“Anora” – la recensione in anteprima!

“Anora” – la recensione in anteprima!
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Sean Baker torna ad indagare i margini della società americana con “Anora”, un film che, sotto l’apparente patina dorata del sogno americano, nasconde una cruda realtà. Anora crede di aver trovato la sua fiaba fidanzandosi con un ricco ereditiero russo. Ma la sua nuova vita, tra ville lussuose e viaggi esotici, si rivela ben presto un’illusione fragile e destinata a infrangersi. Noi di The Soundcheck abbiamo visto il film in anteprima, e ve ne parliamo qui. Buona lettura!

Baker, con la sua consueta sensibilità e la capacità di ritrarre la vita ai margini, ci regala un nuovo gioiello cinematografico con Anora. Il film, ambientato nel brulicante panorama di New York, ci introduce nel mondo di Ani, una giovane donna che sogna una vita diversa. La sua esistenza, precaria e segnata dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza, subisce una svolta quando incontra un cliente inaspettato.

La trama

Anora, per tutti “Ani”, una giovane e affascinante spogliarellista di origini Russian-American, vive nel cuore pulsante di Brighton Beach, a New York. Grazie alla sua padronanza della lingua russa, diventa ben presto il punto di riferimento per i clienti di origine sovietica. Tra questi, incontra Vanya, un giovane e ricchissimo ereditiero russo.

Tra i due scocca una scintilla inaspettata che li porterà a vivere una fuga d’amore appassionata. Ma la loro felicità è destinata a essere messa a dura prova quando i potenti genitori di Vanya si intromettono, decisi a separare i due innamorati.

La seconda parte del film, ambientata a Coney Island, è un vortice di situazioni surreali e personaggi eccentrici. Baker sembra divertirsi a giocare con i cliché del cinema americano, creando una sorta di road movie tragicomico. Il finale, amaro e struggente, lascia lo spettatore con una profonda sensazione di malinconia.

Il regista

Sean Baker è un autore indipendente statunitense noto per il suo sguardo attento e compassionevole verso i margini della società. Le sue opere, spesso caratterizzate da un budget limitato e da un approccio naturalistico, si concentrano su personaggi e comunità spesso trascurati dal cinema mainstream.

Il regista è particolarmente apprezzato per la sua capacità di catturare l’autenticità delle situazioni e dei dialoghi, nonché per la scelta di attori non professionisti che contribuiscono a rendere i suoi film ancora più credibili. Tra i suoi lavori più celebri ricordiamo Tangerine (2015), girato interamente con un iPhone 5s, che racconta la storia di una transgender che cerca vendetta su un cliente infedele.

In Anora, il regista conferma la sua abilità nel ritrarre personaggi umili, persone che inseguono un’idea di felicità spesso irraggiungibile. Anora, come le protagoniste dei suoi film precedenti, è una figura complessa, sospesa tra l’ingenuità di una bambina che sogna Disneyland e la consapevolezza di una donna che ha dovuto lottare per sopravvivere.

La regia e la fotografia

La regia di Baker è impeccabile. Le inquadrature, spesso strette sui volti dei personaggi, ci permettono di cogliere ogni sfumatura delle loro emozioni. La fotografia, cupa e suggestiva, cattura l’atmosfera claustrofobica della città e sottolinea la solitudine dei protagonisti. Il montaggio, dinamico e frenetico, contribuisce a creare un senso di disorientamento e di precarietà, riflettendo lo stato d’animo dei personaggi.

La colonna sonora

A guidare tutte le scene più belle del film è la versione, rivisitata in chiave moderna e dance, di Robin Schulz dell’amato singolo dei Take That Greatest Day. La sua versione, pubblicata nel 2023, ha portato una ventata di freschezza a questa canzone già di per sé molto amata. Il film è pieno di successi internazionali dei generi pop e hip-hop tra cui Lady Gaga, t.A.T.u. e Iggy Azalea.

Matthew Hearon-Smith è un esperto selezionatore musicale che lavora nel mondo del cinema, della TV e della pubblicità. Ha già collezionato cinque nomination ai Guild of Music Supervisors Awards e un’altra agli Hollywood Music Media Awards, dimostrando di essere un talento emergente nel settore, tanto da essere inserito da Variety tra i supervisori musicali da tenere d’occhio.

Mikey Madison è Ani

La performance di Madison è straordinaria. La sua energia, la sua capacità di passare dalla commedia al dramma e la sua presenza sullo schermo sono travolgenti. L’attrice riesce a rendere con grande intensità la complessità di questa donna forte e indipendente, ma allo stesso tempo fragile e vulnerabile. Il film è ricco di momenti esilaranti, proprio grazie all’interazione ed ai dialoghi tra i personaggi con la Madison.

Il suo modo di affrontare tutte le situazioni paradossali e tragiche nel corso degli eventi è magistrale e la sua interpretazione è tanto credibile quanto toccante. Ci permette di connetterci profondamente con il personaggio. La sua performance è stata ampiamente lodata da molti, che la considerano una delle migliori dell’anno.

Il tema delle ingiustizie sociali

Anora è un film che va oltre la semplice narrazione di una storia. È un’analisi lucida e implacabile delle disuguaglianze sociali, della precarietà del lavoro e del potere corrosivo del denaro. Baker ci mostra la cruda realtà di un mondo dove i sogni spesso si infrangono contro i muri della classe sociale.

Il film, tuttavia, non si limita a denunciare le ingiustizie sociali. È anche un’esplorazione della condizione umana, della ricerca della felicità e del desiderio di riscatto. Nonostante le difficoltà, Ani non perde mai la speranza e continua a lottare fino alla fine per un futuro migliore.

Il nostro punto di vista

Anora è un film che non lascia indifferenti. È un’opera potente, toccante e disturbante, che costringe a riflettere sull’attuale società e sulle nostre scelte individuali. Una società che appare ormai alla deriva e che sembra richiamare l’antico proverbio plautino “Omo omini lupis”.

Una società dove non ci possiamo fidare di nessuno, neanche di chi si trova nella nostra identica situazione. Un luogo disfunzionale dove è la tossicità a guidare i rapporti umani in una costante e disagevole guerra tra poveri. E la povertà messa in scena qui, non è solo quella economica.

La storia d’amore di Anora con Ivan – l’erede miliardario ne è la prova, come in una parodia della favola di Cenerentola. L’incontro casuale in un locale notturno, la proposta di matrimonio impulsiva a Las Vegas: tutto sembra uscito da un romanzo rosa.

Ma dietro questa facciata scintillante si nasconde una verità amara. Ivan è un prigioniero del suo stesso denaro, incapace di provare sentimenti autentici. La pellicola non risparmia nessuno: né i ricchi, arroganti e incapaci di provare empatia, né i poveri, che si aggrappano a illusioni per sfuggire alla loro condizione. La critica sociale è pungente, ma mai didascalica.

Il regista ci offre un ritratto spietato della società contemporanea, dove il denaro è l’unica misura del valore e l’amore è un lusso accessibile solo a pochi.

a cura di
Tommy Ippolito

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