Judas Priest – Ferrara Summer Festival, Ferrara – 2 luglio 2025

judas priest al ferrara summer festival 2025 - poster promozionale con uno scudo e il logo della band fiammeggiante
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50 anni di carriera e 35° anniversario di “Painkiller” sparati in faccia dai Judas Priest ai fan presenti al Ferrrara Summer Festival. Divertenti i Phil Campbell and the Bastards Sons, degni di rispetto i Warlord

Caldo, maledetto caldo. Tranquilli, questo articolo non diventerà un servizio di Studio Aperto sulle torride temperature estive, ma è pur d’obbligo segnalare i polpacci, le nuche e le varie chieriche divenute rossastre mentre si passeggiava amabilmente il 2 luglio 2025 per la Piazza Ariostea di Ferrara, luogo nel quale ci siamo precipitati per assistere al concerto dei Judas Priest.

Location

Come detto, Piazza Ariostea è la location adibita per ospitare gli eventi del Ferrara Summer Festival 2025. Posta nel centro cittadino, in questi giorni si sono susseguiti nomi di alto calibro e di varia estrazione musicale, dagli Slipknot ai Lynyrd Skynyrd. Questa volta la giornata è dedicata al Metal vecchia scuola.

Tra chioschetti e alberi, gli spazi adombrati non mancano, per fortuna. Un po’ meno fortuna lato prezzi per bevande e libagioni, ma è un annoso problema che si protrae da secoli.

Molto variegata la fauna metalleggiante presente: si passa dal metallaro vecchia scuola che non vuole saperne nulla del tempo che passa, alla famigliola accomunata dalla passione per questo genere musicale; dall’insospettabile cinquantenne con polo bianca e New Balance ai piedi (che urlerà come un dannato per tutto il concerto dei Judas Priest) al ventenne felice-e-spaesato. Da annoverare immarcescibili presenza la cui età anagrafica si perde nel corso delle decadi, ma che con orgoglio gironzolano aspettando “quelli che ascoltavo fino a qualche anno fa”.

Sole sghignazzante e i redivivi Warlord

Ore 19:00 spaccate, salgono sul palco inondato dal sole i Warlord, storica band a stelle e strisce cui si devono, almeno in parte, le basi dell’Epic Metal. Protagonisti di varie sfortune nel corso della loro carriera (il prematuro scioglimento nel 1985 dopo appena un disco, varie reunion, il ritorno in pianta stabile nel mercato discografico e la recente morte del chitarrista nonché co-fondatore della band Bill Tsamis), i Warlord sono l’esempio lampante del crederci sempre, crederci comunque.

Giles Lavery ha una voce incredibile, fisicamente forse accusa un po’ la calura ferrarese, ma in generale la band non accenna particolari defaillance, anzi. Tra “Child of the Damned”, “Deliver Us”, “Mrs. Victoria” e le più recenti (si fa per dire) “Invaders” o “Battle of the Living Dead”, il gruppo accoglie il favore dei presenti. Pit che continua a riempirsi, mentre nel resto della piazza continua ad arrivare qualche metalhead alla spicciolata.

Setlist dei Warlord:
  1. Lucifer’s Hammer
  2. Invaders
  3. Battle of the Living Dead
  4. Penny for a Poor Man
  5. Black Mass
  6. Mrs. Victoria
  7. Winter Tears
  8. Deliver Us From Evil
  9. Child of the Damned
Phil Campbell and the Bastard Sons

Seconda band della giornata, un nome che ha avuto il pregio di accompagnare con la sua chitarra per un bel po’ di anni una leggenda come Lemmy Kilmister con i suoi Motörhead. Phill Campbell e i suoi figli bastardi ci sanno fare, hanno un wall of sound di tutto rispetto e una scaletta che sa ben dosare pezzi propri con gli immancabili omaggi ai Motörhead (“Going To Brazil” e l’immancabile “Ace of Spades”).

La prima volta che il sottoscritto vide la band fu nel lontano 2017 in apertura ai Guns ‘n’ Roses: con tutta onestà, in quell’occasione li trovai più roboanti e incisivi. Ciò non vuol dire che al Ferrara Summer Festival 2025 abbiano fatto una magra figura, tutt’altro, a giudicare dai cori di consenso e dalle corna alzate in cielo. Giocano di mestiere e fanno bene.

Setlist di Phil Campbell and the Bastard Sons
  1. We’re the Bastards
  2. Step Into the Fire
  3. Going to Brazil (Motörhead cover)
  4. Hammer and Dance
  5. High Rule
  6. Born to Raise Hell (Motörhead cover)
  7. Straight Up (Phil Campbell song)
  8. Dark Days
  9. Ace of Spades (Motörhead cover)
  10. Strike the Match
Judas Priest

Il cielo è volto all’imbrunire, il pit è piuttosto pieno, la piazza di per sé, forse complice il giorno infrasettimanale, un po’ meno: si parlerà di oltre 5.0000 presenze. Cinquemila presenze che però si sono fatte sentire. Molto. Decisamente. Tra ragazzi poco più che vent’enni, settantenni, insospettabile famiglia composta da madre, padre figli, zii che accompagnano nipoti (tutti rigorosamente con tappi per le orecchie. Bravi, la prevenzione è importante), il boato all’entrata dei Judas Priest e del Metal God Rob Halford ha fatto un certo effetto.

“All Guns Blazing” ed “Hell Patrol” formano un’accoppiata iniziale devastante e già si mettono in chiaro due cose: i Judas sono in grande forma e lo è altrettanto la voce di Rob Halford, il quale riesce a dosare bene i momenti di scream. Se non ci credete vi porto un dato: la performance di “Painkiller” ha rasentato la perfezione per quanto concerne lo stato attuale della band.

I Judas Priest hanno portato sul palco non solo la celebrazione dei 35 anni di “Painkiller”, album che ha segnato la storia dell’Heavy Metal, ma anche alcune sorprese, atte a mostrare come la band creda moltissimo a tutta la loro storia. Di solito i tour celebrativi tendono a ignorare il presente o il passato più recente (come alcuni loro colleghi compatrioti, ndr); loro, invece, hanno inserito in scaletta anche alcuni estratti di album come “Redeemer of Souls” del 2015, “Fire Power” del 2018 e “Invincible Shield” del 2023. Non è scontato e, benché la differenza con la produzione più storica sia palese, donano al concerto un respiro più ampio e una panoramica più reale e tangibile di quella che è stata ed è tutt’ora l’evoluzione dei Judas Priest.

Un’ora e mezza circa di concerto, con la chiusura lasciata al trittico “Electric Eye” (per onor di cronaca, il sottoscritto ha goduto molto), “Hell Bent fot Leather” e “Living After Midnight”. Tutti soddisfatti, stranamente anche per volumi e generale resa audio (intera giornata goduta in prossimità della zona mixer).

Ai Judas Priest bisogna per forza voler bene: ne hanno passate tante e nonostante questo sono ancora in sella.

Setlist dei Judas Priest:
  1. All Guns Blazing
  2. Hell Patrol
  3. You’ve Got Another Thing Comin’
  4. Freewheel Burning
  5. Breaking the Law
  6. A Touch of Evil
  7. Night Crawler
  8. Solar Angels
  9. Gates of Hell
  10. Battle Hymn / One Shot at Glory
  11. The Serpent and the King
  12. Between the Hammer and the Anvil
  13. Giants in the Sky
  14. Painkiller
  15. The Hellion / Electric Eye
  16. Hell Bent for Leather
  17. Living After Midnight

a cura di
Andrea Mariano

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di Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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