
In diretta da Basilea, Gabry Ponte ci racconta la sua avventura all’Eurovision Song Contest, tra emozioni, sfide e momenti indimenticabili dietro le quinte. A poche ore dalla finalissima, il DJ e produttore italiano si prepara a salire su uno dei palchi più seguiti al mondo, portando l’energia di un brano che, tappa dopo tappa, ha conquistato sempre più pubblico.
“All’inizio il pubblico sembrava più freddo, forse anche per via del testo in italiano, meno immediato per chi non conosce la lingua – racconta Gabry – ma con il tempo l’energia del brano ha superato le barriere linguistiche. Durante i pre-party è nato un entusiasmo contagioso. Quando sono salito sul palco e ho visto il pubblico reagire così, ho capito che qualcosa era arrivato davvero”.
Per Gabry Ponte, questa è un’esperienza inedita. Nonostante gli oltre 25 anni di carriera, l’Eurovision rappresenta una nuova sfida. “Negli anni ’90 i DJ erano figure quasi invisibili nei club. Poi sono arrivati i primi successi discografici, e da lì è nato il bisogno di esibirsi anche dal vivo. Così il DJ è diventato performer: abbiamo iniziato a costruire show, poi festival, fino ad arrivare in radio, in TV, a Sanremo e ora sul palco dell’Eurovision. La dance è passata dall’essere un genere di nicchia a un fenomeno mainstream”.
Oltre la gara: una performance autentica
Gabry vive l’esperienza senza l’ossessione della vittoria: “Non ho mai partecipato con lo spirito del ‘devo vincere’. Il mio obiettivo è sempre stato offrire una performance autentica, che rappresentasse davvero il mio progetto musicale”. Proprio in nome di questa autenticità, ha scelto di non seguire le convenzioni non scritte del contest. Niente ballerini, niente coreografie elaborate: solo lui e la sua musica. Una scelta controcorrente, ma profondamente coerente con l’identità del progetto: “Volevamo restare fedeli alla nostra visione” ma non ci nasconde che ci sono state delle difficoltà legate alla performance, causate dal regolamento dell’Eurovision.
Il problema degli strumenti live
Come risaputo, a Eurovision è vietato utilizzare strumenti live, e Gabry ci spiega il motivo “Il dietro le quinte funziona come un pit stop della Formula 1: appena finisce una performance, parte subito la macchina per preparare quella successiva. Per garantire questa efficienza, non c’è spazio per l’improvvisazione: tutto deve essere pianificato e standardizzato – spiega- è per questo che non permettono strumenti suonati dal vivo: servirebbe troppo tempo per smontare e rimontare tutto ogni volta.”
Per questo motivo, non è stato possibile chiedere una deroga per la console, ma nonostante ciò, ha deciso di tenerla sul palco. Inoltre, non essendo possibile usare voci registrate, i due coristi iniziali sono stati accompagnati da un terzo corista aggiuntivo, e la voce di Gabry Ponte stesso.
Risposta alle critiche
Alle critiche di chi sostiene che un DJ non “si esibisca davvero”, Gabry risponde con fermezza: “Io scrivo e produco la mia musica, spesso con altri autori e musicisti. Non sono un cantante, e non voglio esserlo. Ognuno deve fare quello che sa fare meglio. C’è chi interpreta canzoni scritte da altri, io creo brani che altri possono cantare. Sono due lavori diversi, ma entrambi fondamentali. La dance che ascoltiamo oggi è frutto del lavoro di chi passa anni a perfezionare il proprio suono”.
Ha anche chiarito che il verso “Beato santissimo Craxi” non ha nessuna valenza politica, ma è parte di una scrittura ironica, che gioca sugli stereotipi della cultura italiana.
Un brano nato per San Siro, non per Sanremo
Gabry Ponte sottolinea che il brano non è stato pensato per Sanremo come molti credono, ma per il concerto di San Siro. Per quanto riguarda il processo creativo, ci racconta, “ Il pezzo è nato su una backing track che avevo fatto io, e aveva questo sapore un po’ pizzicato, da cui abbiamo sviluppato l’arrangiamento con strumenti tradizionali: fisarmonica, tamburello… A me piace molto contaminare la musica dance, e la fortuna di questo genere è proprio quella di prestarsi facilmente a contaminazioni. La musica italiana ha tante sfaccettature, e questa era una di quelle che volevo omaggiare. È venuto tutto in modo piuttosto spontaneo.”. Infatti, gli elementi cutlurali italiani, sono rappresentati anche dalla scenografia dell’esibizione, come tributo all’identità visiva e culturale del Paese.
Oltre l’Eurovision
Il mix tra generi è protagonista anche nel nuovo singolo “Brokenhearted”, nato dalla collaborazione con i Train, storica pop rock band americana. Il brano, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali, fonde l’energia dell’electro-pop con sfumature country, e racconta con melodia e ritmo il dolore di un cuore spezzato. “Questo brano è una collaborazione che nasce dalla voglia di contaminare generi diversi. È bello che oggi ci sia sempre più spazio per unire beat elettronici a testi forti e significativi, anche quando si tratta di musica pop. È una tendenza che vediamo crescere: testi profondi su basi energiche.”
Durante la settimana dell’Eurovision, diversi artisti si sono mostrati interessati a future collaborazioni, ma Gabry Ponte preferisce vivere il presente: “Ci sono state tante proposte interessanti, ma per ora voglio godermi questa esperienza”.
Il cambiamento della musica nel tempo social
Gabry riflette anche sull’evoluzione del rapporto tra musica, pubblico giovane e social media. “Una volta si andava in discoteca per ascoltare questo tipo di musica, oggi invece il genere è diventato più mainstream, e quindi i ragazzi magari vanno ai festival o a concerti, come succederà a San Siro a giugno. In Italia c’era una forte presenza della cultura calcistica, ma ora anche la musica elettronica trova spazio in contesti più ampi, cosa che all’estero avviene da più tempo.”
Per quanto riguarda il rapporto della musica coi social media, Gabry preferisce prediligere l’autenticità alla viralità che un brano può portare, “La musica che creo nasce da me, senza pensare a quello che gli altri vogliono sentire. L’importante è essere autentico e restare fedele a ciò che si è, per esprimere qualcosa di reale.”
a cura di
Morena Kercuku