mondo non mi sono mai trovato bene. Mi sembra pieno di contraddizioni ed enormi limiti, distaccato dalla realtà. Per tutta risposta ho cercato di portare la musica altrove, per la strada, coi gruppi rock, punk o rap. Questo mi è servito per capire il pubblico suonando ovunque, nei locali e nelle birrerie. Ho creduto sempre nella musica come strumento di aggregazione.

Come riesce a conciliare rapporto col pubblico e cultura della musica?

Il rapporto col pubblico mi ha aiutato a fare un filtro alle mie produzioni musicali. Tengo conto dei gusti degli altri ma cerco anche di portare quel pubblico facendo due passi verso di loro e uno verso di me. Questo significa una crescita personale ma è anche divulgazione della musica verso la gente. Quindi non solo intrattenimento ma anche cultura.

La Notte dei Serpenti è una manifestazione alla prima edizione, che penso l’abbia coinvolta personalmente.

Io sono nato in Abruzzo. Con La notte dei Serpenti ho voluto fare un lavoro di riscoperta dei canti originari. Recentemente la musica folk si era evoluta allontanandosi molto. Insieme ai canti polifonici originari degli anni ’40 e ’50 sono stati introdotti i canti degli alpini. Volendo elevare il valore dei canti via via si è persa la purezza. Sono ripartito da quella tradizione introducendo i suoni originari mescolati col rock, la musica sacra.

Mentre di solito prendo la musica classica riportandola ad un livello “basso” questa volta è stato il contrario. Ho preso le melodie commoventi registrate con strumenti arcaici e le ho elevate in maniera più poetica. Ho lavorato per offrire un vestito nuovo modificando l’aspetto armonico. Un aiuto ulteriore sono stati i miei ricordi di quelle canzoni durante la mia infanzia.

A differenza di molti musicisti accademici lei ha abbracciato diversi generi. Dalla direzione d’orchestra per i Maneskin fino a Rocco Hunt e Il Volo.

Purtroppo in Italia abbiamo ancora questa tradizione accademica che non permette agli artisit di elevarsi e trovare nuovi stimoli. Molti musicisti rigorosamente classici o jazz fuori dalla loro comfort zone si sentono persi. Coloro che dovevano rappresentare l’avanguardia con la sperimentazione si chiudono a riccio operando una retroguardia.

Lei conviene sulla funzione della musica per i giovani come mezzo di crescita umana e personale? Cosa suggerisce per sensibilizzare la politica e le istituzioni sulla mancanza di strutture adeguate (formazione, locali idonei, concorsi e festival etc.)?

A mio parere si può agire su più livelli. Sia dal basso, partendo dai comuni, frazioni. Recuperare in questo senso i locali abbandonati presenti in molti comuni italiani. Questi affidarli ai ragazzi chiedendo in cambio una restituzione artistica per ogni luogo affidato. Una sorta di autogestione totale. A livelli alti proporrei una liberalizzazione totale di tutte le forme artistiche non amplificate.

Dal jazz o il rock acustico fino al teatro di strada rappresentata in qualsiasi punto della città con Festival in diversi punti della città. Ovviamente gli artisti sarebbero svincolati da richieste di permessi, tasse, SIAE. La burocrazia è il vero ostacolo alla diffusione. In più l’eliminazione dell’amplificazione permetterebbe di risolvere i problemi riscontrati nei centri storici, coi gestori dei locali, i residenti.

L’ultima domanda: quali sono i suoi prossimi progetti? Avremo modo di vederla dirigere l’Orchestra del Festival di Sanremo anche qust’anno?

L’assegnazione al Festival viene data anno per anno. Di certo non mi fermerò. Al momento mi voglio dedicare al Festival dei Serpenti sempre più tempo. Il mio intento è di farlo diventare un evento a livello internazionale.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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