“Animale | Umano” – la recensione in anteprima
L’11 luglio arriverà nelle sale italiane con Draka Distribution Animale | Umano, prima opera di finzione di Alessandro Pugno. A seguito trovate la recensione in anteprima!
“Animale|Umano è un’opera cinematografica che si serve della tauromachia come pretesto narrativo per raccontare una storia senza tempo e universale, che mette in questione le definizioni “animale” e “umano” per chiedersi che cosa le accomuni.”
Alessandro Pugno
Queste sono le parole usate dal regista Alessandro Pugno per descrivere la sua opera prima Animale|Umano, che arriverà nelle sale italiane giovedì 11 luglio. La sua distribuzione sarà affidata a Draka Distribution di Corrado Azzollini.
Un dramma coming of age che narra il passaggio dall’infanzia all’età adulta, raccontando le storie parallele dell’aspirante torero Matteo e del vitello Fandango. Il primo è un ragazzo cresciuto nel nord Italia con un rapporto complesso con la morte, il secondo un animale allevato con l’intento di diventare un toro da corrida. Le loro vite agli antipodi sono destinate ad incrociarsi e, solo in quel momento, entrambi potranno dire di aver raggiunto il loro equilibrio.
“Animale|Umano”: cosa c’è alle spalle del film
Animale|Umano è una co-produzione internazionale tra Italia, Spagna e Messico, scritto dallo stesso Alessandro Pugno e da Natacha Kucic (finalista al Premio Solinas nel 2015). Il film è stato selezionato in concorso alla 42° edizione del Bellaria Film Festival, ma anche alla 38° edizione del Festival Internacional de Cine de Mar del Plata e al 20° Festival de Cine Europeo de Sevilla.
Tra i produttori si annoverano in Italia Redibis Film (Daniele Segre e Daniele de Cicco), mentre in Spagna Pecado Films (Jose Alba) e First Draft (Natacha Kucic) e, infine, in Messico Una Comunión (Paola Herrera). Bisogna, però, ricordare anche il contributo di:
- il Ministero della Cultura – Fondo Coproduzioni Minoritarie
- Piemonte Film Tv Fund
- Instituto de la Cinematografía
- Eurimages
- Ministerio de Cultura y Deportes
- Gobierno de España
- Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Film Tv Development Fund
- Agencia Andaluza de Instituciones Culturales
- Ibermedia
- Creative Europe Programme-MEDIA
- Canal Sur
- CREA SGR.
Il cast presenta diversi attori già noti come, per esempio, il protagonista Guillermo Bedward, già visto in Tolkien di Dome Karukoski e Rocketman di Dexter Fletcher. Altri nomi sono Silvia Degrandi (Parthenope, La pazza Gioia), Paola Sotgiu (Suburra – La Serie, A casa tutti bene – La Serie), Brontis Jodorowsky (Poesia senza fine, Animali Fantastici: i crimini di Grindelwald). Sullo schermo infine anche Donovan Raham, Antonio Estrada, Juan Quiñones e, alla sua prima apparizione, Ian Caffo nei panni di Matteo da bambino.
Il confine sottile tra uomo e animale
Come detto anche da Alessandro Pugno in persona, Animale|Umano si propone di riflettere sulle definizioni di “animale” e di “umano”, all’apparenza creature distinte ma, in realtà, incredibilmente connesse. Non a caso, il film si apre proprio con le definizioni da vocabolario delle due parole che ne compongono il titolo. “Animale” può significare “bestia”, “essere senziente”, “con anima”; viceversa, “umano” viene definito come “animale razionale”, “dotato di empatia” e “di natura imperfetta”. Questo inizio, scarno ma efficace, serve anche ad impostare la struttura della narrazione sia da un punto di vista materiale che simbolico.
Il racconto delle vite di Matteo e Fandango è infatti organizzato in sei capitoli, corrispondenti alle sei definizioni sopra citate. Questa suddivisione non segue però una linea temporale classica, con uno sviluppo cronologico della vicenda. Infatti, soprattutto per quanto riguarda Matteo, vi sono costanti salti temporali tra passato e presente e, di conseguenza, i capitoli acquisiscono significato solo se letti sul piano simbolico. Per esempio, nel primo capitolo, Bestia, il focus è la rabbia incontrollabile di Matteo, mentre nel capitolo quattro, Dotato di empatia, sia Matteo che Fandango fanno i conti con le loro emozioni. Nel caso del ragazzo si tratta di entrare in contatto con la sua parte più fragile; il vitello, invece, dimostra la sua natura mite.
I capitoli svolgono anche una funzione di rafforzamento simbolico del parallelo tra uomo e animale. Le definizioni di inizio film vengono infatti mescolate, creando un’alternanza tra “animale” e “umano”. Sia Matteo che Fandango non riescono a svolgere il proprio ruolo: le difficoltà dell’uomo sono legate alla sua parte animale, mentre quelle della bestia alla sua parte umana. La resa dei conti, rappresentata dal momento in cui questi due lati riescono finalmente ad incontrarsi e fondersi, è il capitolo sette: Animale|Umano.
La paura della morte
Un altro tema centrale del film è sicuramente il rapporto con la morte, sia da parte dell’uomo che da parte del vitello. Nel secondo caso, si tratta di una paura naturale insita a tutte le creature. Fandango ha guardato la morte negli occhi: ha visto il cadavere paterno, ma – soprattutto – è scampato al mattatoio. Il senso di inquietudine che ne deriva può parzialmente spiegare la sua natura mite. Tuttavia, la bestia è anche apparentemente indifferente verso la morte.
Uno stato d’animo simile, seppure con più sfumature di grigio, è riconoscibile anche in Matteo. Da bambino, ovunque si girasse, c’era la morte ad aspettarlo: la sua famiglia gestiva un’impresa di pompe funebri e sua madre era gravemente malata. Venendo da un contesto simile, era inevitabile che Matteo crescesse con una visione distorta della vita e della morte. La paura, nel suo caso, si trasforma infatti in un atto di sfida: ai suoi occhi il toro rappresenta la morte in persona e, solo partecipando alla corrida, può sconfiggerla.
Nel corso di Animale|Umano questo tema viene esplorato a fondo, utilizzando svariati punti di vista. Nel mondo simbolico della pellicola lo scontro fra toro e torero è, dunque, una battaglia con la morte tanto per l’uomo quanto per l’animale, ancora una volta indissolubilmente legati. Ciò che colpisce lo spettatore è però il fatto che, per riuscire a partecipare alla corrida, questa visione debba essere abbandonata. Matteo e Fandango devono imparare a gestire le proprie emozioni e le proprie paure, perché, usando le parole del maestro del giovane, “non si può uccidere la morte”.
In conclusione
Animale|Umano è una storia di crescita personale che prova a rispondere ad un interrogativo sempre valido: uomo e animale sono poi così differenti? Secondo la filosofia del film, sono in realtà molto simili e, anzi, l’individuo necessita sia di un lato “animale” che di uno “umano”.
La scelta di utilizzare la tauromachia come sfondo alla narrazione è sicuramente interessante, dal momento che introduce un elemento di lotta. Anche questa, come i capitoli, può essere intesa sia sul piano materiale (lo scontro tra toro e torero), che su quello simbolico (la battaglia tra le due parti che costituiscono l’individuo).
In conclusione, nonostante a tratti possa apparire didascalico, la pellicola riesce comunque a mantenere sempre viva l’attenzione dello spettatore e a coinvolgerlo emotivamente nel racconto. Matteo e Fandango provengono da mondi opposti, eppure sono anche due facce della stessa medaglia.
Allo spettatore rimane quindi solo da chiedersi: perché dovrei scegliere tra essere un uomo o essere un animale?
a cura di
Claudia Camarda
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