In arrivo al cinema oggi, giovedì 13 marzo, “Gioco Pericoloso”, il nuovo thriller diretto da Lucio Pellegrini, con protagonisti Elodie, Eduardo Scarpetta e Adriano Giannini
Gioco Pericoloso si immerge nel flusso di coscienza quasi onirico di uno scrittore dopo l’uscita del suo grande libro: il successo lo lascia svuotato, intrappolato in un blocco creativo che lo spinge a cercare disperatamente nuovi stimoli. La sua mente lo trascina così in un thriller, di cui siamo tutti prigionieri fino all’ultimo secondo.
Il film non si limita a raccontare, ma si trasforma in un video-libro che immerge lo spettatore nella psiche del protagonista, suscitando in lui la stessa vertigine narrativa e la stessa confusione tra realtà e finzione.
La trama
Gioco Pericoloso racconta la relazione tra Giada e Carlo (Elodie e Adriano Giannini): una ballerina professionista, impegnata nella produzione del suo primo spettacolo da protagonista, e lui, uno scrittore in crisi in cerca di ispirazione.
Quando quest’ultimo incontra Peter Drago (Eduardo Scarpetta), giovane desideroso di affermarsi nel mondo dell’arte contemporanea, ne rimane profondamente affascinato e decide di presentarlo a Giada, che però reagisce in maniera inaspettata, cercando di allontanarlo.
L’arrivo dell’artista potrebbe far riemerge in lei un oscuro passato?
I personaggi
I protagonisti del film si muovono in un intricato gioco di manipolazione reciproca, all’interno del quale l’arte diventa sia un mezzo di espressione che un’arma. Da soli rimarrebbero bloccati nel proprio processo creativo, incapaci di superare i limiti imposti dalla propria mente. Ma insieme si spingono oltre, provocandosi e sfidandosi a scavare più a fondo dentro di sé.
Questa dinamica li porta a un continuo scambio di idee, ispirazioni ed ossessioni, ma solleva anche una domanda inquietante: fino a che punto si può arrivare per nutrire la propria creatività? Quanto è sottile il confine tra ispirazione e sfruttamento, tra collaborazione e controllo?
Alcuni personaggi emergono più di altri, eppure nessuno si svela mai completamente. Restando in bilico tra verità e menzogna, giocano con le loro identità, celando intenzioni e desideri dietro a parole studiate e gesti ambigui.
L’egoismo domina ogni relazione: anche quando l’amore sembra insinuarsi tra loro, è sempre filtrato da un bisogno personale, da un calcolo, da un gioco di potere. Ogni scambio emotivo è anche un tentativo di prendere qualcosa dall’altro, di assorbirlo per la propria arte.
Questa ambiguità avvolge l’intero film in un’atmosfera rarefatta, in cui i personaggi sembrano sempre sul punto di rivelarsi, ma non lo fanno mai. Forse è proprio questo il loro fascino: il mistero che li circonda, la sensazione che dietro ogni parola e ogni sguardo ci sia molto più di quello che lasciano intendere.
Giada
Gioco Pericoloso sembra richiamare La Venere in pelliccia, soprattutto nel modo in cui il personaggio di Giada si muove tra gli uomini della sua vita. Il film non segue il crescendo manipolatorio della storia di Polanski, ma lascia intendere, fin dall’inizio, che questa donna sia in grado di esercitare un controllo sottile e quasi invisibile su chi la circonda.
Questa sensazione si avverte in particolare nella scena di sesso, quando Peter la osserva. Un momento carico di tensione, in cui il suo potere si percepisce, più che manifestarsi apertamente. Giada non ha bisogno di dichiarare le sue intenzioni, né di mostrarle esplicitamente. Il film gioca proprio su questa ambiguità, lasciando allo spettatore il compito di cogliere le sfumature del suo carattere e immaginare fino a che punto possa spingersi.
Carlo
Il personaggio di Carlo è forse il più enigmatico tra tutti. Il suo comportamento sembra infatti sfidare la logica: apre la porta della sua casa e della sua vita a un uomo appena conosciuto, nonostante l’atmosfera inquietante che lo circonda e il timore della sua ragazza. Ma lo fa con una giustificazione quasi spontanea, come se per lui fosse naturale offrire accesso non solo al suo spazio fisico, ma anche alla sua arte, alla sua scrittura e, in un certo senso, alla sua essenza più profonda.
La coppia vive in un luogo isolato, a Sabaudia, dove tutto sembra sospeso tra realtà e finzione, eppure Carlo non oppone resistenza. La sua accondiscendenza non è dettata dall’ingenuità, né da un vero slancio altruistico, ma è come se fosse mosso da un impulso istintivo, da una necessità che va oltre la razionalità. Forse è proprio in questa apertura disarmante che si nasconde il cuore del personaggio: un uomo che, più che proteggere se stesso, sembra disposto a mettere in gioco tutto ciò che ha, compreso il proprio processo creativo.
Peter
Peter è invece la presenza più inquietante del film e la scena con i suoi genitori ne è la prova più evidente. La pellicola non chiarisce mai del tutto il suo rapporto con loro, né quale sia il vero esito di ciò che accade. Li utilizza, in un certo senso, come parte del suo processo creativo, come se l’arte fosse per lui un’esperienza che deve essere vissuta fino all’estremo, senza limiti morali o emotivi.
ATTENZIONE: SPOILER!
Ma fino a che punto ci si può spingere davvero?
Essi sono solo strumenti di un’ispirazione disturbante, o c’è qualcosa di più oscuro nel suo comportamento?
Il film lascia aperti questi interrogativi: troviamo infatti i protagonisti drogati, abbandonati ad uno stato di totale passività, ma il confine tra sperimentazione artistica e sadismo resta ambiguo. Peter potrebbe essere semplicemente un uomo che ha perso ogni legame affettivo, trasformando tutto in materia creativa, oppure potrebbe esserci in lui un lato più disturbante, una freddezza quasi da predatore.
Il finale
Il finale di Gioco Pericoloso esplode in un vero e proprio colpo di scena, capace di lasciare lo spettatore completamente spiazzato. Per tutta la durata del film ci si immerge nella storia dandola per certa, seguendo gli eventi come se fossero parte di una realtà tangibile e coerente. Non ci sono indizi evidenti che possano far sospettare qualcosa di diverso, nessun dettaglio che anticipi il ribaltamento finale.
Eppure, negli ultimi minuti, la pellicola cambia completamente prospettiva, raccontando una storia del tutto nuova. A quel punto, la domanda diventa inevitabile: tutto ciò che abbiamo visto è solo il frutto della mente dello scrittore che compone il suo romanzo? È stato tutto costruito nella testa di Carlo, rendendolo l’unico vero protagonista?
È un colpo di scena raro, perché non si basa su piccoli segnali disseminati lungo il percorso, ma su una rivelazione che ribalta ogni certezza in un attimo. Lo spettatore non viene guidato a sospettare, ma viene catapultato in una nuova interpretazione della storia all’improvviso, rendendo il finale di forte impatto, quasi destabilizzante.
Gioco Pericoloso è qualcosa di diverso, un’esperienza che fino a questo momento avevo trovato solo nei libri o nei migliori riadattamenti di thriller. È un film che porta una ventata di freschezza al genere, con un’idea originale e un soggetto solido, capace di tenere lo spettatore incollato fino all’ultimo istante. Una storia avvincente, costruita con intelligenza e cura, che merita di essere vissuta al cinema, da oggi 13 marzo!
a cura di
Michela Besacchi
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