“Carmona – Alegrías”: Boccanegra ci racconta il singolo

“Carmona – Alegrías”: Boccanegra ci racconta il singolo
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Tra il cantautorato e influenze world radicate nel flamenco, arriva il nuovo brano di Boccanegra, Carmona – Alegrías, in uscita il 4 ottobre con distribuzione The Orchard.

Il contesto sonoro e quello testuale evocano una vera e propria ricerca di sensazionila speranza di vivere nuove esperienze, tra balli di festa e amori idealirimane viva fin quando la realtà non ci riporta sul piano di partenza, come una fermata di un bus al mattino.

Noi l’abbiamo intervistata!

Nel brano si percepiscono influenze world e richiami al flamenco. Qual è stato il percorso musicale e personale che ti ha portato a esplorare queste sonorità?

Nel 2022 in un momento delicato della mia vita sono partito per Granada per specializzarmi in chitarra flamenca alla escuela Carmen de las Cuevas. Inizialmente il flamenco doveva essere un contorno per il mio periodo laggiù, che era principalmente motivato da una caccia disperata di puravida. Quando sono arrivato mi sono reso conto del trasporto con cui il flamenco è vissuto in Andalusia: studiando e condividendo il tempo con gli artisti me ne sono appassionato, arrivando a costruire una rete di persone e a tornare a Granada o Siviglia appena avessi del tempo a disposizione.

La protagonista della tua canzone è in cerca di esperienze autentiche, ma spesso si scontra con la realtà. Quanto c’è di autobiografico in questa narrazione?

C’è molto di autobiografico! La vita dei viaggiatori e delle viaggiatrici è intrinsecamente alimentata dalla curiosità nei confronti di luoghi, culture e persone diverse; non appena la curiosità si trasforma in aspettativa, tuttavia, l’incantesimo della novità può spezzarsi generando disillusione. Effettivamente questa alternanza tra incanto e disincanto l’ho vissuta a più riprese sulla mia pelle negli scorsi anni.  

Come si lega il concetto di “alegrías” alla tematica più profonda della disillusione che emerge nel finale del brano?

L’alegrías è lo stile (palo) di flamenco su cui è costruito il brano. Si tratta di uno stile originario di Cadice, in 12, appunto allegro e suonato nelle situazioni di festa. Ho deciso di adottare la ritmica dell’alegría per questo pezzo perché penso si leghi bene al principio di curiosità e incanto che, in maniera ostinata, muove la protagonista nella sua incessante ricerca naif lungo la strada.

Hai menzionato una ricerca di sensazioni attraverso l’immaginazione e la fantasia. In che modo questo processo creativo ti aiuta a elaborare le complessità della vita moderna?

L’immaginazione è il nostro rifugio, è lo spazio dove possiamo fare succedere le cose che non accadono o non ci piacciono nella vita reale; i bambini sono maestri nel farlo. Nella mia vita la creazione di questi spazi è importantissima, mi permettono di mantenere in vita l’entusiasmo, di sfuggire ai tentacoli dell’inerzia e di spingermi a trasformare le idee in qualcosa di reale. 


L’atmosfera festosa del flamenco si mescola a momenti di riflessione e solitudine. Qual è stato l’approccio al bilanciamento tra la leggerezza musicale e il messaggio emotivo del brano?

Il pezzo è stato pensato fin dall’inizio per essere fruibile malgrado il tempo in 12. La prima scelta è stata quella di strutturarlo in sole strofe, per uniformare la narrazione. Dopodiché il resto è stato fatto in fase di produzione; i colori accentuano la strofa della bella del pueblo e salgono di dinamica a mano a mano che il brano si sviluppa, con la cassa incessante che lo accompagna dall’inizio alla fine seguendo il modello di Libertango di Grace Jones. Spero che il brano vi piaccia e vi possa fare compagnia nei prossimi viaggi. 

a cura di
Redazione

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