Truppi a Sanremo per raccontare la propria storia

Truppi a Sanremo per raccontare la propria storia
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Avevamo già letto il testo prima dell’esibizione, ma poi, alla seconda serata del Festival di Sanremo, abbiamo finalmente potuto associare una voce a quella che fino a quel momento aveva (soltanto) i tratti di una poesia. Stiamo parlando di “Tuo padre, mia madre, Lucia”, il singolo con cui GiovanniTruppi si è presentato sul palco dell’Ariston e che anticipa l’uscita dell’album il 4 febbraio dal titolo “Tutto l’universo”.

Truppi è poesia, musica ma anche performance.

“Perché proprio in canotta?”, la domanda più gettonata insieme a “Perchè Lucia?”. Ad entrambe l’artista risponde con una necessità identitaria che è quella del “perché sono la mia idea di semplicità”. Approfondendo la questione, infatti, Truppi spiega (per chi non avesse avuto modo di vederlo live fino a questo momento) che la scelta del vestiario, non è legata ad un segno di rivolta, quanto ad un unico gesto rivoluzionario e cioè quello di mettere sul palco se stessi, mostrandosi nel modo più fedele per quello che si è nel quotidiano.

Portare l’ordinario nello straordinario.

Certo è che l’esperienza sul palco dell’Ariston è unica nel suo genere, e di certo non capita tutti i giorni di potervici partecipare; eppure, Giovanni Truppi, è riuscito con la sua surreale realisticità a portare in un luogo come Sanremo, che ha di per sé il potere quasi magico di annullare il tempo in cui si svolge il festival, la propria ordinarietò. “Tuo padre, mia madre, Lucia” racconta infatti la soglia al di là della quale c’è l’intimità della coppia. Non è un caso quindi che il nome di Lucia coincida con quello di sua figlia.

foto di Mattia Zoppellaro
Cercare di raccontare la propria storia.

Questa la promessa di Truppi al suo pubblico: cantare e narrare sé stesso conservando “tutti gli spigoli possibili che mi appartengono”, spiega l’artista stesso. È proprio questa componente spigolosa ad essere per l’artista quella cifra stilistica che ha sempre connotato i suoi testi fino a questo momento; testi che parlano d’amore sì, ma anche di poesia, filosofia e perché no anche politica. Ma oltre alla narrazione del tutto personale, l’artista sceglie di raccontare e portare in gara, nella quarta serata del Festival di Sanremo, proprio “Storia di un impiegato”, omaggio a De Andrè, che vede al suo fianco la voce di Vincio Capossela.

Ritornando a “Tuo padre, mia madre, Lucia”.

“È un testo che nasce prima di tutto nella mia testa”, dice sorridendo Giovanni Truppi. Il brano, infatti, non era nato appositamente per Sanremo, al contrario: è stato solo dopo aver deciso di partecipare al Festival che l’artista ha scelto di portare in gara proprio quello. Forse perché è proprio la canzone in cui è riuscito a rendere al meglio, mescolando realismo e poesia, cantato e spoken word, il concetto dell’amore in età adulta: l’1% è amore e tutto il resto è stringere i denti.

Acclamato e pluripremiato dalla critica ricevendo alla vigilia della sua esibizione al Festival “Il Premio Lunezia per Sanremo 2022″ e la Targa MEI come Miglior Artista Indipendente, Truppi si conferma a nostro avviso uno tra i più interessanti volti della scena musicale italiana.

a cura di
Ilaria Rapa

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