Judith Owen intervista sul nuovo lavoro

Judith Owen intervista sul nuovo lavoro
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La cantaurice, peformer e attrice gallese Judith Owen, la cui gamma stilistica abbraccia rock, pop, classica, jazz, blues e teatro musicale, condivide il disco Judith Owen Swings Christmas.Il disco include anche sette tracce bonus natalizie, precedentemente pubblicate e ora aggiornate e rimasterizzate, dai suoi precedenti album natalizi.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Judith Owen, in occasione del Natale e di questo nuovo disco a tematico. Ecco cosa ci ha raccontato, a partire da John Wasson, il suo compagno, al suo rapporto con l’Italia.

  1. Come hai conosciuto John Wasson, e quando hai capito che era il produttore perfetto per questo disco? Vi siete trovati bene sin da subito a lavorare insieme? Come ha saputo influenzarti?

Ma ci credi se ti dico che non ci siamo mai incontrati di persona, solo su Zoom! John è arrivato alla mia attenzione grazie al mio direttore musicale, David Torkanowsky, che parlava in modo entusiasta dei suoi arrangiamenti. Ha lavorato su un paio di brani di “Come On And Get It”, e sono rimasta sbalordita da quanto perfettamente avesse trascritto le parti dei fiati che avevo cantato come guida, e da quanto fossero impeccabili i suoi voicing. Certo, non guasta il fatto che sia un trombonista, come Nelson Riddle. E i suoi arrangiamenti in Swings Christmas provengono proprio da quel tipo di ispirazione, pur rimanendo profondamente “Wasson”. Spero solo che un giorno riusciamo davvero a incontrarci, così potrò dilungarmi ancora di più su quanto sia straordinario!

  1. Come hai scelto gli altri nomi che compaiono in questo album? Con chi di loro hai lavorato qui per la prima volta?

È stata la prima volta con la Big Band sia per Jamison Ross che per Victor Goines, e la loro presenza si è fatta davvero sentire. Jamison era già su Judith Owen Comes Alive, uscito all’inizio di quest’anno, ed è stato piuttosto speciale, ma nella Big Band è l’arma segreta. Swinga in modo travolgente ed emozionante, è semplicemente straordinario. Victor, invece, è stato una gioia da vedere mentre guidava la sezione verso momenti musicali raffinati e intensi. Ancora una volta, devo ringraziare Torkanowsky per aver selezionato la band e per aver capito quale fosse la chimica perfetta per creare una Big Band potente e memorabile.

  1. Che fascino ha il Natale per te? E quali ricordi ti vengono in mente quando parliamo di Natale?

Ho davvero un rapporto dolce-amaro con il Natale. Mia madre è morta poco prima di Natale quando ero bambina, e questo mi ha fatto sia provare paura che adorazione verso questa festa perché lei mi aveva trasmesso la sua magia attraverso canzoni come queste e film nostalgici senza fine. Cantare questi classici mi riempie di quella gioia e di quei ricordi affettuosi di cui ho tanto bisogno in questo periodo dell’anno. Questo album ti mette nell’umore giusto per le festività: per ballare intorno all’albero, indossare maglioni buffi, sentirsi di nuovo bambini e avere un calore dentro, indipendentemente dalla follia che accade nel mondo!

  1. Cosa rispondiamo a chi pensa che i dischi di Natale sono da sfigati?

Ci sono tanti album di Natale “sdolcinati” là fuori, ma questo non è uno di quelli. Detto ciò, io adoro lo sdolcinato.

  1. Sei mai stata in Italia? Che pensieri leghi al nostro paese?

Ho trascorso molte estati meravigliose a Siena da bambina, e l’Italia è rimasta uno dei miei paesi preferiti da allora. Amo l’arte, il cibo, la storia, la moda, le auto… quindi è naturale che l’Italia mi affascini. Non vedo l’ora di tornare per suonare al Blue Note di Milano il 25 marzo con la mia band di New Orleans, “The Gentlemen Callers”. Lo spettacolo di quest’anno lì è stato straordinario. Siete un pubblico fantastico, pieno di gioia e di musicalità. Mi avete persino perdonata quando ho mescolato il Prosecco con l’acqua frizzante!

a cura di
Staff

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Cristina Cerioni

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