La salute mentale nella società di oggi
Com’è cambiato lo stato d’animo con l’avvento di Internet? Si stava meglio quando si stava peggio?
Questione importante nei Paesi avanzati o sviluppati, meno dibattuta in quelli in via di sviluppo. Quando i problemi primari sono il cibo e l’acqua o le malattie e l’igiene, la salute mentale “passa” in secondo piano. Nel bene e nel male. Lungi dall’essere uno psicologo o un sociologo, sembra che se l’uomo non abbia problemi se li debba “creare” da solo.
Jim Carrey, attore e comico di grande spessore, ci fa un augurio. “Spero che tutti possano diventare ricchi e famosi ed avere tutto quello che hanno sempre sognato, così scopriranno che quella non è la risposta che stavano cercando.” Probabilmente si riferisce a tutte quelle persone che sostengono che i soldi facciano la felicità. Nessuno mette in dubbio che facilitino al raggiungimento di essa e che possano aiutare a risolvere molti problemi, ma spesso chi non ha niente è più felice di chi ha tutto. Frase prossimamente inserita nei Baci Perugina.
Anche Marracash, nel suo ultimo album “Noi, loro, gli altri” sostiene che “La salute mentale è roba da ricchi.“ Ecco, questo nel 2022, non può più andare bene. Sembrava che l’argomento stesse acquisendo importanza con il bonus psicologo, ma il tutto non è andato in porto. Evidentemente il Covid non ha ancora provocato troppe vittime, in termini di salute mentale, per destare l’attenzione dello Stato.
Depressione
C’è molta confusione a riguardo, soprattutto a causa delle autodiagnosi (per ignoranza o per fare scena, anche se di figo c’è veramente poco). Inoltre vi sono moltissimi tipi di depressione: disturbo bipolare, depressione post partum, maggiore, ansiosa, senile, adolescenziale, premestruale. Ce n’è per tutti i gusti.
Secondo Oggiscienza: “La depressione, insieme all’ansia, rappresenta una importante limitazione nello svolgimento delle attività quotidiane per un quarto degli adulti di 18-65 anni che ne soffrono. Il 57,7% dichiara una minore resa nelle attività e il 57,4% riferisce un calo di concentrazione. Tra chi soffre di depressione o ansia l’abitudine al fumo è più diffusa rispetto alla popolazione generale. È soprattutto tra i giovani di 18-34 anni affetti da depressione e ansia che si registra un maggior numero di fumatori (37,2%). Nei coetanei che non soffrono di nessuna malattia la percentuale è del 20%.”
La depressione è il disturbo mentale più diffuso al mondo con oltre 300 milioni di persone colpite. Si manifesta con i seguenti sintomi: persistente ed accentuato umore basso e triste; frustrazione; diminuzione dell’interesse e del piacere nel svolgere qualsiasi tipo di attività; scarsa autostima; difficoltà di concentrazione; assenza di desiderio sessuale; mancanza di appetito; insonnia; astenia (stato di debolezza generale), stati d’ansia e pensieri suicidi o autolesionisti.
Per capire se si soffre effettivamente di depressione occorre che 5 o più dei precedenti sintomi siano stati contemporaneamente presenti durante un periodo di almeno 2 settimane e rappresentino un cambiamento rispetto alla precedente condizione psicofisica. In ogni caso, è sempre bene rivolgersi ad un medico di base o ad uno psicologo se si hanno dubbi.
Ansia
Strettamente collegato alla depressione c’è l’ansia, in quanto ne costituisce uno dei sintomi più comuni. Molti la definiscono come una sorta di “paralisi” del corpo diversa dall’apatia del disturbo depressivo. La prima è più una sensazione fisica e percepita all’interno (nel cuore o nello stomaco). L’altra è più una debolezza generalizzata e una perdita di forza muscolare.
Spesso viene confusa con la paura. A differenza di quest’ultima però l’ansia è totalmente demotivata. La paura è più un sentimento primitivo che possiamo provare in situazioni di pericolo o fuga. L’ansia è priva di pericoli concreti ma soltanto immaginari e mentali. Proprio per questa apparente mancanza del problema ancora oggi si fa fatica ad accettare il fatto che una persona possa soffrirne. Un po’ come San Tommaso, se non vedo non credo.
Il picco massimo dell’ansia è l’attacco di panico, sensazione che viene spesso descritta come paura di impazzire o di morire. Anche in questo può esserci una motivazione di fondo anche se apparentemente non la vediamo. In questo caso è bene concentrarsi sulla respirazione perchè tenendo a bada quella si “ristabilizza” tutto il corpo. Può essere anche necessaria una terapia farmaceutica. A causa della pandemia da Covid-19, nel 2020 è aumentato del 12% il consumo di ansiolitici. Ma bisogna stare molto attenti poichè causano dipendenza dunque la loro assunzione è indicata nel breve periodo.
Conclusioni
Per quanto se ne dica, i giovani stanno cercando di portare importanti miglioramenti all’interno della società. Proteste e iniziative di ogni tipo: contro il razzismo (con George Floyd, in primis), contro l’omofobia (da qui il movimento Lgbt), contro il maschilismo tossico (ogni uomo deve poter esprimere i propri sentimenti senza paura del giudizio altrui, vestirsi come vuole o truccarsi), contro la violenza sulle donne (con il movimento Me too e Non una di meno), contro l’inquinamento climatico (con Greta Thunberg come pioniera).
In tutti questi casi così come per la salute mentale la parola chiave è sensibilizzazione. Ci vorrebbero più educazione ed istruzione a riguardo a partire già dall’età dell’infanzia, nelle scuole. Con l’introduzione di incontri e lezioni se non addirittura materie a riguardo (d’altronde abbiamo educazione civica).
Si potrebbe avere etica in sostituzione (non me ne vogliate) all’antiquata e stantia religione, per la quale è inutile non valutarla o non frequentarne le lezioni (il che provoca una discriminazione gigantesca!). Se una persona è veramente credente ed interessata al proprio credo potrebbe anche solo frequentare luoghi di culto, pregare ed informarsi in maniera privata.
a cura di
Federico Cataldi