“Il Migliore Dei Mali” – in anteprima al Noir In Festival – 7 Dicembre 2024 – Cineteca Arlecchino, Milano

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Sabato 7 dicembre a Milano si è tenuta l’anteprima del film di Violetta Rovetto, “Il Migliore Dei Mali”.

In un freddo sabato pomeriggio la Cineteca Arlecchino di Milano ha offerto uno degli ultimi incontri del Noir in Festival.
L’appuntamento è stato per l’anteprima assoluta del film di Violeta Rovetto, Il Migliore dei Mali.
Prima della proiezione in sala il direttore del Festival Giorgio Gosetti, la regista Violetta Rovetto, i protagonisti Giorgia Piancatelli, Giuseppe Pallone, Andrea Arru ed il produttore Emanuele Nespeca hanno raccontato piccoli inediti e, per quanto riguarda gli attori, hanno rivelato che anche per loro si sarebbe trattato della prima visione della pellicola dopo il montaggio finale.

Le origini

Il Migliore dei Mali nasce come una graphic novel divisa un due parti ed edita da Shockdom nel 2019-2020. L’opera ha visto il debutto su carta di Violetta Rovetto (conosciuta sul web come Violetta Rocks), amatissima youtuber dell’omonimo canale da più di 260mila iscritti, con gli intensi disegni di Marco Tarquini.
La graphic novel è stata scoperta un giorno da Emanuele Nespeca, che ha deciso di realizzare un film.

Il film


Il Migliore dei Mali è un lungometraggio adatto a tutte le età (non solo ai ragazzi adolescenti) e presenta temi che fanno riflettere.

La narrazione mostra quanto la specie umana sia resiliente e capace di adattarsi.
È un racconto che esplora la diversità, sia genetica che emotiva, e che include identità e orientamenti queer.
Un viaggio sul riscatto personale di chi affronta un destino avverso, in un mondo dove le opportunità non sono uguali per tutti.

La lotta tra autodistruzione e auto-conservazione è forse l’equilibrio della nostra specie?»

Violetta Rovetto

La trama

È l’estate 1997 e ci troviamo nel sud Italia, dove Ettore si è appena trasferito per un nuovo impiego lavorativo della madre.
Mentre la prima sera vaga in cerca di una pizzeria, il ragazzo si imbatte letteralmente in Milo, che con i suoi amici Michelangelo, Dante e Neri è alla ricerca del suo cane scomparso.

Tra i cinque si instaura subito un rapporto di amicizia e con la questa scusa iniziano a frequentarsi ogni giorno.
Su questo sfondo vi sono Termaranto, un’industria chimica piena di verità celate in cui la mamma di Ettore inizierà a breve a lavorare, e Zaira, un sinistro vicino di casa che sembra nascondere un oscuro segreto.

Un’avventura tra il giallo e il fantastico, dove i misteriosi avvenimenti che si verificano attorno ai ragazzi e alla cittadina li porterà a scontrarsi con il migliore dei mali.


La trama del film ruota attorno alla vita di un personaggio che, come suggerisce il titolo, si trova di fronte ad un dilemma esistenziale: scegliere il “minore/migliore dei mali”, in una situazione complessa che sembra priva di soluzioni semplici.
La Rovetto gioca con le sfumature psicologiche dei suoi protagonisti, dipingendo un quadro ricco di contraddizioni dove la linea tra giusto e sbagliato non è mai definita con chiarezza e dove ognuno porta dentro di sé un segreto che può divenire anche un punto di forza.

Valutazioni

Le interpretazioni degli attori (anche se molto giovani) sono uno dei pregi principali del film.
Con esse i protagonisti riescono a trasmettere l’intensità emotiva dei loro conflitti interiori.

Dal punto di vista stilistico, il film adotta un ritmo a tratti lento, ma mai noioso. Consentendo agli spettatori di immergersi completamente nei dilemmi morali e nelle scelte complesse che i personaggi sono costretti ad affrontare.
La fotografia e la color correction sono abbastanza semplici e rispecchiano esattamente ciò che vedremmo coi nostri occhi.

In definitiva, Il migliore dei mali è una pellicola che, pur trattando tematiche difficili e talvolta disturbanti, offre uno spunto di riflessione importante sul nostro modo di affrontare le difficoltà e le scelte nella vita.

Con una regia solida ed una narrazione potente, Violetta Rovetto dimostra la sua abilità nel raccontare storie di grande profondità, senza mai rinunciare a una certa ambiguità che rende il film ancora più affascinante.
Un’opera cinematografica che sicuramente lascerà il segno nel cuore e nella mente di chi la guarda.

a cura di
Emanuela Giurano

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