Torna in sala Pulp Fiction, il capolavoro immortale di Quentin Tarantino, restaurato in 4K per il trentesimo anniversario, a partire da oggi 18 novembre fino a mercoledì 20 novembre. Vincitore di numerosi premi, tra cui la Palma D’oro al Festival di Cannes del 1994 e l’Oscar per la Miglior sceneggiatura.
pulp /’pəlp/ s. 1. Una massa di materia morbida, umida e informe.
2. Una rivista o un libro contenente temi violenti e tipicamente stampato su carta ruvida e grezza.
È esattamente con la spiegazione di questo termine che Quentin Tarantino apre il suo secondo lungometraggio Pulp Fiction, quasi a voler avvisare ed istruire lo spettatore in merito a quello che andrà a vedere nelle successive ore. Un omaggio a un genere letterario stampato su carta di infima qualità, caratterizzato da uno stile di scrittura eccessivamente ridondante e dai temi forti e successivamente trasposto in sala grazie al fenomeno del cinema d’exploitation negli anni Settanta e Ottanta.
Dal mio amore per il filone criminale, i polizieschi, il noir. Volevo però mostrare la quotidiana banalità della violenza, che quel filone ignorava. In genere in quei film vedi uno che spara, quello che muore, taglio sulla scena seguente. In “Pulp Fiction” restiamo a vedere come i personaggi reagiscono di fronte alle conseguenze dei loro atti. C’è un crescendo di tensione, ma poi non te ne vai via, rimani lì.
Quentin Tarantino
Genere di profonda formazione per il cineasta originario di Knoxville, da cui prenderà spunto per quasi tutta la sua filmografia, composta da personaggi eccentrici, omaggi ad un cinema spesso considerato di serie B, violenza e una marcata concentrazione verso dialoghi e monologhi lunghi e corposi, eppure straordinariamente iconici e intrattenenti.
Trama e personaggi
La storia narra le vicende, connesse tra loro ma raccontate in modo estemporaneo, di vari personaggi appartenenti, in un modo o nell’altro, alla malavita americana. Vincent (John Travolta) e Jules (Samuel L. Jackson) che devono recuperare una valigetta dal misterioso contenuto per conto del loro boss Marsellus Wallace (Ving Rhames); Butch (Bruce Willis) obbligato a perdere un incontro di Boxe; Mia (Uma Thurman) che vuole passare una bella serata; infine Ringo (Tim Roth) e Yolanda (Armanda Plummer) che stanno preparando una rapina a mano armata.
Tutti i personaggi presenti nel film, sia principali che secondari, sono il cuore pulsante della pellicola, tutti quanti iconici sia per la loro estetica che per il loro carisma, caratterizzati (grazie alla penna di Tarantino) da dei dialoghi accattivanti, molto “da ghetto”, che li rendono incredibilmente simpatici e amichevoli, come se fossero dei compagni da pub, nonostante si stia parlando di spietati criminali o di soggetti di bassissima moralità ed etica, con tantissimi vizi e pochissime virtù.
Particolare nota di merito per Mia Wallace, Jules Winnfiled e Vincent Vega. La prima, interpretata da una grandissima Uma Thurman, padrona di una sensualità e di un magnetismo da femme fatale unici nel suo genere, il secondo, interpretato dal Samuel L. Jackson, che vanta l’evoluzione caratteriale più netta tra tutti e per finire il terzo, interpretato da John Travolta, in assoluto il personaggio più divertente di tutta la pellicola.
Un cast di prim’ordine
Il merito del successo dei protagonisti è, ovviamente, anche da attribuire alla bravura dell’immenso cast di cui Tarantino si è servito per il suo film, comprendente di pezzi da novanta come Bruce Willis, Eli Roth e il già citato Samuel L. Jackson, che ottenne grazie alla sua interpretazione la candidatura come Miglior attore non protagonista agli Oscar. Tutti gli attori interpretano la loro parte egregiamente, riuscendo a splendere singolarmente a pari merito e, in certi casi, a dare una svolta alla propria carriera.
È proprio grazie alla sua interpretazione in Pulp Fiction che Travolta riuscì a rilanciare il suo nome a Hollywood, riprendendosi da una fase calante dopo l’iniziale successo di fine anni ’70 con film come La febbre del sabato sera e Grease. Anche Uma Thurman, grazie alla pellicola, vide la sua carriera finalmente consacrata. Entrambi gli attori ebbero la candidatura agli Oscar rispettivamente come miglior attore protagonista e miglior attrice protagonista.
Regia e montaggio
La regia di Quentin Tarantino è perfetta: le riprese minuziose e precise sono a volte fisse in un punto a riprendere gli eventi e altre volte accompagnano i movimenti dei personaggi, come per esempio nel piano sequenza iniziale, dove Vincent e Jules hanno quell’iconica discussione in corridoio in merito alla funzione erotica dei piedi, esattamente poco prima di eseguire una carneficina, oppure nella bellissima scena di ballo tra Vincent e Mia.
Il montaggio della pellicola non è in ordine cronologico. Risulta incredibilmente frenetico e dunque capace di non farti mai sentire la durata di oltre due ore di pellicola. Ciò permette allo spettatore di non essere mai distratto durante la visione e di rimanere concentrato nel corso di tutta la durata del film, in modo da riuscire alla fine ad avere il quadro completo di tutti gli eventi narrati.
Dialoghi
I dialoghi del film come detto in precedenza sono molto da strada, volgari, diretti, assurdi e con riferimenti alla cultura pop americana. Un punto di forza però da non sottovalutare, che contribuisce ad aumentarne il fascino, è il loro cozzare con gli eventi che stanno accadendo nel mentre.
Alcuni esempi si concretano: nella già citata discussione sui piedi prima di un omicidio, o di Vincent che si lamenta con il suo pusher del fatto che qualcuno gli ha rigato la macchina, condannandolo come gesto immorale e “contro ogni regola” proprio mentre sta acquistando dell’eroina, o per finire di Jimmie, interpretato da Quentin Tarantino stesso, che nonostante si ritrovi un cadavere in garage ci tiene a specificare che il suo caffè è buono perché compra roba di qualità.
Per Pulp Fiction presi molto da cose vissute crescendo in un quartiere poco raccomandabile di Los Angeles come la South Bay. Ho visto e ascoltato parlare gente così e li ho mescolati con la mia immaginazione.
Quentin Tarantino
Proprio grazie a questo forte distacco tra parola ed evento lo spettatore s’innamora dei personaggi del regista, senza mai più riuscire a rimuoverli dalla sua memoria.
Il successo del film e di Tarantino
Non senza qualche controversia, Pulp Fiction fu accolto dalla critica e dal pubblico, fin da subito, come un capolavoro e consacrò Quentin Tarantino, già dopo l’enorme successo del suo primo film Le iene, come la nuova promessa del cinema americano. Esso vantò un budget di otto milioni di dollari e un incasso complessivo di oltre cento milioni in totale.
Al giorno d’oggi, sono tantissimi i giovani cineasti influenzati dai dialoghi dirompenti e dalle scene di violenza esagerate, grottesche e spesso divertenti dei film di Tarantino.
Premi e riconoscimenti
Oltre alla Palma d’oro, assegnata da Clint Eastwood al Festival di Cannes del 1994, Pulp Fiction vanta: sette candidature ai premi Oscar tra cui Miglior Film e sei ai Golden Globe, in entrambi i casi vinse per la Miglior sceneggiatura. Tra gli altri molteplici traguardi raggiunti si possono citare le nove candidature ai BAFTA (vinti due), due premi ai David di Donatello, la candidatura al premio César e al Nastro d’argento.
Pulp Fiction trent’anni dopo
Pulp Fiction è tuttora il film più rappresentativo di tutto ciò che è il mondo di Tarantino, non fermandosi al semplice omaggio ma diventando il simbolo per eccellenza di un nuovo tipo di cinema, un film d’autore magnificamente diretto ma con il cuore e le fondamenta ereditate da un cinema low budget oramai non più esistente. Se oggi il termine Pulp è stato sostituito spesso e volentieri dal termine Tarantiniano è proprio grazie a questa pellicola.
Se posso dare un consiglio a chi, come me, non ha mai smesso di amare questo film e a chi non ha ancora avuto la fortuna di vederlo, correte in sala a goderne della sua nuova versione restaurata in 4K, nei vari cinema italiani a partire dal 18 novembre fino al 20 novembre.
a cura di
Andrea Rizzuto
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