Formula 1: Verstappen deve temere più Leclerc di Norris

Formula 1: Verstappen deve temere più Leclerc di Norris
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La McLaren al momento è la vettura da battere, ma Verstappen non ha solo da temere Lando Norris: la Ferrari è tornata in carreggiata, Leclerc è agguerrito e non spreca punti quando si tratta di capitalizzare.

Il campionato di Formula 1 si fa sempre più interessante. Se ad inizio stagione la RedBull sembrava essere la squadra irraggiungibile ammirata nel corso del 2023, quest’anno la musica è ben diversa. McLaren ha dapprima colmato il gap, per poi diventare immediatamente la scuderia da battere. Una superiorità tecnica, quella del team papaya, che nella classifica costruttori ha portato il team di Andrea Stella a sole 8 lunghezze dalle lattine, ma che nella classifica piloti viene frenata soltanto dalle strategie e dalla gestione degli alfieri della McLaren stessa.

Lasciare i piloti liberi di correre, sempre e in ogni circostanza, a prescindere dalle situazioni di classifica, è un mantra nel quale McLaren crede dalla notte dei tempi (chi ha qualche capello grigio si ricorderà non solo di Hamilton e Alonso, ma anche di Senna e Prost) e per quanto sia un approccio lodevole per chi ama il motorsport, è molto rischioso se non si dispone di una vettura nettamente superiore alle altre. 

PAPAYA RULES

Il pasticcio strategico in Ungheria e nessun ordine di scuderia atto ad agevolare Norris nel suo tentativo di rimonta in classifica ai danni di un Verstappen che non sembra averne più per vincere quest’anno. La RedBull è in caduta libera, ma Norris non riesce sempre a capitalizzare la domenica il vantaggio tecnico della sua McLaren. In più, un Oscar Piastri che non ha proprio voglia di passare per un “numero 2”.

E forse, come suggerito da Will Buxton al termine del GP di Monza, il manager di Piastri (Mark Webber) potrebbe aver fatto inserire una clausola nel contratto di Oscar riguardante il trattamento ricevuto dal team, almeno al pari di Norris.

Una suggestione che trova senso nelle parole di Zak Brown, che ricorda spesso come il team di Woking disponga di due prime guide e che derubrica i duelli in pista tra Norris e Piastri come duelli duri e puliti, che seguono le “Papaya rules”. Regole che permettono ai piloti di darsi battaglia, così come in Ungheria o a Monza. E, proprio a Monza, il sorpasso di Piastri a Norris lo ha portato ad allargare traiettoria, facendogli perdere l’apex e facendo correre a Lando il rischio di girarsi. Ad approfittarne è stato Charles Leclerc e il prosieguo della gara la conosciamo tutti.

LECLERC PRIMA DI NORRIS?

Con Verstappen che gioca in difesa, nella speranza che i suoi rivali in pista si tolgano punti a vicenda, impedendosi reciprocamente di guadagnarne abbastanza da raggiungerlo, il mondiale adesso è nelle mani di Lando Norris, che è l’unico pilota sulla carta in grado di rimontare l’olandese senza dover stare a guardare cosa faccia Max. Dall’altra parte, però, i 24 punti che separano Charles da Lando rendono lecita una considerazione o due. Perché la McLaren si è dimostrata ancora un po’ immatura nella gestione dei piloti e nell’elaborazione delle strategie, aspetti sui quali invece la Ferrari è cresciuta tantissimo.

Ecco che, qualora il pacchetto di aggiornamenti portato dalla Rossa in vista di Monza e dei Gran Premi successivi (tenendo presente che ne arriveranno degli altri) sarà fondamentale per riaccendere quel barlume di speranza che un mese e mezzo fa sembrava utopia.

Infatti, con una classifica che recita Verstappen 303, Norris 241 e Leclerc 217, diventa imperativo inanellare due successi consecutivi tra Baku e Singapore per provare ad avvicinarsi prepotentemente alla leadership di Max Verstappen, il quale proverà a contenere i danni, e nel farlo si rosicherebbero altri punti al numero 4 papaya.

Una situazione che potrebbe costringere la McLaren a puntare (per davvero) su un pilota e sul far fare all’altro il numero due, ma finché non sarà così a Maranello c’è motivo di sperare l’insperabile, perché quando i valori delle monoposto sono vicini, Leclerc ha sempre dimostrato di non avere nulla da invidiare ai piloti che poi i titoli li vincono e se li portano a casa.

A cura di
Luca Vendrame

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Luca Vendrame

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