“Kraven: Il cacciatore” – La recensione in anteprima

“Kraven: Il cacciatore” – La recensione in anteprima
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Non ci eravamo ancora ripresi dalla visione di Venom 3 – The Last Dance che sugli schermi è arrivato, con colpevole ritardo rispetto alle previsioni, Kraven – Il cacciatore. Probabilmente l’ultimo film condiviso Sony – Marvel sui personaggi dell’universo espanso di Spider-Man. Supererà le basse aspettative che lo circondano o sarà l’ennesimo flop?

Era maggio 2021 quando venne annunciato un nuovo spin-off sull’ennesimo villain di Spider-Man: Kraven. Da quel momento le notizie furono frammentarie e nebulose, anche intorno all’annuncio degli attori: a cominciare da Aaron Taylor-Johnson, che svestiti i panni di Quicksilver è rimasto nell’universo Marvel sotto altre spoglie (Chris Evans docet), per arrivare a Russell Crowe.

L’annuncio di un cast altisonante riuscì parzialmente a mitigare i timori verso la buona riuscita del film e, nel febbraio del 2022, iniziarono le riprese. L’uscita in sala, inizialmente prevista per il gennaio dell’anno successivo, venne poi rimandata all’11 dicembre 2024, ma andiamo con ordine.

Nel giugno del 2022 venne annunciata la conclusione delle riprese, con la postilla di essere il primo film Marvel ad essere stato girato unicamente in esterna, senza nessuna scena in studio. Dopo una post-produzione travagliata, il primo trailer uscì nel giugno del 2023 con la nuova data di uscita, prevista per l’ottobre 2023.

Kraven subì un nuovo cambio di data, fissando l’uscita per il 30 agosto 2024 e successivamente un nuovo spostamento, quello definitivo, all’11 dicembre 2024 con un roboante annuncio del produttore Matt Tolmach:

“Kraven arriverà al cinema a Natale. Ne siamo entusiasti. Natale è il miglior periodo di uscita che ci sia, quando dai alle persone il tempo di tornare al cinema ancora e ancora”

Sarà stata la scelta giusta o l’ennesima decisione che ha affossato l’universo espanso di Spider-Man? Vediamolo assieme.

Quegli addominali hanno gli addominali

Siamo nella profonda Siberia, nell’unica strada in mezzo ai ghiacci si staglia una camionetta militare che sta portando i carcerati in una remota prigione di massima sicurezza.

Tra di loro c’è quello che si rivelerà essere il protagonista del nostro film, Kraven (Aaron Taylor-Johnson). Un uomo con una missione: uccidere il boss della mafia rinchiuso nella struttura. Questo è l’incipit della storia, che scatenerà una serie rocambolesca di avvenimenti.

Prima, però, facciamo un salto nel passato, per scoprire come il giovane Sergei Kravinoff sia diventato il cacciatore Kraven. Una battuta di caccia col padre Nikolai (Russell Crowe) andata male, lascia il ragazzo in fin di vita, ma grazie alla “pozione” di Calypso (Ariana DeBose), una giovane ragazza che si rivelerà poi la migliore alleata del nostro protagonista.

Da qui Sergei, dopo un litigio col padre, decide di lasciare la casa natia e il fratello Dmitri (Fred Hechinger) per arrivare alla consapevolezza del suo essere, arrivando a scoprire le sue nuove doti innaturali, derivate dalla pozione che lo ha salvato e inizia il suo compito da cacciatore.

Torniamo al presente, il cacciatore ha una lista da completare, ma sulla sua strada si mette Aleksei Sytsevich alias Rhino (Alessandro Nivola). Chi avrà la meglio?

In esterna, ma quella CGI…

Il regista JC Chandor ha dichiarato che la pellicola è “fatta bene”, quasi come un gesto disperato di autoconvincimento e perlopiù vano. A livello di trama di problemi ce ne sono, e molti. I tempi morti sono tanti, intervallati da scene d’azione talvolta sbrigative, e alcuni personaggi, poco conosciuti al pubblico generalista, soffrono di un mancato approfondimento.

La fotografia è nella media dei film Marvel, nessun sussulto di bellezza, ma nemmeno un grido d’orrore. È esattamente quello che ci si aspetta da un film del genere. Il vero problema è la CGI, in alcuni casi sembra di essere tornati ad inizio anni 2000 per la bassa qualità degli effetti visivi, soprattutto nella realizzazione di alcuni animali.

Un grande pregio, però, va alla produzione, che ha girato il film completamente in esterna eliminando la variabile green screen o studio in favore di riprese naturali. Un modo per tornare alle origini del cinema.

Dal punto di vista musicale siamo di fronte ad una colonna sonora per niente invasiva, come quasi non ci fosse un accompagnamento, lasciando tutto la scena all’azione e ai rapporti umani tra i protagonisti della pellicola. Una scelta che può essere un boomerang, visti i tempi morti che imperversano all’interno film.

Una degna conclusione?

Kraven vive qualche alto e molti bassi. Così come il suo predecessore Venom, la pellicola lascia quel senso di desolazione usciti dalla sala. Un’occasione persa per poter sviluppare quei personaggi rimasti sempre nei cuori degli appassionati dei fumetti, ma sconosciuti ai più.

Lo sviluppo del personaggio rimane approssimativo, pur avendo dedicato tempo e spazio al raccontarne la storia, così come sbrigativa risulta la storia nei momenti chiave. Inoltre, anche il villain, che poteva avere una profondità tale da renderlo degno di nota, è rimasto vittima di una sceneggiatura superficiale e inconsistente, privandolo di tridimensionalità ed efficienza.

A tutto questo, si aggiunge la durata del film: 2 ore, quasi un record per il genere, che hanno l’effetto di colpire in senso negativo lo spettatore, lasciandolo con la netta sensazione di aver assistito a una storia prolissa e indigesta. Decidere inoltre, negli Stati Uniti, di renderlo un film vietato ai minori di 17 non accompagnati fa quasi sorridere, perché Kraven non risulta mai così cruento e duro, come forse la penna dello sceneggiatore voleva.

Non è comunque tutto da buttare. Siamo davanti a un film da vedere senza pretese per poter fare la conoscenza di nuovi personaggi, utili ad un futuro inserimento nel mondo cinematografico di Spider-Man, sempre e comunque con la consapevolezza dell’ennesima occasione sprecata da parte di una casa di produzione, Sony, che non ha saputo far fruttare quella che poteva essere la gallina dalle uova d’oro.

Ps. finito il film potete tranquillamente alzarvi dal vostro posto, non ci sono scene post-credit.

Alcune curiosità

Prima di lasciarvi alla visione di Kraven, ecco cinque curiosità sulla pellicola e i sui suoi attori:

  • Per Aaron Taylor-Johnson è il terzo ruolo come protagonista di un personaggio fumettistico dopo Kick-Ass e Quicksilver
  • Il personaggio di Kraven è presumibilmente ispirato al racconto di Richard Connell, “The Most Dangerous Game” del 1924, bastato sulla storia di un aristocratico russo che dà la caccia ai naufraghi che capitavano sulla sua isola. 
  • Gli addominali di Aaron Taylor-Johnson che si vedono nel film sono completamente naturali e non creati in CGI, così come confermato dal fotografo Gavin Bond.
  • Inizialmente per il ruolo del protagonista erano in corsa Brad Pitt, Keanu Reeves, John David Washington e Adam Driver.
  • Il regista della pellicola sarebbe potuto essere Antoine Fuqua che però rifiutò essendo già impegnato nelle riprese di The Equalizer 3.

Buona visione

a cura di 

Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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