La scomparsa di una leggenda: Ennio Morricone
Stamattina il sole sembrava facesse fatica a spuntare e sentivo che sarebbe stato un giorno strano. Poi la notizia, trafilata, come una delle news che quasi distrattamente quotidianamente leggiamo sul nostro smart-phone: Ennio Morricone è morto all’alba, a 91 anni presso il Campus Bio-Medico di Roma ricoverato per una caduta e la conseguente rottura del femore.
Un dono prezioso
Ora non sto a farvi il sermone che capi di Stato e autorità del mondo della Cultura hanno puntualmente espresso, voglio solo esternare e condividere con voi quello che Morricone ha rappresentato, il prezioso dono che ci ha regalato attraverso colonne sonore indimenticabili. Dopo il mio turno di lavoro, mentre rientravo a casa ho iniziato ad ascoltare una compilation del Maestro. Ho iniziato con le note di The Ecstasy of Gold o Gabriel’s Oboe. Durante Once Upon a Time in The West le mie lacrime scendevano, copiose e inarrestabili, insieme ai brividi che provo anche adesso, mentre scrivo.
Le regole della composizione
Fra i tanti pregi del Maestro vorrei soffermarmi sulla capacità che ha avuto di sovvertire le regole della composizione, negli anni 60 e non solo, la capacità di lavorare senza orchestra, con pochi soldi, trasformando un fischio o uno sparo in simboli determinanti sopratutto per i celebri western di Sergio Leone.
Ha rivalutato strumenti considerati quasi blasfemi: l’armonica di Once Upon a Time in The West, la presenza di strumenti a fiato e della chitarra elettrica (in pieno periodo Shadows) ne Il buono, il brutto e il cattivo. E ancora il mandolino, clavicembalo sassofono e…scacciapensieri di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri.
Musicisti di impostazione rock come Eddie Van Halen e Roger Waters hanno dato il loro contributo alla colonna sonora de La leggenda del pianista sull’oceano. E come non ricordare il celebre fischio di Alessandro Alessandroni ne Per un pugno di dollari la voce di Edda Dell’Orso con un espressione carica di spiritualità e magia che il maestro Morricone ha rivelato in tutta la sua bellezza.
I tributi nel mondo del rock
Innumerevoli poi i tributi di tanti protagonisti della musica rock; da Springsteen che lo omaggiava in tempi non sospetti prima di cominciare il brano Badlands (San Siro 2003) ai Metallica, ai Ramones e ai Clash che facevano precedere i loro concerti con la colonna sonora de Il buono, il Brutto e il Cattivo.
E come non citare Quentin Tarantino, da sempre devoto del maestro, un sodalizio che ha portato Morricone ha vincere l’Oscar per The hateful height nel 2016. Poi c’è il sodalizio inossidabile con Sergio Leone, Brian De Palma, John Carpenter, Dario Argento, Barry Levinson.
In ogni film Morricone creava un pathos, una magia, era quasi l’elemento determinante riuscendo a modellare la musica a seconda dei generi.
Ho avuto il piacere di assistere ad un suo concerto tenutosi a Rimini nel 1999 dal titolo Omaggio a Ennio Morricone. Musiche per il cinema dirette dall’autore dove ha dato prova di essere uno dei massimi direttori d’orchestra che abbiamo avuto in Italia.
L’ultimo regalo
L’ultimo regalo che Ennio Morricone ha voluto lasciarci, il suo canto del cigno è la composizione Tante pietre a ricordare, scritto in memoria delle vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova e che sarà eseguito dall’Orchestra al Teatro Carlo Felice di Genova la sera prima dell’inaugurazione nel nuovo ponte. Un lascito di speranza, una testimonianza di un uomo che ha saputo coniugare lavoro e sentimento, pensiero, passione e azione. A noi ci restano le sue composizioni, che ora hanno davvero l’imprimatur di eterna bellezza.
Grazie maestro!
a cura di
Beppe Ardito
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