Franco e la Repubblica dei Mostri: un nuovo disco come terapia antibiotica

Franco e la Repubblica dei Mostri: un nuovo disco come terapia antibiotica
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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Franco e la Repubblica dei Mostri, un progetto milanese dove, sorpredentemente, non c’è nessun Franco. Dopo qualche anno di assenza, un cambio formazione e qualche accorgimento, ecco che il 28 febbraio esce Sciarra Chitarra Musica Battaglia, un nuovo disco tra cantautorato e post rock.

Qui sotto, hanno risposto alle nostre domande. Buona lettura!

Partiamo dalle basi, da dove arriva il vostro nome? E chi è Franco?

Lo stiamo ancora cercando! In realtà il nome è nato dalla volontà di creare un progetto tutto italiano che sapesse raccontare nel bene e nel male l’Italia attraverso piccole storie quotidiane. Franco è uno dei nomi più comuni in Italia e ci piaceva l’idea di dare al nostro collettivo un nome comune di persona.

Ci pare di percepire un cambio di percorso dall’album precedente, che cos’è successo?

Sicuramente siamo tutti cresciuti e abbiamo lavorato tanto in questi anni nella definizione di un nostro sound. Poi l’incontro con Giuliano Dottori, che ha prodotto il disco, ci ha aiutato nel prenderne sempre più consapevolezza.

Chi sono i componenti di Franco e la repubblica dei Mostri quando non suonano?

Un avvocato, un direttore creativo, un informatico e una progettista culturale.

Esiste ancora una scena musicale milanese?

Esisterà sicuramente ma in questo periodo storico è molto difficile parlare di scene relative a un’area geografica specifica. La fruizione della musica è sempre più fluida, la quasi completa sparizione dei piccoli club che fanno musica live autoriale ne è la prova e la diretta conseguenza.

Chi ne fa parte?

Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo album?

È un disco corale formato da dieci canzoni che ci portano a ragionare sul concetto di rottura e di cambiamento. È un disco scuro, a tratti malinconico, ma sempre dannatamente consapevole.

E cosa dovremmo assolutamente sapere prima di ascoltarlo?

Tanti anni fa si ascoltavano i dischi per intero, dall’inizio alla fine, cercando di capire dove la band/l’artista voleva portarci. Ascoltare questo disco come una terapia antibiotica, dalla prima all’ultima canzone, prendendo tutte le pastiglie altrimenti non funziona. Scherziamo, godetevelo!

Siamo nuovi in città, dove dovremmo assolutamente andare?

Una lunga passeggiata da piazzale Baracca a Duomo seguendo corso Magenta. Poi Via Torino passando per le colonne di San Lorenzo e arrivare in Darsena giusto per l’ora aperitivo. Poi Brera, Il Quartiere Isola, Paolo Sarpi, L’Ortica e Nolo.

Come dev’essere il vostro live perfetto? E un feat. dei sogni?

Quello dove non scenderemmo mai più dal palco.
Feat. dei sogni? Ci piacerebbe molto fare un feat. con Salmo. 

a cura di
Conza Press

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