Bombay torna con “Canzonissime”

Bombay torna con “Canzonissime”
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“Canzonissime” è il nuovo e notevole disco di Bombay, cantautore romano con una vena malinconica ma anche con molto gusto per il surreale, che si esplicita soprattutto in video come l’ultimo che ha realizzato, “Prima di mandare tutto all’aria”. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Ciao, ti va di condividere un aneddoto particolare che riguarda la realizzazione del tuo nuovo album?

Ciao a tutti. Io sono Bombay e con gli aneddoti ci ho fatto 5 dischi. Abbiamo riso, io e Riccardo Pasquarella, quando il giorno che stavamo registrando le voci nel garage/sala prove del mio amico Gabriele (grazie mille Gabri) continuavamo a sentire questo rumore di fondo molto forte su tutti take di voce e non capivamo da dove venisse: se dal mic, da qualche cavo rotto. Visto che quel giorno diluviava e l’acqua da sopra entrava nella galleria dei garage e piano piano stava entrando anche nel garage dove eravamo, abbiamo pensato che qualche cavo si fosse bagnato e che ci fosse il rischio che di lì a poco una schicchera di corrente ci avrebbe ucciso. L’ansia cresceva insieme a quel maledetto rumore che continuavamo a non capivamo da dove venisse. Stavamo veramente impazzendo fino quando abbiamo aperto la serranda del garage e abbiamo sentito che il rumore veniva dal garage di fianco dove all’interno, un vecchietto, stava lavorando col frullino ad una enorme lastra di metallo e faceva un casino assurdo. Perciò abbiamo chiesto al tipo quanto avesse ancora da fare, e visto che non gli mancava molto, siamo usciti a farci un Campari. Per rilassarci.

In che modo credi che “Canzonissime” si distingua dai tuoi lavori precedenti?

Sono più grande, più sereno, e questo credo si senta nel disco. Quando canto in ODORE DI CANNA “Mi chiedi di essere sempre così, io ti sorrido e dico di sì” si capisce che in qualche modo è un buon momento per me, nella vita e nella mia storia in generale. Anche quando canto “se devi lasciami fallo in modo sereno” (in Oggi mi sono buttato al mare”) c’è questo invito a non esagerare, a non sbroccare, perché effettivamente mi sento meno facile alle tragedie, diciamo che ho dato, oggi voglio provare a godermi le cose e a cercare il piacere invece del conflitto.

Qual è stata la parte più emozionante della registrazione di “Canzonissime”?

Il disco l’abbiamo fatto per corrispondenza io e Riccardo Pasquarella: gli mandavo dei video in cui suonavo e cantavo le canzoni e lui ci lavorava e mi mandava i file con gli arrangiamenti. Li ascoltavo e poi registravo col cellulare le voci guida, che gli rimandavo, e lui poi montava il brano. La cosa più bella, quando mi mandava il brano arrangiato, era ascoltarlo per la prima volta e sentire come la canzone che io avevo scritto e che fino a quel momento esisteva solo in forma chitarra e voce, diventava una cosa completa, un brano arrangiato con gli strumenti, gli spazi, le pause e vivevo l’eccitazione di un bambino quando aspetta il giorno importante che venga a casa un amichetto.

Qual è il messaggio principale dietro il brano “Tu Non Puoi Venire Ai Miei Concerti”?

Sai quando le persone a cui tieni continuano a rimbalzarti? ogni volta che gli dici facciamo qualcosa, usciamo, stiamo insieme, hanno sempre altre cose da fare, altre persone da vedere. Ecco Tu non puoi venire ai miei concerti, è un po’ questo: io ci tengo a te, ci sono stato nei momenti difficili e ci sono sempre, però anche tu impegnati un minimo per far funzionare questa cosa.

Cosa ti spinge a continuare a pubblicare musica nonostante le sfide nell’industria musicale?

Mi sento uno spettatore (attento) dell’industria musicale soprattutto dei suoi drammi ma io sono un uomo di musica non di business musicale. Sono anni che sento i musicisti lamentarsi di tutto, delle major cattive, di Spotify ladrona, etc etc. e vedo pochissimi artisti che cercano di cambiare il modo di pensare la propria musica, di fare le cose in piccolo nell’intimo delle cose che contano, sempre tutti a puntare al top al bersaglio cicciotto. Per me la musica è una cosa da condividere con gli amici e con i pochi che mi seguono, non cerco le folle. Per me il momento esatto in cui inizi a credere alla musica come una roba che ti deve far svoltare la vita, hai perso. Sparisce tutta la poesia che ti ho portato a fare musica in primis.

A cura di
Sara Alice Ceccarelli

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Sara Alice Ceccarelli

Giornalista iscritta all’ODG Emilia Romagna si laurea in Lettere e Comunicazione e successivamente in Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università di Parma. Nel 2017 consegue poi un Master in Organizzazione e Promozione Eventi Culturali presso l’Università di Bologna e consegue un attestato di Alta Formazione in Social Media Management presso l'Università di Parma. Ama il giallo e il viola, possibilmente assieme e vive in simbiosi con il coinquilino Aurelio (un micetto nero). La sua religione è Star Wars. Che la forza sia con voi.

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