Lo Stato Sociale si lancia nel suo “Stupido Sexy Futuro”

Lo Stato Sociale si lancia nel suo “Stupido Sexy Futuro”
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Lo Stato Sociale torna con “Stupido Sexy Futuro”, il quarto album ufficiale del gruppo bolognese, è un occhiolino al passato in vista del futuro?

Stupido Sexy Futuro” è il nuovo album de Lo Stato Sociale. Il gruppo bolognese in attività dal 2009 è ascrivibile tra i promotori dell’indie italiano moderno. La band partita dagli scantinati con tanta gavetta è riuscita a farsi spazio fino ad arrivare a calcare il palco di Sanremo e da outsider raggiungere il terzo posto.

Questo traguardo, visto negli ultimi anni come conquista più che un punto a sfavore, ha però destabilizzato la logica su cui si fondava la band: cinque amici co*****i che facevano musica quasi per gioco e arrivati a essere famosi “per caso“. La traccia “Fottuti per sempre” rappresenta un po’ il senso del percorso e il resoconto della vita recente della band sotto forma di canzone.

Lo Stato Sociale aveva perso un’identità precisa, lanciandolo in un periodo “buio” e uscendone snaturato, dove il pubblico e la stessa band non comprendevano più quale fosse la direzione. Vi è stato un ulteriore tentativo a Sanremo, meno convincente rispetto al precedente, con “Combat Pop” creando un ulteriore album formato da cinque EP collezionati in “Attentato alla musica italiana“. Quest’ultimo è stato un esperimento originale, ma c’era quel quid che mancava. Si percepiva.

L’operazione di portare “Stupido Sexy Futuro” prima in tour e poi rilasciarlo è stato già qualcosa più vicino al modo di essere originario de Lo Stato Sociale; più casinista e invertendo le logiche odierne di mercato del produci, consuma velocemente in tour e avanti un altro. Incuriositi dalle canzoni ascoltate dal vivo, percependo anche questa voglia di ritorno alle origini dai primi ascolti, abbiamo voluto studiare, ascoltare e capire il più possibile queste nuove canzoni.

Il ritorno al vecchio Stato

Lo Stato Sociale sembra ammiccare a un ritorno alle origini. Dai testi e dalle sonorità sembra ci sia un ricollocamento alle vecchie canzoni in chiave di volta moderna. Questo album vuole mandare un segnale forte agli affictionados alle radici del progetto, nonostante ci sia la volontà di stare al passo con i tempi anche grazie a diverse collaborazioni con amici e artisti odierni interessanti come Naska o DrefGold.

Ascolta “Stupido Sexy Futuro”. FUORI ORA!

Un altro aspetto che fa ben sperare verso un ritorno vero della band sono le canzoni che hanno fatto innamorare tutti, quelle estremamente connotate dal punto di vista politico. “Pompa il debito” e “Anche i ricchi muoiono” sono le tracce interamente fondate su questo tema.

La prima riprende un po’ lo stile delle canzoni a elenco ballabili come “Sono così indie” dove Bebo, Alberto Guidetti, spara a 0 su diverse ipocrisie riguardanti la società odierna, in particolare l’Italia. La seconda è invece un inno contro i super ricchi dei nostri tempi contrapposto però a un ritmo da canzonetta felice.

Tutti i brani hanno insito bene o male l’aspetto di critica sociale con qualche “stoccata” al sistema odierno. “La musica degli sfigati” più che una critica alla mercato musicale del mondo odierno, manifesta la voglia di musica più lontana dagli schemi mainstream e così invasiva. La stessa “Che Benessere !?”, un brano tra i più “spensierati”, presenta staffilate importanti

Wikipedia ha detto che i gelati sono buoni
Non sono cattivi come quelli che ci rubano il lavoro
Ma l’azienda si deve salvare, meglio delocalizzare
Rubiamo a casa loro, dove rubare è legale

Lo Stato Sociale, Naska – “Che Benessere !?”

L’altro aspetto forte dei ragazzi bolognesi è il prendersi in giro in maniera intelligente e porsi totalmente allo sbando in empatia con gli ascoltatori nati a partire dagli anni ’80. “Vita di m3rda 4ever” e “Senza di noi” riprendono questo mood in due prospettive e status emotivi differenti.

Soccia che canzoni

La band bolognese ha fatto innamorare il proprio pubblico grazie anche alle canzoni piene di romanticismo, fatte di relazioni, autobiografiche e di esperienze personali. “Per farti ridere di me” è una di quelle canzoni devolute interamente all’amore, mentre “Tutti i miei amici” guarda più invece a tutte le persone diventate amiche incontrate durante il percorso della band.

“Ops l’ho detto” e “Filastrocca per un disco” sono le tracce più particolari. La prima per la collaborazione con DrefGold, collega bolognese, un po’ fuori posto rispetto al mood generale, ma probabilmente scelto appositamente per creare questo contrasto. La seconda è invece più una poesia recitata da Bebo, ideale come outro, ma non effettivamente ascoltabile per troppe volte quanto più da tenere presente per l’uso delle parole e del viaggio raccontato.

Chiari segnali

Lo Stato Sociale sembra si stia riprendendo e questo disco può essere l’inizio di un ritorno. Non sarà un ritorno alla “Una Vita in Vacanza”, ma alla serenità di creare musica come gli inizi, anche perché la band ha “rischiato grosso” in questi ultimi anni. Rendersene conto e farci autoironia non è però da tutti, molti “affondano” durante le tappe più impegnative del proprio percorso musicale, senza più riuscire a rialzarsi.

La cifra stilistica del suonare e cantare “male” permane, quindi non aspettatevi una rivoluzione in questo senso. Non è quello a cui puntano i regaz de Lo Stato Sociale. Non arriveranno più alle canzonette nazionalpopolari o a essere mainstream, ma ai fan e alla stessa band sembra vada bene così. Bentornato futuro.

a cura di
Luca Montanari

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