“Siamo Universi”: a Cesena ritorna il festival FU ME

“Siamo Universi”: a Cesena ritorna il festival FU ME
Condividi su

Il 29, 30 e 31 luglio ritorna a Cesena FU ME, festival di teatro contemporaneo, musica e incontri organizzato dalla compagnia cesenate Alchemico Tre, con la direzione artistica di Michele Di Giacomo e inserito del programma di “Cesena Riparte, che spettacolo!” del Comune di Cesena.

Il festival, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, si svolgerà presso il Parco di Villa Silvia Carducci, e il titolo scelto per quest’anno sarà “Siamo Universi“.

Abbiamo intervistato Michele Di Giacomo, per farci spiegare qualcosa in più su FU ME.

Michele, il Festival è nato nel 2020, durante la pandemia. Cosa ti ha spinto a mettere in piedi un progetto come FU ME in questo periodo storico?

Il Festival era stato pensato e ipotizzato prima dell’arrivo dalla pandemia e a inizio febbraio 2020 il programma era definito nella sua quasi totalità. L’arrivo del Covid e del seguente lunghissimo lockdown ha messo in forse tutto e chiaramente anche il Festival. Ma già a maggio quando si è iniziato a parlare di aperture e di eventi all’aperto, ho sentito essenziale farlo, essenziale esserci per dare un segnale di ripartenza interna ed esterna.

Interna perché il nostro settore era stato piegato, semi distrutto, quindi FU ME era per me un’opportunità per gli artisti ospiti di farli incontrare nuovamente il pubblico (per molti è stata una prima volta dopo mesi di fermo). Ma come dicevo anche un segnale esterno, un gesto per la mia città.

FU ME significa Future Memorie: è un invito a condividere emozioni e riflessioni assieme avendo come veicolo l’arte, ed immaginare così dei possibili futuri. Ecco che FU ME poteva essere un momento di costruzione, di sguardo in avanti per tutti.

Finalmente siamo tornati agli eventi in presenza, seppur con qualche limitazione. Secondo te il teatro, in quest’epoca post-Covid, si dovrà reinventare? Come vedi il teatro online?

Inevitabilmente faremo tesoro di quello che la Pandemia ci ha costretto a inventare per cercare di esserci, di sopravvivere. Il teatro da sempre è abituato alla metamorfosi, ad adattarsi ed è riuscito a farlo anche in questo caso, seppur con molte difficoltà. Aver utilizzato il digitale, le piattaforme di meeting, le forme ibride e a distanza lascerà le sue tracce. I teatranti si sono confrontati e hanno conosciuto un linguaggio che rientrerà nelle creazioni e nelle forme di relazione con il pubblico ma il teatro è in presenza, dal vivo e qui e ora. E credo che questa caratteristica non cadrà mai.

Il tema dell’anno scorso di FU ME era il futuro, quello di questa edizione è “Siamo Universi”. Qual è stata l’evoluzione rispetto alla prima edizione e perché è stato scelto questo titolo?

Lo scorso anno sentivamo la necessità di guardare in avanti, di immaginare un futuro e dare un segnale propositivo dopo i mesi di immobilità del lockdown ma non abbiamo scelto un tema che legasse le tre serate se non lo sguardo verso il futuro.

Quest’anno il Festival ha un solo tema che viene declinato in tre aspetti differenti, uno per ogni serata. SIAMO UNIVERSI è il tentativo di creare assieme spazi in cui vengano abbandonate etichette, divisioni e di conseguenza discriminazioni. Un cosmo in cui tutti siamo unici perché portatori di storie uniche, in cui tutti siamo universi.

Festival FU ME 2021
Quali tematiche verranno affrontate con i vari spettacoli?

Tre le declinazioni, una per ogni serata: menti, corpi e identità. E in ogni serata tre appuntamenti; un incontro, uno spettacolo teatrale ed un concerto.

Nella prima serata, dedicata alla mente, avremo lo spettacolo di Caroline Baglioni “Gianni”. Caroline mette in scena i nastri che lo zio, un TSO suicida, registrò nel corso di qualche anno. Un flusso di coscienza che diventa atto poetico e politico. Prima avremo un incontro con Karen Venturini e il padre Ernesto, uno psichiatra Basagliano. E dopo il concerto a fumetti di Alessandro BaroncianiQuando tutto diventò blu” la storia di Chiara, una ragazza che cade in depressione.

La seconda sera è dedicata alla vulnerabilità del Corpi. Avremo lo spettacolo del Teatro Dell’Elfo “Road Movie” con Angelo di Genio. Un viaggio Coast to Cost nell’America degli anni 90: un uomo alla ricerca dell’amore che si confronta sia con se stesso che con il dilagare dell’AIDS in America. Prima avremo l’incontro con Bazzi, autore di Febbre e dopo il concerto di Alessandra Novaga che ha “musicato” Il giardino del regista Derek Jarman, morto anche lui di AIDS negli anni 90.

La terza serata ci racconta delle identità. Lo spettacolo che proponiamo è stato scelto dopo una call nazionale, pensata per sostenere gli spettacoli prodotti negli ultimi anni e che non hanno potuto girare ed è stato selezionato da un gruppo di under 30 del territorio. Si tratta di “Pochos” di Benedetto Sicca.

Festival FU ME 2021

A Napoli, un ragazzo lancia un post su una chat di appuntamenti gay con l’ invito a giocare una partita di calcetto. Nel giro di qualche settimana “la partitella” diventa una consuetudine e i ragazzi formano una squadra che si battezza col nome “Pochos”, scugnizzi in spagnolo, in onore del nomignolo del calciatore Lavezzi. Una vicenda reale che diventa un gioco teatrale ironico e coinvolgente per parlare di Coming Out e discriminazione anche all’interno della stessa comunità omosessuale.

Prima avremo l’incontro con FUMETTIBRUTTI, fumettista che ha raccontato con la sua trilogia autobiografica di identità e transizione. Dopo avremo Giorgieness cantante che sostiene la cause LGBTQ.

Quali novità dobbiamo aspettarci da FU ME 2021?

La volontà è che FU ME diventi un contenitore sempre più ampio di stimoli e proposte e che possa essere abitato sempre di più dalle giovani generazioni.

Quest’anno abbiamo attivato un laboratorio di critica e giornalismo per under 30 e proporremo una produzione realizzata ad hoc per FU ME, cioè “Controversi”, un’ installazione poetica diffusa visibile nei propri cellulari.

Credo che questa possa essere la direzione: aumentare la proposta di laboratori e workshop e diversificare le proposte artistiche ed i linguaggi che proponiamo, dalla performance, alla video arte, dalla danza alle installazioni.

Infine, ultima domanda: FU ME è un festival che dialoga con la città di Cesena. Qual è il valore che desideri portare alla comunità locale?

Il desiderio è che in FU ME si veda un’occasione per fare comunità assieme, per riflettere, emozionarci, che sia uno spazio di espressione e partecipazione della città. L’arte deve unire e non dividere. Un momento di festa ma non fine a se stessa ma che possa fornire occasioni di riflessioni e di incontro. Noi ci proviamo e ci crediamo.

Se anche voi non volete perdervi FU ME, l’appuntamento è per il 29, 30 e 31 luglio, nel Parco di Villa Silvia Carducci a Cesena. Per maggiori informazioni e per consultare il programma dettagliato:

Sito: https://www.alchemicotre.com/fu-me-festival
IG: fume_festival
FB: fumefestivalcesena

a cura di
Daniela Fabbri

Seguici anche su Instagram!

LEGGI ANCHE – Capire il G8 di Genova vent’anni dopo: 2001-2021
LEGGI ANCHE – Alessandro Bergonzoni – CenSer – 18 luglio 2021

Condividi su

Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *