David 2022: com’è andata la serata
Martedì 3 maggio si è svolta la cerimonia di premiazione dei David di Donatello e Rai 1 ha trasmesso l’evento in diretta. La serata è stata un piacevale ritrovo per addetti ai lavori e semplici appassionati. Vediamo i momenti salienti
Il David di Donatello è sicuramente uno dei più prestigiosi riconoscimenti cinematografici a livello nazionale. Il cinema italiano, nonostante anni di difficoltà economiche acuite dalle restrizioni per il Covid-19, ha ancora una forte influenza per le produzioni contemporanee mondiali. Queste subiscono il fascino innegabile di un’arte, quella del cinema, che ha saputo produrre nel tempo capolavori incredibili e sfornare i registi migliori del panorama internazionale.
L’edizione del 2022, svoltasi negli studi di cinecittà a Roma questo 3 maggio, si è dimostrata una serata scorrevole ricca di prodotti audiovisivi validi e degni di approfondimento. L’eccessiva lunghezza dell’evento, di circa tre ore, è stata smorzata soprattutto grazie alla presenza della poliedrica Drussila Foer. Dopo il successo al Festival di Sanremo, l’artista viene riconfermata in prima serata su Rai uno spalleggiando un macchinoso Carlo Conti.
Il presentatore rappresenta una bella garanzia per la rete ammiraglia ma allo stesso tempo incarna un po’ la staticità di una cerimonia che fatica a modificarsi. Di certo non ci si aspetta i pugni alla Will Smith o battute scomode, ma una maggiore diversificazione dello spettacolo a partire dalla procedura di presentazione dei premi.
L’edizione del 2022 ha visto trionfare Paolo Sorrentino ed il suo film più intimo “È stata la mano di Dio”. Tuttavia, prima di arrivare alla fine, vi raccontiamo i momenti migliori della serata, alcune considerazioni più generali e tutti i premi di questa cerimonia.
Sorprese e conferme per i David di Donatello : la celebrazione di Sorrentino
La 67ma edizione del David di Donatello quest’anno ha puntato decisamente sul cinema di qualità. L’intervento del Ministro Franceschini ha posto l’attenzione sul grande spirito di adattamento che le produzioni hanno avuto in questi due anni difficili. Ha annunciato l’avvio di nuova stagione coaudivata dai recenti investimenti del Governo. Inoltre, ha promesso un impegno da parte del Governo per arginare le crisi del botteghino e l’ammodernamento delle sale nell’ottica di un recupero dell’esperienza cinema come momento collettivo.
Per quanto riguarda le premiazioni non sono mancate le sorprese. Innanzitutto, forse, tutti davamo per scontato Luisa Ranieri come migliore attrice protagonista per il film “E’ stata la mano di Dio“. Invece, ha stupito la scelta di Teresa Saponangelo (prima candidatura e primo David), perfetta nel ritrarre i momenti tragici e comici del film.
“E’ stata la mano di Dio“, vincitore a sua volta nella categoria Miglior Film, ha avuto in questa edizione del David di Donatello, la celebrazione mancata agli Oscar 2022. Con la premiazione speciale ad Antonio Capuano, il regista Paolo Sorrentino chiude il cerchio celebrando e ringraziando proprio colui che lo assunse come collaboratore alle prime armi.
Ma le sorpese delle premiazioni non finiscono qui. La vittoria di Eduardo Scarpetta ( primo David di Donatello e prima candidatura) come attore non protagonista del film “Qui rido io” di Mario Martone. Il film, lo ricordiamo, descrive la vita del commediografo e attore napoletano Eduardo Scarpetta di cui l’attore è erede. Una tradizione “alta” che continua proprio con un film che ne sottolinea la grandezza.
Una giovane vincitrice
Forse, però, la sorpesa più grande è stata la vittoria di Swamy Rotolo come migliore attrice protagonista. Chi ha avuto modo di vedere il film “A Chiara” (di Jonas Carpignano, ci sentiamo di dire che è uno dei migliori film dell’anno) a questo punto si commuove perchè la sua interpretazione non dà adito a dubbi. Ha solo 17 anni e dimostra un carattere da grande attrice; nel film trasmette una forza convincente di ragazza che prende sulle spalle un dramma famigliare.
E ancora, a proposito del film “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo e la candidatura come miglior attore protagonista. Sembrava anche qui scontata la vittoria di Toni Servillo nei panni dell’ispettore Gaetano Gargiulo ma il verdetto che ha dato come vincitore Silvio Orlando ha spiazzato tutti.
I momenti migliori: Drusilla
Ironica, profonda e coinvolgente Drusilla Foer risulta essere, ancora una volta, una fuoriclasse del palco ravvivando, in molte occasioni, i momenti più fiacchi della serata. Dal Sabbriina urlato alla Sofia Loren quando annunciò la vittoria di Benigni agli Oscar, alle perfomance canore, la Foer è uno dei punti forte di questa sessantasettesima edizione.
L’artista che indossa un abito elegantissimo firmato Valentino si destreggia disinvolta tra una presentazione e un canto non mancando mai di proporre la sua vena più autentica e sarcastica. Ed è proprio lei che ci regala le parole più profonde.
Il cinema è un luogo d’amore. Nel passato, nel presente, nel futuro
I momenti migliori: i discorsi
Alla sua terza vittoria in carriera un’emozionato Silvio Orlando fa il discorso più confusionario, divertente e sincero della serata. L’attore sale sul palco onestamente incredulo per aver ricevuto il premio e parla commosso al pubblico come se fosse la prima volta. Assistere alla sua capacità di emozionarsi ancora dopo tanti anni è un viaggio profondo per gli spettatori oltre che una bella occasione per riconoscere l’umiltà di un grande artista.
“Muovere il culo” afferma Orlando mentre cerca di dare un’indicazione su come proseguire a seguito delle difficoltà che il cinema e l’arte in generale stanno affrontando. Ma, forse, è anche un consiglio onesto per chi cerca di approcciarsi al complesso universo attoriale ossia di perseverare e sperimentare sempre. In più, Orlando fa una menzione speciale a sua moglie che rassicura tutti “sta bene” ma che è semplicemente “la persona migliore che abbia mai incontrato”.
La genuina sorpresa di Orlando si rivede anche in un giovane attore alle prime armi: Edoardo Scarpetta. Scarpetta, figlio d’arte, dedica la vittoria a suo padre Mario scomparso quando aveva appena undici anni ma che vive ancora nel film di cui lui stesso fa parte. Memorabile la sua meraviglia per la vittoria e l’augurio colorito, diciamo così, che volge agli altri attori. Chapeu.
Teresa Saponangelo ricorda nel suo discorso di ringraziamento della dura e dispendiosa gavetta per arrivare ad un traguardo. La Saponangelo fa luce ironicamente sulle difficoltà economiche che gli artisti devono affrontare prima di giungere ad una qualche forma di risultato. Comunque, come lei insegna, non è mai troppo tardi.
Menzione speciale: il ragazzo di “Belfast”
Il piccolo protagonista di “Belfast” di Kenneth Branagh, l’attore Jude Hill, ritira il premio per il miglior film internazionale. Jude Hill è un ragazzo centrato ed educato che esprime benissimo la sua gratitudine verso il regista ed il clima gioioso e sereno creatosi sul set. Il ragazzo pare riconoscere molto di più di quello che facciamo noi stessi i meriti del cinema italiano nel mondo evidenziando le influenze che lo stesso ha avuto per “Belfast”.
Kenneth Branagh ha scelto di dirigere il suo film in bianco e nero in onore al Neorealismo italiano e il personaggio del bambino è ispirato parzialmente a Enzo Staiola in “Ladri di biciclette”. Insomma, una lezione per il pubblico in sala fatta da un ragazzo britannico di appena undici anni che dichiara sereno il suo amore per l’Italia. Da grande vorrebbe essere un attore e il suo futuro sembra essere più che roseo.
Il sogno continua
Un’edizione del David di Donatello, in definitiva, che riconcilia il mondo del cinema presente, passato e futuro. Con le nuove produzioni internazionali di “Freaks Out” di Gabriele Mainetti e la tradizione di “Qui rido io”, con le interpetazioni da grandi attori della coppia Servillo-Orlando in “Ariaferma” e l’affresco di vita e di amore per Napoli di “E’ stata la mano di Dio”. Si prospetta davvero una nuova stagione per il cinema italiano. A noi il compito di far continuare questo sogno recandoci nelle sale.
Tutti i vincitori:
Miglior film
“È stata la mano di Dio”
Miglior regista
Paolo Sorrentino per “È stata la mano di Dio”
Miglior attore protagonista
Silvio Orlando per “Ariaferma”
Miglior attrice protagonista
Swamy Rotolo per “A Chiara”
Miglior attore non protagonista
Eduardo Scarpetta per “Qui rido io”
Miglior attrice non protagonista
Teresa Saponangelo per “È stata la mano di Dio”
Miglior sceneggiatura originale
“Ariaferma”
Miglior sceneggiatura non originale
“L’Arminuta”
Miglior esordio alla regia
Laura Samani per “Piccolo corpo”
Miglior produttore
“Freaks Out”
Miglior fotografia
“È stata la mano di Dio” – Daria D’Antonio
“Freaks Out” – Michele D’Attanasio
Miglior compositore
“I fratelli De Filippo”– Nicola Piovani
Miglior canzone originale
“Diabolik” – “La profondità degli abissi” di Manuel Agnelli
Miglior scenografia
“Freaks Out” – Massimiliano Sturiale, Ilaria Fallacara
Migliori costumi
“Qui rido io”
Miglior trucco
“Freaks Out”
Miglior acconciatura
“Freaks Out”
Miglior montaggio
“Ennio”
Miglior suono
“Ennio”
Migliori effetti visivi
“Freaks Out”
Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
“Ennio”
Miglior film internazionale
“Belfast”
Miglior cortometraggio
“Maestrale” di Nico Bonomolo
David Giovani
“È stata la mano di Dio”
a cura di
Beppe Ardito e
Noemi Didonna
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