Fino al 13 marzo, Palazzo Albergati farà da cornice a più di novanta opere dell’artista emiliano Giovanni Boldini. La mostra Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima si unisce, infatti, alle celebrazioni per il novantesimo anno dalla morte del pittore, organizzate da un Comitato di studio nominato dal Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte.
Curata dallo storico dell’arte ed esperto “boldiniano” Tiziano Panconi, la rassegna non propone solo Boldini, ma anche alcune importanti opere di confronto. Tra le sale appaiono, infatti, alcuni suoi contemporanei come Vittorio Matteo Corcos, Federico Zandomeneghi, José Villegas Y Cordero, Paul Cesar Helleu e molti altri.
Tra i prestatori delle opere abbiamo Il Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia, catalogatore delle sue opere, il Museo Giovanni Boldini di Ferrara, Museo di Nervi – Galleria d’arte Moderna – GAM di Genova, Ca’ la Ghironda – ModernArtMuseum e molte altre collezioni pubbliche e private.
Il percorso museale si snoda su due piani e percorre cronologicamente e tematicamente la vita di Giovanni Boldini. Il pittore nasce a Ferrara nel 1842, ma il suo intuito e la sua sensibilità lo portano, in un secondo momento, ad intraprendere un’esperienza creativa di forte stampo internazionale.

Il viaggio da Ferrara a Firenze, verso Parigi
La prima parte racconta le fasi iniziali della sua attività artistica. Il periodo ferrarese è segnato dal rapporto complicato con il padre pittore, ma anche dal fervido clima politico e sociale. La nuova attività culturale ed il rinnovato edonismo, in contrapposizione all’atmosfera stagnante della dominazione papalina, vengono assorbiti da Giovanni. Inizia a ritrarre le ragazze che frequenta ed il suo stile si distacca nettamente da quello del padre. A Firenze entra a contatto con i Macchiaioli ed instaura rapporti fondamentali, come quello con Telemaco Signorini.
All’entrata troviamo subito Eterna Bellezza, una video installazione in cui appaiono, prima attraverso dettagli sfocati e poi in maniera sempre più distinta, le donne – nobildonne, attrici, principesse – ritratte da Boldini. I dettagli si riverberano in una galleria di specchi, in un riflesso eterno e luminoso.

La Maison Goupil ed il gusto fin de siècle
Nel 1971 lascia definitivamente Firenze per Parigi, dove abita a Place Pigalle con la compagna Berthe ed inizia a collaborare con il noto mercante Goupil. Qui si lascia affascinare dallo stile di Marià Fortuny y Marsal, in cui vede il progresso che andava cercando.
Se ne distacca però facilmente, in modo particolare nei ritratti. La sua padronanza tecnica gli permette di scompaginare definitivamente gli schemi descrittivi degli anni Settanta e lasciar crescere la sua sensibilità dinamica, che lo renderà il ritrattista della Belle Époque. Le femmes divines di Boldini, elegantissime e vestite in abiti di alta moda, arrivano ad affascinare artisti come Klimt, de Toulouse-Lautrec e Degas.
Tecnica, talento, sensibilità estetica e psicologica straordinari consentirono a Giovanni Boldini di cogliere gli stati d’animo più profondi, di tracciare con scioltezza i perimetri visivi, spirituali e emotivi delle personalità e degli ambienti aristocratici nei quali si consumavano convenevoli e riti effimeri di un’epoca ricca di contraddizioni umane ancor prima che sociali.
Tiziano Panconi

Le nouveau siècle
Il fil rouge della mostra, come della pittorica stessa di Boldini, sono le donne. Il secondo piano si apre con un autoritratto, per poi lasciar spazio all’universo femminile che tanto affascina il pittore. Attraverso di loro, però, porta su tela anche lo scorrere del tempo ed i cambiamenti della sua epoca.
Quindi si inizia con la Belle Époque della sua giovinezza, nella Parigi scintillante dell’Esposizione universale e nel pieno del suo progresso sociale, per poi passare a quella della senilità, colpita dall’arrivo del primo conflitto mondiale. Boldini ha, per sessant’anni, visto sfilare bellezza e storia nel suo studio, dando modo a quelle donne di slacciarsi dalla rigidità delle proprie case e sentirsi protagoniste.

Le donne di Boldini sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della propria femminilità.
Tiziano Panconi
La mostra è ben illuminata ed approfondisce e mette in luce i cambiamenti e le trasformazioni di Giovanni Boldini, anche grazie all’audio-guida compresa nel biglietto, regalandoci aspetti del pittore meno noti.
a cura di
Andrea Romeo
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