“The Batman” – l’eroe è tornato!

“The Batman” – l’eroe è tornato!
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Per la regia di Matt Reeves, il 3 marzo arriva nelle sale “The Batman”, il nuovo cinecomic targato Warner Bros. che ha come protagonista il famoso – e ormai super- sfruttato –  eroe della DC. 

Un ritorno inaspettato, quello di Batman, il supereroe creato da Bob Kane e Bill Finger che, forse più di ogni altro, ha contribuito alla fortuna della DC.
Un ritorno che faceva ben sperare, e, pompato dalla stampa e dalla critica, si preannunciava decisamente carico di aspettativa.
Un ritorno tanto atteso, quanto temuto, sia dai fan più accaniti, preoccupati per l’effettiva riuscita della pellicola, dopo gli ultimi disastri di casa Warner, sia dagli amanti di Nolan e della sua Trilogia.

Con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano, John Turturro, Colin Farrell e Jeffrey Wright, questo film rivela fin da subito il suo super potere: convince e sa convincere, anche con un certo stile.
Che la fortuna dell’Uomo Pipistrello – e con lui quella della Warner Bros. – non sia ancora giunta al termine?
Grazie a questo film, la sua stella ricomincerà, forse, a brillare? 

“The Batman”, in sala dal 3 marzo 2022
Un Batman che convince 

Le aspettative non erano poche. Lo scivolone dietro l’angolo. Gli standard da soddisfare alti. 

Un’impresa ardua e anche un po’ rischiosa. Perché difficile è confrontarsi (e questo avviene sempre, quando si tratta di film di questo tipo) con la Trilogia di Nolan, ormai cult indiscusso per ogni fan dell’Uomo Pipistrello. O con gli ottimi film di Burton, che occupano un posto speciale nei cuori dei veri nostalgici. 

Arduo seguirne le orme. Arduo stare al passo con essi. Rischioso proporre qualcosa di diverso, innovativo, destinato a modificare quell’idea consolidata di Batman, che ormai risiede nell’immaginario collettivo. “The Batman” si candida per questa impresa, ma vi riesce davvero? Per quanto mi riguarda, la risposta non può che essere “sì”. 

“Wow, wow, wow”. Ecco cos’ho pensato appena uscita dal cinema, dopo la proiezione di un film che attendevo da circa due anni. Una pellicola che non avrebbe potuto rendermi più soddisfatta.

E, in fin dei conti, cosa si può volere di più da un film che mi ha intrattenuta per quasi tre ore (la bellezza di 176 minuti, per la precisione), senza annoiarmi mai?
Da un film che mi ha entusiasmata, regalandomi anche alcune scene da pelle d’oca e una buona dose di emozioni? Un film che di commerciale ha poco niente, e che si discosta dagli ultimi prodotti DC sfornati dalla Warner Bros. – con nostro grande piacere. 

Il Batman di Reeves
L’ambientazione e i toni del film 

Un tratto distintivo di “The Batman” è sicuramente l’ambientazione del film. Ci troviamo infatti in una Gotham dalle tinte cupe e tenebrose, una città dal passato e dal presente oscuro, profondamente segnata dai crimini compiuti dalla malavita. La stessa storia, come ci svela in chiave decisamente fumettistica la voce di un Bruce Wayne narrante, ha inizio a fine ottobre, in una notte buia e tempestosa, che rivela tanto sull’atmosfera in cui il film è calato.

Gran parte delle scene sono infatti girate di notte, il momento in cui Batman fa la sua comparsa e porta avanti la sua lotta contro il crimine. L’ambientazione è quindi prevalentemente notturna, con toni tetri e cupi. Dominano sullo schermo il rosso e il nero, colori spesso accostati tra di loro, che diventano il vero motivo del Batman di Pattinson.

Parecchie scene di lotta sono girate nella pressoché totale oscurità, infondendo nello spettatore la stessa agitazione e lo stesso terrore provato dai nemici di fronte a un eroe invisibile, una creatura notturna che sfrutta il buio a suo vantaggio, facendone la sua arma vincente. Il suo tratto distintivo.
L’effetto visivo è dunque assicurato, anche mediante l’utilizzo di luci al neon che conferiscono al film uno stile un po’ noir che si sposa perfettamente con il carattere serioso della narrazione.

La colonna sonora, inoltre, dà quel tocco in più alla pellicola, andando ad enfatizzare ulteriormente scene ricche di pathos, e a caricare di tensione un film che, già di partenza, non ne risulta sicuramente privo. Le musiche, sempre azzeccate, sono quel plus vincente che riesce a trasformare questo prodotto in un film, a mio avviso, incredibile. 

Locandina di “The Batman”
Un nuovo Batman/ Bruce Wayne

Credo che la sfida più difficile sostenuta da Reeves fosse quella di presentare al pubblico un nuovo Bruce Wayne, in una veste completamente diversa, senza che questa sua inedita creatura venisse fatta a pezzi dal fandom in rivolta. Un compito difficile, che tuttavia il regista è riuscito a realizzare avvalendosi dell’aiuto di due micidiali componenti
⁃ un’ottima sceneggiatura 
⁃ la bravura indiscussa di Robert Pattinson.
 

Elogio a Robert Pattinson

Lo ammetto, inizialmente ero un po’ tesa per questo film. “Di nuovo, ancora, Batman. Ma quando la smetteranno?” ho pensato al momento dell’annuncio, scocciata. 
Ma poi mi sono detta: “ Ehi, se c’è qualcuno che può farti ricredere quello è sicuramente Robert!”. Perché Pattinson non è più lo sbrilluccicante Edward Cullen, il tenebroso vampiro che 10 anni fa mandava in tilt il cuore di migliaia di ragazzine in pieno sviluppo ormonale (me compresa).

Robert Pattinson nei panni di Batman

Ne ha fatta di strada, Robert. Oggi vanta di una filmografia di tutto rispetto, dopo aver lavorato con attori e registi di alto calibro, e a progetti davvero interessanti, ma, non per questo, da tutti conosciuti.

Sto parlando di “Tenet”, “Come l’ acqua per gli elefanti”, “The Lighthouse” – tanto per citarne alcuni. 
E Christopher Nolan, Robert Eggers, Francis Lawrence, John David Washington, William Dafoe, Kenneth Branagh, sono solo pochi dei tanti nomi, tra i vari registi e attori con cui Pattinson ha collaborato, che vale la pena passare in rassegna, qui, velocemente. 

Mi auguro che, con “The Batman”, Pattinson possa ottenere finalmente il successo che merita anche tra il grande pubblico, che da sempre lo ha condannato e preso di mira, etichettandolo come un attore mediocre. Mi auguro che questo film riesca finalmente a convincere anche i più scettici, e ad aprir loro gli occhi una volta per tutte. 

Quindi ripetiamolo tutti insieme: Robert Pattinson non ha interpretato solo Edward Cullen.
Robert Pattinson è andato oltre Twilight, già da parecchio tempo.
Ma proprio anni luce.
 

La sceneggiatura 

Dimenticate tutto quello che sapete su Bruce Wayne. Dimenticatevi di tutto quello che sapete sul Batman di Keaton, o sul miliardario, filantropo, playboy (di facciata), interpretato da Christian Bale. Cancellate tutto questo dalla vostra mente, e lasciate che la natura di questo nuovo eroe vi stupisca. 

“The Batman” fa questo. Prende l’immagine di Bruce Wayne, l’eroe che tutti conosciamo, e la stravolge. La modifica, la corregge, la riadatta per offrirla ad una nuova generazione che non ha bisogno di eroi indiscussi, dalla ferrea morale, vestiti con armature scintillanti, ma di protagonisti fragili, che nascondono paure e debolezze dietro una impenetrabile facciata. Eroi umani, che condividono le stesse paure di una generazione in declino. Eroi, la cui paura più grande è quella di mostrare al mondo le proprie fragilità. La propria umanità. 

C’è una scena in ospedale dove Bruce parla con Alfred, rivelando agli spettatori cosa si nasconda davvero sotto la sua armatura. Paura, dolore, perdita.
Ci troviamo davanti, per la prima volta dall’inizio del film, al vero Bruce Wayne, che cerca, nelle vesti del vigilante, di trovare conforto nella vendetta

Bruce Wayne

Il Batman di Pattinson, infatti, è glaciale, violento e ferito. Soffre in silenzio e chiede vendetta. E’ un lupo solitario, che non ha nulla a che fare col carismatico Bruce Wayne di Nolan, o con quello irreprensibile di Keaton. Questo Bruce Wayne vive sull’orlo del tracollo, paralizzato dalla paura. È un Batman più umano, che arriva dritto al cuore dello spettatore e lo fa battere nuovamente. 

È un Batman più cinico e disilluso, un Batman che vede Gotham per quella che realmente è, una città che “divora se stessa”, una città che “non si può salvare”. 

Forse questo Batman non è l’eroe che meritavamo (è molto di più), ma sicuramente quello di cui avevamo bisogno. 

Gotham e la malavita 

Immaginate di vivere a Gotham, di girare tra la confusione e il traffico di quelle strade, mangiare un hot dog davanti al Gotham Square Garden, o di aspettare la metropolitana appena dopo il tramonto. Immaginatevi di rischiare una rapina, un pestaggio, uno stupro in media 6-7 volte al giorno. Questa è Gotham City. 

Gotham è il regno del crimine. Mafia, pazzi psicopatici, semplici ladruncoli o teppistelli.
Tutto infesta le strade della metropoli. Tutto corrompe, guasta e deturpa la tranquillità di una città ormai in rovina. Una città che si piega al potere della malavita, soccombendovi. Una città che vede le sue stesse istituzioni, i suoi stessi paladini e rappresentanti, al servizio di coloro che dovrebbero combattere.

In “The Batman” la mafia la fa da padrone, ed estende la sua ombra su ogni cosa. Falcone, a capo della malavita, detiene il pieno potere, comportandosi di fatto come il padrone di Gotham. In questo film, Carmine si libera dall’immagine caricaturale del boss mafioso, presente nelle pellicole precedenti. Egli smette di essere una sorta di macchietta, un personaggio di contorno, funzionale ad introdurre sulla scena villain più interessanti, ed acquista invece una propria identità. Egli diventa uno scaltro uomo politico, che non si fa alcuno scrupolo ad usare e a manipolare chi gli sta intorno per soddisfare la sua sete di potere. 

Carmine Falcone
Personaggi più umani 

Tornano anche altre vecchie conoscenze, come il Pinguino e Catwoman, anche loro diversi da come ce li ricordavamo, anche loro in qualche modo mutati.
Il film infatti presenta personaggi più umani, spogliati in parte di tutte quelle caratteristiche, qui solo brevemente accennate, che contribuivano ad elevarli al di sopra della gente comune. A renderli villain estremamente difficili da sconfiggere, senza l’utilizzo di superpoteri. 

Così Oswald diventa il braccio destro di Falcone, un abile tirapiedi che aspetta solo il momento giusto per prendere il possesso della città. Il paragone con l’iconico Pinguino burtoniano sorge dunque spontaneo. 

Burton faceva leva, per tutto in film, sulla natura ferina dei personaggi, enfatizzandone i tratti animaleschi, come le zampe e il becco del Pinguino, che ricordavano, in modo decisamente grottesco, le stesse creature da cui il villain era stato allevato. Il Pinguino burtoniano è un cattivo un po’ goffo, impacciato, ma dotato di una ferrea forza di volontà, quell’arma in più che rappresenta, forse, il pericolo maggiore per Gotham. I suoi piani ben architettati e calcolatori, strutturati secondo le leggi del contrappasso, rivelano tutta la ferocia e brutalità di cui è dotato questo “mostro”.

Il Pinguino di Burton si mostra dunque in tutta la sua grottesca crudeltà, in netto contrasto con quello di Reeves, che, spogliato dei suoi più celebri connotati, viene preso e sottoposto a un processo di umanizzazione perfettamente in linea con il film stesso.

Oswald è uno dei tanti, un criminale che non si dedica a folli piani di vendetta. Vuole quello che vogliono tutti: il controllo di Gotham City. Assetato di potere, è disposto a tutto pur di ottenerlo. E’ un villain lucido e calcolatore che, per quanto sfregiato in volto, non fa mai veramente paura.

Il Pinguino di Reeves
Catwoman

Ragionamento analogo si può fare in riferimento al personaggio di Selina, una Catwoman ben studiata, che si rivela essere un altro personaggio chiave del film. In “The Batman” la Gatta non è una ladra di professione, e nemmeno la donna disturbata nemesi dell’Uomo Pipistrello.

Selina è una donna forte dalla vita difficile, che ruba, sì, ma a Falcone, e che cerca di svelare il mistero della scomparsa dell’amica con qualunque mezzo a sua disposizione. Nel farlo, stringe un’inaspettata alleanza con Batman, che la porterà ad innamorarsi dell’eroe e a combattere al suo fianco, nel tentativo di sventare il folle piano dell’Enigmista. 

Batman e Catwoman
Il vero villain del film

Arriviamo poi a parlare del vero villain di “The Batman”, di colui che tira i fili, al di sotto della sua maschera.
Paul Dano porta in scena l’Enigmista, e lo fa in modo sublime, regalandoci un villain sopra le righe, un personaggio folle e malato che conferisce al film una marcia in più. La scena del confronto finale tra Batman e l’Enigmista, ricca di pathos e di tensione, rimane una delle mie preferite. 

Tormentato dal passato, e in qualche modo vittima di esso, Edward presenta un rapporto controverso con Bruce Wayne. Entrambi orfani, entrambi colmi di odio e assetati di vendetta. Entrambi ossessionati dalla verità e parte di un meccanismo più complesso, di un disegno più grande progettato dallo stesso villain. 

Si instaura, infatti nella mente dell’Enigmista, una sorta di rapporto triangolare che presenta ai vertici tre importanti attori. Lui stesso, Batman e Bruce Wayne, ignorando che è proprio questa la vera identità dell’Uomo Pipistrello. All’Enigmista però non interessa che essa venga rivelata: egli è più ossessionato dal simbolo che Batman incarna. Da quella maschera, che chiede ed esige vendetta, e non dall’identità che si cela al di sotto di essa.

L’Enigmista ama Batman, in modo folle e ossessivo: lo esalta, prendendolo a modello e ricercando una connessione con l’eroe che è, in realtà, unicamente frutto della sua mente malata. Tanto l’Enigmista ama Batman, quanto odia Bruce. Qui ci troviamo davanti a un esilarante rovescio della medaglia: l’Enigmista, che tanto vuole assomigliare a quell’idea di Batman che ha egli stesso creato, in realtà condivide un passato molto simile a quello di Bruce Wayne, da cui però prende, con disprezzo, le distanze.

Edward odia Wayne, e tutto quello che questo cognome rappresenta. 
Quel Bruce Wayne, il principe di Gotham, un rampollo viziato, cresciuto nella bambagia. 
Quel Bruce Wayne, orfano di un padre la cui morte ha pesato più sulle sorti dell’Enigmista che su quelle del figlio stesso. 

L’Enigmista
Verità svelate 

Ma qual è il vero obiettivo dell’Enigmista? Qual è il fine ultimo dietro il suo agire? 

Ciò che ad Edward interessa veramente  è svelare i segreti più oscuri di Gotham ed aprire finalmente gli occhi di tutti quei cittadini che ancora si fidano di una classe politica corrotta. Basta con le false promesse di rinnovamento. “Il rinnovamento è una bugia.” L’Enigmista vuole che la Verità sulla città venga smascherata. Che ogni maschera cada, rivelando le vere intenzioni che vi si nascondono dietro. 

Edward scava nel passato di Gotham con l’intento di rivelare tutte quelle torbide bugie che la avvolgono. Tutte quelle menzogne che, stringendola con loro morsa potente, stanno uccidendo lentamente la città, stritolandola. 

La ricerca della Verità è quindi, assieme alla Vendetta, una delle tematiche principali del film. Quel filo conduttore attorno al quale ruota tutto, e che fa quadrare ogni cosa, dall’inizio alla fine. Il motivo dietro al quale tutto acquista un significato, anche l’azione di un uomo in apparenza folle. Anche i molteplici omicidi di cui l’Enigmista si macchia le mani. 

“Io sono Vendetta”

La frase pronunciata ad inizio film da Robert Pattinson, racchiude l’altro tema fondamentale di “The Batman”.  Anche se non siamo in grado di stabilire con esattezza il momento della vita di Bruce in cui si svolgono i fatti, ci troviamo davanti ad un Batman piuttosto acerbo, agli inizi del suo percorso da supereroe, che continua a soffrire la perdita dei suoi genitori in modo così acuto da volerli vendicare a tutti i costi.

La sua lotta contro il crimine è dunque inizialmente mossa dal desiderio di vendetta. Tuttavia, con lo svolgersi degli eventi, il giovane Wayne arriverà a comprendere quanto la vendetta sia fine a se stessa, un sentimento che non presenta nulla di nobile ma che, anzi, guida tanto la sua mano quanto quella dei criminali che combatte.

Da qui la rivelazione finale: Bruce decide di voler incarnare qualcosa di più. Di non voler essere Vendetta, ma Speranza. Un simbolo, qualcosa a cui la gente di Gotham possa guardare per trovare la forza e il coraggio necessari  per opporsi. Per lottare in nome di un vero cambiamento. Di una vera rinascita. 

Batman sui tetti di Gotham
Promosso o bocciato? 

Promosso su tutta la linea. Ci troviamo davanti a un Batman diverso, dai toni più maturi e seriosi, ma non per questo inferiore ai suoi predecessori. Reeves spoglia il suo film di ogni ornamento, privandolo di tutti quei fronzoli inutili, e puntando invece sulla vera essenza del personaggio, sulla natura più intima e profonda di Bruce Wayne. Nel farlo ci restituisce l’immagine di un supereroe che, al di sotto della maschera che indossa, è prima di tutto un uomo. 

“The Batman” è, a mio avviso, un film imperdibile. Un cinecomic diverso, che sì, probabilmente dividerà il pubblico, e che forse ad alcuni non piacerà.
È un film intimo, che necessita d’essere capito, per entrarti dentro.
Ma, quando lo fa, punta dritto al cuore.
Io, in ogni caso e a scanso di equivoci, una possibilità gliela darei.

Trailer di “The Batman”

A cura di
Maria Chiara Conforti

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Maria Chiara Conforti

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