MUBI – Le nuove uscite di luglio

MUBI – Le nuove uscite di luglio
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Luglio di grandi nuove uscite per la piattaforma streaming MUBI, grandi classici e nuovi film d’essay si alterneranno in questo mese.

È un luglio scoppiettante quello che si prospetta per MUBI, la piattaforma nata nel 2007 che permette a tutti gli utenti utenti di guardare film, cortometraggi e documentari, poterli valutare e recensire brevemente, e partecipare a discussioni con altri utenti riguardo ai film contenuti all’interno della cineteca.

Dai film più recenti

RITORNO A SEOUL di Davy Chou (2022)

Dopo l’uscita nei cinema lo scorso maggio, Mubi presenta in esclusiva RITORNO A SEOUL. Freddie è nata in Corea del Sud e da piccolissima è stata adottata da una coppia francese, trascorrendo il resto della sua vita in Francia. Ai suoi 25 anni, decide di tornare a Seoul per scoprire le sue origini. Il film di Davy Chou pulsa di un desiderio diasporico, che riecheggia attraverso una curatissima colonna sonora. L’esordiente Park Ji-Min, splendida e vulnerabile nel ruolo di una donna in cerca della propria identità in una Seoul sgargiante, incarna il caos tragicomico della liminalità culturale.

UN BEL MATTINO di Mia Hansen-Løve (2022)

Sensuale come i primi raggi d’estate, l’ultimo film di Mia HansenLøve attraversa la soglia dell’amore e della perdita con squisita tenerezza. Sandra, interpretata da una bravissima Léa Seydoux, è una giovane madre single che comincia una storia d’amore con l’amico di vecchia data Clément, mentre affronta la malattia neurodegenerativa del padre. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2022 ha vinto il premio Europa Cinemas Label per il Miglior Film Europeogcc.

A classici ancora vivi

RUDE BOY di David Mingay e Jack Hazan (1980)

Il classico cult di Jack Hazan e David Mingay si colloca a metà strada tra un film-concerto dei Clash e un ritratto della Gran Bretagna punk. Uno sguardo vitale sui valori e sulle rivoluzioni rock della Gran Bretagna pre-Thatcher che, come la scena musicale che documenta, è crudo, grezzo e immediato.

GERMANIA ANNO ZERO (1948), STROMBOLI (TERRA DI DIO) (1950)

Continua la rassegna Mubi dedicata a Roberto Rossellini, e a luglio arrivano GERMANIA ANNO ZERO e STROMBOLI (TERRA DI DIO). GERMANIA ANNO ZERO, assieme a ROMA CITTÀ APERTA e PAISÀ parte della non ufficiale – “trilogia della guerra”, ci racconta la Berlino del dopoguerra, quasi totalmente distrutta dopo sei anni di conflitto. Sempre ambientato nel post seconda guerra mondiale, STROMBOLI segna la prima collaborazione tra Rossellini e Ingrid Bergman, nel ruolo di una profuga lituana che si sposa con un uomo e va a vivere con lui nell’isola di Stromboli, dove le sarà difficile ambientarsi.

Concludendo con i più titolati

IO, DANIEL BLAKE (2016), IL VENTO CHE ACCAREZZA L’ERBA (2006)

Due Palme d’Oro per i primi due film di Ken Loach che vengono presentati nella rassegna a lui dedicata. IO, DANIEL BLAKE, racconta la storia di un falegname di mezza età che, dopo un infarto, viene dichiarato inabile al lavoro. Il film espone la natura disumanizzante del sistema e l’indifferenza burocratica che lascia persone come Daniel intrappolate in un ciclo di povertà e disperazione, mettendo in luce la profonda compassione e la solidarietà che possono emergere quando gli individui si uniscono per sostenersi a vicenda.

IL VENTO CHE ACCAREZZA L’ERBA invece, ritrae la lotta per l’indipendenza irlandese dell’inizio del XX secolo. Il film segue il viaggio di due fratelli, Damien e Teddy, che diventano profondamente coinvolti nell’esercito repubblicano irlandese (IRA), approfondendo le complessità morali della resistenza armata, della lealtà e del prezzo della libertà.

A cura di

Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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