Respingere la guerra per l’autodeterminazione dei popoli

Respingere la guerra per l’autodeterminazione dei popoli
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Ieri in un corteo partito da Piazza del Nettuno a Bologna si è manifestato contro la guerra dopo i fatti avvenuti in Ucraina.

La mattina del 24 febbraio la Russia ha iniziato l’invasione dell‘Ucraina da Sud, Est e Nord, annientando le forze aeree ucraine. Immediata la condanna di queste operazioni dal mondo occidentale con conseguente decisioni per sanzioni pesanti contro l’economia russa. Nel frattempo le piazze principali in Italia (Roma, Milano, Bologna) non hanno esitato a farsi sentire per ribadire il NO alla guerra.

Una situazione difficile che noi conosciamo bene; è partita nel 2014 con un colpo di stato in Ucraina dove oggi ci sono dei nazionalisti aiutati anche da truppe paramilitari di stampo neonazista. Una Russia che quindi stavolta ha attaccato in preda al più matto degli sciovinisti, dei nazionalisti come anche Putin. Però abbiamo visto come in questi giorni la NATO e l’UE abbiano voluto, come in tutti questi anni, l’accerchiamento ad Est.

Non a caso infatti il confine dell’Est è uno dei punti di frattura principali all’interno di quella che è oggi una competizione globale sempre più forte e che con il Covid ha ricevuto un’ulteriore accelerazione. Lo abbiamo visto con il prezzo del gas aumentato; lo vediamo con i ricatti che cercano di fare Stati Uniti e Russia con l’aumento dei prezzi delle materie prime, petrolio e gas.
Però la situazione che si  è venuta a creare ci parla soprattutto di uno dei più pazzi ad essere stati coinvolti, gli USA , quelli che pensavano di essere i capi del mondo, quelli che se ne sono andati dall’Afghanistan dopo aver portato distruzione e guerra per decenni, con la coda tra le gambe mentre i civili venivano lasciati agli estremisti che hanno preso e hanno iniziato a violentare le popolazioni.

Queste le parole urlate ieri al microfono durante il corteo a cui hanno partecipato CUA, Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, Cobas e tanti altri.

E l’Italia da che parte sta?

Draghi ha dichiarato che 3 400 soldati italiani sono pronti per rafforzare la parte Est della NATO. Alcuni uomini e donne sono già in Romania e Albania.

La piazza di ieri invece si trovava su posizioni diametralmente opposte:

Oggi ci troviamo in una situazione in cui stanno scatenando un conflitto sempre più alto; stanno tenendo l’asticella sempre più alta. Non si prendono la responsabilità di quello che stanno portando avanti e di tutte le basi NATO che hanno costruito in tutto il mondo e in primis nel nostro paese.
L’Italia oggi ha dichiarato di essere sempre al fianco della NATO, sempre vicino alla potenza atlantica, soprattutto per l’Unione Europea che per questo si sta schiacciando, che pensa invece più che altro a portare la guerra in altri paesi.

Non c’è solo l’Ucraina. L’Europa le sue prove di guerra le sta facendo nella terra del Sahel, costruendo l’esercito europeo e quelli sono i primi nemici che dobbiamo combattere perché quei nemici sono casa nostra. Nel nostro striscione abbiamo scritto “guerra alla guerra” perché è la loro guerra, però noi ne siamo parte, sono i nostri paesi coinvolti, sono le nostre popolazioni coinvolte, sono le nostre Università quando stringono rapporti con il  Ministero della Difesa, con lo stato di Israele… è tutto un sistema che si sta attrezzando per la guerra.

No alla guerra

No alla guerra, nè con Putin nè con la NATO. Un messaggio chiaro che molti hanno condiviso vista la grande partecipazione che c’è stata da parte di tutte le fasce d’età.

L’unica soluzione sarebbe quella diplomatica, mettendo fuori discussione un intervento militare per non buttare altra benzina sul fuoco e non far ricadere le conseguenze della guerra sui civili che, come sempre, pagherebbero il prezzo più alto.

Oggi il primo imperativo è combattere il nemico a casa nostra, appoggiare i popoli che sulla loro pelle vedono consumarsi la guerra, le morti e i bombardamenti; lo scontro che stanno portando avanti non ne hanno interesse né gli europei che con il gas e il nucleare si stanno vedendo una beffa ecologica davanti al naso e in primis tutte le generazioni che sono scese in piazza per chiedere un cambiamento reale e la popolazione russa ed ucraina; anzi quello che gli comporta la guerra sulle materie prime e sulle risorse energetiche va direttamente sui popoli.

Oggi in questa piazza dichiariamo guerra alla loro guerra imperialista e a tutti gli imperialismi che vengono portati avanti sulla pelle dei popoli; sanno che quello che stanno portando non è semplicemente la distruzione della ragione in Ucraina, non è la distruzione che porta i paesi lontani dai nostri ma è un vero e proprio baratro di barbarie a cui il nostro modello di sviluppo ci sta portando.

Un’evoluzione non del tutto inaspettata

Non è facile sintetizzare tutte le dinamiche internazionali che ci sono state in questi anni, ma sicuramente ciò che sta succedendo è strettamente correlato alla rivoluzione ucraina del 2014.

In quell’anno la Russia si rifiutò di riconoscere il nuovo governo ad interim ucraino, considerandolo un colpo di stato, con conseguente integrazione della Crimea nella federazione Russa.
Nello stesso anno si autoproclamarono due regioni indipendenti nell’area del Donbass. Infatti in quella regione ci furono proteste pubbliche pro-Russia che sfociarono in scontri tra nazionalisti ucraini e forze separatiste. Sempre correlato a questi eventi, nonostante un’iniziale rigetto, l’Ucraina rese prioritaria l’adesione alla NATO; di fatto questo significa l’allargarsi a Est dell’Alleanza atlantica, stuzzicando la Russia.

Una guerra schifosa scoppiata con le bombe russe sull’Ucraina ma iniziata già da 8 anni fa con il colpo di stato sostenuto dai nazisti come dall’Ue in Ucraina. Un’ Ucraina che ormai è un tassello nella NATO, nel conflitto fra potenze in cui vogliono trascinare anche l’Italia e tutta l’Europa. […] serve una descalation reale, serve bloccare la guerra ovvero col dialogo internazionale che è l’unico strumento reale per formare questo conflitto.

Non possiamo accettare di venire trascinati con un’altra guerra voluta dagli Stati Uniti; prendono i loro alleati, li lanciano nella guerra e li abbandonano un secondo dopo come sta succedendo adesso. Per questo continuiamo a dire che bisogna opporsi alla guerra imperialista e alla NATO.

a cura di
Alice di Domenico

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