Polemiche per il Jova Beach Party: accanimento o verità?

Polemiche per il Jova Beach Party: accanimento o verità?
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Polemiche ulteriori per il Jova Beach Party 2022 che nelle ultime ore torna a far parlare di sé, in negativo, con la diffusione della notizia della sospensione dell’attività per quattro ditte coinvolte nell’evento, per la presenza di 17 lavoratori non in regola.

Polemiche, quindi, anche se la Trident Agency, che si occupa dell’organizzazione del Jova Beach Party e collabora con Lorenzo Cherubini dalla fine degli anni ’80 smentisce tale notizia parlando invece di inadempienze formali che sono però state immediatamente sanate (fonte Ansa.it).

L’evento, sostenuto dal WWF così come nel 2019, porta alta la bandiera del Plastic Free e della riqualificazione delle aree costiere grazie agli interventi di pulizia e manutenzione nei giorni successivi agli eventi, nelle aree che vedono protagonisti Jova e il suo pubblico.

Diverse però le segnalazioni di chi denuncia la negatività dell’impatto di questi eventi di massa sui fragili ecosistemi costieri, già messi duramente alla prova dalla fortissima antropizzazione e dall’erosione dei litorali.

Edoardo Croci sostiene che i rischi vengono sempre minimizzati e – cito testualmente – “per quanto le azioni di mitigazione proposte siano in sé meritorie, per ripristinare l’habitat e le piante pioniere di una duna, far crescere un nuovo albero e assicurare la sopravvivenza di specie in via di estinzione che vi nidificano come il Fratino, servono anni e tanta cura e non bastano poche azioni sporadiche”.

Forse, per tutelare la biodiversità basterebbe non danneggiarla e non aver bisogno, quindi, di compensazioni, sostiene Italia Nostra, ponendo il dubbio quindi sulla buona fede delle iniziative che potrebbero essere viste in realtà come Greenwashing.

Ed è da questa definizione che Jova decide di rispondere sui social dicendo “è una parola che mi fa cagare, è solo un hashtag” e tutto diventa virale, anche l’ira stessa del cantante, con tanto di meme e satira.

Sembra che non ci sia pace per Jova e per l’evento dell’estate 2022 che già alla sua prima comparsa sulle spiagge tre anni fa, aveva attirato critiche su di sé circa la distruzione dell’ecosistema costiero.

C’è da chiedersi se le accuse siano fondate o meno.

Da una parte ci sono forti dubbi sull’effettivo miglioramento delle spiagge dopo una giornata intera, talvolta due consecutive, di Jova Beach Party.

Se è vero che l’ecologia è il cuore pulsante dell’iniziativa, viene da chiedersi come mai i bicchieri in cui veniva servita la birra fossero di plastica (c’era il marchio “plastica riciclata” ma era appunto plastica).

Inoltre, sarebbe opportuno anche capire di quale materiale fossero fatti i token, quelle “monete” utilizzate in loco per poter prendere da bere o per mangiare.

Allo stato attuale dei fatti, i materiali resistenti e compostabili sono disponibili in varie forme e misure e sarebbe bello avere la certezza che, effettivamente, compostabili erano anche quelli utilizzati al Jova Beach Party (ho controllato ma non ho visto alcuna descrizione).

Allo stesso tempo un’ulteriore perplessità nasce mentre sto scrivendo queste parole: com’è possibile che, se il Jova Beach Party è davvero così deleterio per le spiagge e l’ecosistema, nel 2022 non ci sia ancora qualcosa che blocchi attività di questo tipo?

E com’è possibile che Lorenzo Jova Cherubini, messo alle strette su una reale violazione dell’ecosistema, possa con buona pace nell’animo, mettersi sui social e incazzarsi tanto da tacciare i suoi detrattori come eco-nazisti?

In un mondo che vede tutto bianco o nero, dove si deve subito scegliere da che parte stare non appena accade qualcosa, voglio prendere il tempo per riflettere, raccogliere dati e informazioni.

È giusto porre l’attenzione su eventi di questo tipo, è giusto discuterne, è giusto interrogarsi. Ma è anche importante lasciare spazio per il contraddittorio.

Lorenzo Cherubini ha invitato gli enti preposti ai controlli di recarsi in ogni luogo, a qualsiasi ora per controllare che tutto sia a norma.

Ecco, mi interrogo anche su questo: perché non viene fatto?

a cura di
Sara Alice Ceccarelli

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Sara Alice Ceccarelli

Giornalista iscritta all’ODG Emilia Romagna si laurea in Lettere e Comunicazione e successivamente in Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università di Parma. Nel 2017 consegue poi un Master in Organizzazione e Promozione Eventi Culturali presso l’Università di Bologna e consegue un attestato di Alta Formazione in Social Media Management presso l'Università di Parma. Ama il giallo e il viola, possibilmente assieme e vive in simbiosi con il coinquilino Aurelio (un micetto nero). La sua religione è Star Wars. Che la forza sia con voi.

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