“Alablaster”: il nuovo ep degli Alternative Station
Venerdì 14 gennaio è uscito il nuovo ep della giovane band riminese Alternative Station, dal titolo “Alablaster“.
Questo nuovo disco comprende 5 brani inediti ed è stato pubblicato sotto l’etichetta ‘Acanto’ di Andrea Felli.
Alla produzione di “Alablaster” hanno collaborato anche Fulvio Mennella (mix & master engingeer) e l’americana e vocal coach Christine Johanne (alle voci).
Gli Alternative Station nascono a Rimini, grazie alla forte passione per la musica di quattro amici, Andrea Donati (voce), Jack (basso), Leonardo Gasperoni (batteria) e Luca Maiolo (chitarre).
Nel 2015 esce, sempre sotto l’etichetta di Felli, il loro primo ep “Alternative Station”. Suonano sui palchi di locali storici come il Velvet di Rimini, il Vidia Club di Cesena, Le Mura di Roma , Locomotiv e Covo Club a Bologna. Nel 2017 hanno avuto l’occasione di aprire il concerto a Vasco Rossi, cantando anche la cover del brano “Fegato Spappolato” (per il quale hanno anche registrato un videoclip ) e ai Marlene Kuntz.
Il 25 dicembre 2021 regalano ai fan un’anticipazione di “Alablaster“, pubblicando il singolo, “It’s Always There”. Un album energico e carico di influenza musicali, dagli Strokes ai Pixies.
Noi di The Soundcheck abbiamo avuto l’occasione di fare una bella chiacchierata con gli Alternative Station.
Ciao ragazzi, intanto benvenuti su The Soundcheck. Come state?
Ciao Martina, innanzitutto grazie mille a te e a tutto The Soundcheck per averci invitato. Noi siamo molto entusiasti per l’uscita del nostro ultimo lavoro. Non vedevamo l’ora di farvelo sentire.
Il 14 gennaio è uscito il vostro nuovo ep “Alablaster”. Parlateci un po’ del nome: cos’è l’alablaster?
Alablaster è sempre stato il nome della nostra sala prove, che è ora un capannone dove Jack (il bassista) ha la sua officina. Alablaster è il luogo dove, oltre ad essere stati ideati e realizzati tutti i nostri brani, è nata un’amicizia che ci lega ormai da nove anni. I primi nostri lavori risalgono infatti al 2013, quando a sedici/diciassette anni ci ritrovavamo tutti i pomeriggi dopo la scuola a suonare insieme le nostre canzoni preferite e a comporre. Anche i primissimi live risalgono a quegli anni. Abbiamo deciso di intitolare così il disco perché i brani al suo interno raccontano la nostra storia, la nostra crescita, la nostra passione. L’Ep è stato registrato presso il Farmhouse Studio di Andrea Felli, nostro produttore in presa diretta, suonando live e senza metronomo, proprio per rendere le registrazioni fedeli alle versioni suonate in live.
“Alablaster” raccoglie 5 pezzi che negli anni avete suonato spesso durante i vostri live. A quale di queste siete più legati?
È difficile rispondere a questa domanda perché teniamo davvero tanto ad ogni singolo brano in questo disco. Sicuramente, avendo già suonato queste canzoni ai nostri concerti, posso dire che tra quelle più apprezzate ci sono sicuramente “It’s Always There”, con il suo introdursi dolcemente per poi esplodere in un ritornello energico e pieno di chitarre e “Transmission From Life to Life”, con il suo riff di basso incalzante e la linea vocale molto hip-hop. Io personalmente adoro “If You Suck the Stars”, con il suo walzer finale: è sempre molto divertente quando ai nostri concerti il pubblico inizia a ballare a ritmo di 3/4.
Come sono nati questi pezzi?
Queste canzoni sono tutte nate in sala prove, dall’impegno di tutti e quattro. Solitamente lavoriamo prima alle parti strumentali, inserendo molte variazioni nella struttura e cercando di allontanarci dallo standard strofa, ritornello, bridge, ritornello; poi passiamo alla linea vocale e al testo, a cui lavoro io ( Andrea Donati ).
Il primo vostro ep “Alternative Station” è uscito nel 2015. Nel 2017 aprite il concerto a Vasco Rossi. Una grandissima opportunità. Come vi ha ispirato questo evento?
La nostra partecipazione a Modena Park è stata un’esperienza fantastica e sicuramente una grande occasione di crescita. Abbiamo potuto vedere il dietro le quinte di un’organizzazione di un evento enorme e ci ha permesso di imparare tanto. Non solo a livello musicale, ma anche organizzativo, tecnico e personale.
Dopo due anni di pandemia, ancora la situazione dei live in Italia sembra bloccata. Cosa vi augurate in questo 2022?
Ci auguriamo che le cose possano cambiare quest’anno e che i concerti, quelli veri, possano riprendere presto. Noi siamo sempre stati una live band e non poter fare concerti è stato un dispiacere. Per fortuna attraverso lo streaming, il lavoro in studio e la pubblicazione di questo disco abbiamo cercato di colmare l’assenza dei live. Ovviamente non è la stessa cosa comunicare attraverso le piattaforme online ma ci siamo divertiti molto a lavorare in questo modo per noi nuovo, anche grazie all’aiuto dei nostri amici Francesco Arrigoni, Samuele Bernardi e Matteo Mussoni. E’ grazie a loro che, tra le varie cose, siamo riusciti a registrare un intero live proprio qui, nella nostra sala prove Alablaster. Il video è andato in streaming l’anno scorso ma è ancora disponibile sul sito del Comune di Rimini.
Rimini vi ha visto crescere, dai primi concerti per strada, agli storici locali della città fino alla conquista del Modena Park. Quali sono i prossimi obiettivi?
In questo periodo è difficile fare programmi ed è anche per questo motivo che abbiamo deciso di prenderci una pausa per un po’ e dedicarci a pubblicare tutto il materiale, tra vecchie demo e registrazioni, che non abbiamo mai pubblicato. E’ per noi un periodo di riflessione, di cambiamento. Colgo l’occasione per annunciare che questo mercoledì è uscito un nuovo videoclip di “If You Stuck The Stars”, con tante riprese di questi anni passati insieme, filmati di alcuni dei momenti più indimenticabili, tratti dai nostri concerti, dai nostri tour, dalla nostra sala prove; una sorta di mini-documentario della nostra storia e carriera musicale.
Non vediamo l’ora di scoprire le novità che nasceranno in futuro all’Alablaster e di vedervi tornare più forti che mai, magari su un palco.
Nel mentre ci godiamo il nuovo video musicale di “If You Stuck The Stars” e sì, un po’ ci emozioniamo pure.
a cura di
Martina Giovanardi
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