Wilco – Parco Poesia Pascoli, San Mauro Pascoli (FC) – 24 agosto 2023
Assistere al concerto dei Wilco a dieci minuti da casa è una gran cosa. Perché diventa un ritrovo fra amici di vecchia data, magari con qualche capello bianco in più e pancetta da birra. Sulla grandezza dell’evento niente da dire, ma non pretendete da me, questa volta, di farvi un racconto del concerto da bravo redattore di questo giornale...
Non posso esimermi, ancora una volta, dal ringraziare i ragazzi di Acieloaperto per un programma musicale (siamo alla XI edizione) variegato e di grande interesse. In un panorama arido e un po’ statico come quello dei festival italiani, i ragazzi di Acieloaperto (di cui noi siamo media patner) ancora una volta hanno fatto centro.
Villa Torlonia
Dopo questa doverosa parentesi cominciamo col dire che Villa Torlonia è uno dei luoghi scelti dagli organizzatori (l’associazione culturale Retropop) per gli eventi già da diversi anni. Rispetto alla veste più maestosa della Rocca Malatestiana di Cesena, quella di Villa Torlonia è più raccolta e predisposta ad eventi di nicchia. Sarà forse per lo spirito del poeta Pascoli ma l’atmosfera sospesa ti rimanda in un’altra epoca.
A fare gli onori di casa, all’ingresso della Villa, in una sorta di palco aggiuntivo (Stage B) alle 19.00 sono partiti i live di Angelica e Bianco. La prima proveniente da Monza propone un pop raffinato con interessanti spunti elettronici. Bianco, accompagnato sul palco da Roberto Angelini, è conosciuto per essere uno dei musicisti che accompagnano Niccolò Fabi. Ha all’attivo più di 400 concerti in Italia e Europa. Il suo ultimo lavoro in studio, uscito per l’etichetta Inri Torino, si chiama “Canzoni che durano solo un momento”.
Al main stage
Dopo i live introduttivi, la fila alla cassa e le prime due birre di rito ci accomodiamo nella corte della Villa. Su quel palco arriva puntualissima Courtney Marie Andrews. Un po’ Kate Bush nelle estensioni della voce, un po’ Joni Mitchell nell’uso di accordature non convenzionali di chitarra acustica. Ma anche attitudine fricchettona confermata anche dalle Birkenstock indossate dal bassista. Va bene, gli perdoniamo tutto. Lo spirito del Pascoli ci mette una pezza.
Chiedi chi erano i Wilco…
Il vai e vieni dei tecnici ci confermano l’arrivo del momento tanto atteso: i Wilco sono sul palco. Tutti in discreta forma tranne Jeff Tweedy abbastanza in sovrappeso. Questa formazione compie il prossimo anno trent’anni di attività. A parte qualche problema di dipendenza da parte del leader e qualche defezione la loro carriera non ha mostrato segni di discontinuità. Non solo, il loro stile nel tempo si è notevolmente evoluto. Dai primi album intrisi di ballate country non convenzionali a rock sporco alla maniera dei vecchi Stones, il lirismo e la ricerca dei Wilco hanno attraversato l’universo indie alternativo.
Gli ultimi album sembrano aver raggiunto una notevole maturità ed equilibrio. Nell’ultimo album “Cruel Country”, il brano di apertura “I am my Mother” risente dello stile di Gram Parson, “Bird Without a Tail/ Base of My skull” diventa un pezzo psichedelico. “Tired of Taking It On You” sembra registrato da Tom Petty e George Harrison. Un ricettacolo di buona musica condensato in una band che ha reinventato il concetto di musica americana demolendo l’infezione del patriarcato. Insomma non sono esattamente la band che chiamerebbero alla festa dei biker, per intenderci.
Il live
Inizio lisergico con “Handshake Drugs” e le chitarre di Tweedy e Nels Cline che volano alto. Seguono canzoni tratte dal loro ultimo album “Cruel Country”. Con “I am trying to break your heart” vengono alla luce il loo aspetto più sperimentali. Questi voli pindarici sono sempre circostanziali e mai fini a se stessi. C’è un’unità di fondo nel gruppo e un magma sonoro solido che non esce mai dai binari di un suono definito. È sempre Jeff Tweedy a legare il tutto, Neil Cline che si abbandona ad assoli epici (“Impossible Germany” su tutti). Sorprende l’ecletticismo di Pat Sansone che passa con eleganza dalla chitarra al pino fino alle tastiere. In Bird without a tail / Base of my skull darà prova anche di una notevole dote chitarristica.
A rendere compatto il suono ci pensa l’incredibile sezione ritmica guidata dal batterista Glenn Kotche e il bassista, membro originario e anima della band, John Stirratt. Il pubblico ha fatto la sua parte in maniera composta ma anche entusiasta. Alla fine del brano “Spiders (Kidsmoke)” c’è stata un’incredibile reprise del pubblico nel finale. Sono quelle sensazioni che capitano ogni tanto quando sei sul palco, quando realizzi di aver creato un legame col pubblico.
I Wilco hanno dimostrato questa sera quanto sia importante e grandioso il rock’n’roll. Nei loro trent’anni di carriera hanno creato un tessuto sonoro che avvolge la storia della musica. Ci puoi sentire dentro Neil Young e i Velvet Underground, i Sonic Youth e i Rolling Stones. Il tutto condito da amore e passione, dal genio di Jeff Tweedy, coi suoi sbalzi d’umore fra depressione e gioia. E musicisti che non hanno connotazioni specifiche di genere (il chitarrista Nels Cline è un grande chitarrista jazz). Un grande concerto, ve li raccomandiamo fortemente.
Setlist
- Handshake
- Story to tell
- I am my mother
- Cruel Country
- I am trying to break your heart
- If i ever was a child
- Misundestood
- Evicted
- Bird without a tell-Base of my skull
- Hummingbird
- Side with the seeds
- Random Name Generator
- Impossible Germany
- Jesus etc.
- The Late Great
- Dawned on me
- HMD
- Shot in the arm
Encore
- Falling Apart
- California Stars
- Spiders
- Red Eye Blue
- I got you
- Outta Site
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