Hola la Poyana: storia moderna di un cantastorie

Hola la Poyana: storia moderna di un cantastorie
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Hola la Poyana è il progetto solista del musicista cagliaritano Raffaele Badas. Dall’EP di debutto ‘Lazy music for dry skins’ (2012) caratterizzato dall’uso di pochi ed essenziali strumenti (chitarra acustica, voce e stomp box), passando tra pause creative, un album più maturo nel 2014 e anni di date incessanti lungo la penisola, mosso quindi dal bisogno di non ripetersi artisticamente, Hola la Poyana decide di cambiare rotta e nel nuovo disco in uscita lo scorso ottobre per Hopetone Records e Le Officine, abbraccia una maggiore coralità, grazie al supporto di diversi musicisti.

Il sound si arricchisce mescolando gli elementi acustici del moderno indie-folk a sonorità elettroniche low-fi, per raccontare, tra ironia e sfumature malinconiche, la condizione di chi si sente strano e diverso.

Ci presenta “A long cold summer”.

Partiamo dalla scelta che ti ha portato da un LP ad un EP

Diciamo che ho un sistema di filtraggio molto efficiente e severo, per cui gli unici pezzi  sopravvissuti non bastavano a formare un Lp, aggiungi anche che a me la forma Ep piace molto, la trovo più consona alle mie tempistiche.

Hai dichiarato di sentirti soddisfatto di questo lavoro maggiormente rispetto ai precedenti dischi, cosa è cambiato e cosa invece è rimasto uguale?

L’esperienza, il fatto di avere già fatto certi piccoli errori mi ha portato a lavorare meglio e a concentrarmi sui punti in cui ero mancato precedentemente. Quello che non è cambiato è la mia lentezza nel comporre e registrare, ma temo di non poterci fare nulla.

Sei originario di Cagliari, in particolare di un piccolo paesino, quanto ti ha aiutato questa dimensione nel tuo percorso creativo?

In realtà sono cresciuto nell’hinterland cagliaritano, quindi non propriamente in un paesino ma in un agglomerato di paesini a pochi km dal capoluogo. Non ho idea di come mi abbia aiutato nel mio percorso, ma sicuramente posso dire di essere cresciuto in mezzo a decine di band del posto e di avere vissuto anni esaltanti grazie alla musica e a quell’ambiente che per quanto piccolo, mi soddisfava.

Un ossimoro bello forte, questa lunga fredda estate, spiegaci da dove nasce il titolo…

Il titolo nasce da una particolare estate sarda di qualche anno fa, stranamente fresca e un po’ cupa rispetto al solito. Ma il concetto poi si è sviluppato nell’estate successiva, caldissima ma emotivamente molto fredda.

Si tratta di un lavoro corale in cui hai deciso di collaborare con vari musicisti, raccontaci come sono nate queste collaborazioni e come hai fatto a portarle avanti in questo periodo complicato

È stato facile: ho finito di registrare tutto qualche mese prima del lockdown, quando l’idea che un virus rivoluzionasse il mondo neanche ci sfiorava.
Sono amici, oltre che musicisti, ho lasciato carta bianca a tutti, non ho corretto praticamente niente di quello che hanno suonato, ho cercato di scegliere la persona giusta per ogni arrangiamento che avevo in testa e mi è andata bene.
Con i Rigolò, che abitano nel “mondo esterno”, abbiamo fatto tutto online, anche con loro è stata buona la prima.

Le tue canzoni somigliano ad un cantastorie, così in “Like a modern jesus christ” racconti la storia del protagonista del testamento ma in maniera inusuale…

Sì, mi sono voluto cimentare nel ruolo di cantastorie perché a dirla tutta mi ero assolutamente stufato di parlare sempre di me stesso. Nel caso di “Like a modern Jesus Christ”, il protagonista ha in comune con Gesù solo il fatto di essere nato in una grotta (che poi forse era una stalla, mah…), per il resto la sua storia si sviluppa in maniera del tutto diversa, tanto che si troverà a dover scegliere tra due sorelle gemelle e a scappare con una di loro.

Racchiudi in una frase cos’è HOLA LA POYANA

HOLA LA POYANA è un progetto solista che tratto come se fosse una band, ha una sua personalità e va dove decide di andare, un giorno si potrebbe anche sciogliere da solo!

a cura di
Giulia Perna

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