Explosions In The Sky – acieloaperto, Rocca Malatestiana, Cesena – 11 agosto 2024
Gli Explosions In The Sky, ospiti del Festival acieloaperto, presentano l’ultimo (ma non ultimo) album, End, nella cornice malatestiana di Cesena
Noi eravamo presenti alla data cesenate del Festival acieloaperto, tenutasi nel cortile interno della Rocca Malatestiana, per raccontarvi la seconda e ultima data italiana del tour europeo della band americana.
Ma prima un passo indietro.
Non è veramente la fine
Il profilo Instagram del quartetto texano svuotato di tutte le foto; al posto di queste un’immagine contenente tre parole: The end tour. Fine. Nessun’altra indicazione.
Era il 18 aprile 2023 e tanti appassionati di post rock si erano domandati se questo non fosse l’annuncio del tour di congedo dalle scene della band. È occorso attendere tre mesi per poter tirare un sospiro di sollievo: il 17 luglio 2023 gli Explosions In The Sky annunciano il loro ottavo album intitolato, per l’appunto, End; il primo lavoro in studio dopo sette anni di silenzio.
Torniamo all’11 agostro 2024, a Cesena
Sono le 21.30 circa quando Mark, Michael, Munaf ed Andy prendono possesso del palco accompagnati dal turnista Jay Demko (quest’ultimo a occupare curiosamente la postazione centrale del palco).
Nell’appicciosa e umida serata d’agosto l’afa è lenita da quel minimo di altezza alla quale si erge la fortezza commissionata da Galeotto Malatesta nel 1380. La location è di quelle intime, raccolte e si sposa dunque bene con il genotipo del post rock. Anche il pubblico fa la sua parte non ammassandosi in quell’unico blocco informe di persone che caratterizza tanti concerti.
Una lenta vibrazione
Il compianto Bill Hicks diceva che tutta la materia è condensata in una lenta vibrazione, che tutti noi siamo un’unica coscienza che si percepisce soggettivamente, che la vita è solo un sogno e che siamo solo l’immaginazione di noi stessi.
Ecco, questa è la sensazione che ci ha accompagnato nell’ora e venti (circa) di show degli Explosions In The Sky. Questa immagine calza come un guanto quando la sopracitata lenta vibrazione ci raggiunge dal palco con il pezzo di apertura, First Breath After Coma. Il brano in questione parte con una singola nota di chitarra lanciata nel vuoto della nebbia di borotalco, nella quale sono immersi i musicisti, incalzata poi dalla grancassa di batteria che rimanda al suono di un cuore pulsante. l suono di un cuore che prende a battere. Una buona parte della platea ha già gli occhi chiusi, raccolta nella propria intimità condivisa e tuttavia privata.
Uno stile riconoscibile
Che gli Explosions In The Sky siano un gruppo speciale nella categoria del post rock lo si capisce sin da subito. Ammesso e non concesso che esistano regole per un genere musicale possiamo affermare che la costruzione dei pezzi post rock segue quantomeno una struttura riconoscibile (di cui abbiamo già accennato in questo live report della data bolognese dei Mogwai). Con il brano di apertura, gli EITS, ci dimostrano che è possibile scardinare le strutture, facendoci immergere in un sogno anticlimatico dove si ha la sensazione di vuoto allo stomaco ogni qualvolta la canzone sembra dirigersi verso il crescendo, salvo essere riportata a un adagio, di volumi e ritmica, da far venire il mal di mare. Mal di mare che accogliamo però a braccia aperte, il cui unico “rigurgito” è un fragoroso applauso.
Chitarre all’unisono e suoni in equilibrio
Con l’inizio di Catastrophe and the Cure riusciamo a mettere a fuoco un altro elemento: il suono. Il suono di questo live è pazzesco, sciolto, mai impastato. In equilibrio. Ecco, l’aggettivo più centrato è equilibrio. Le tre chitarre elettriche sono come sospese su un filo immaginario di rincorsa incessante e funamboliche nell’esemble. Sono delicate nelle carezze regalate, prima di esplodere trascinate giù da quel filo che viene reciso a colpi di terzine di batteria – elemento centrale del vocabolario del gruppo.
Brani lunghi equivale a una scaletta breve
Loved Ones è il terzo brano, il primo tratto dall’ultimo album. Segue Yasmin The Light e Magic Hours, pezzo dai sapori elettronici nel quale i cinque, proprio come la coscienza collettiva di cui accennavamo poco sopra, si muovono completamente sincronizzati. Non c’è un attimo di pausa, così come non ci sarà un’encore. Si procede dritti con The Birth and Death of the Day, la classicissima ballad Your Hand In Mine, il pezzo aggressivo The Fight e l’immancabile chiusura di The Only Moment We Were Alone.
La notte di San Lorenzo cade il 10 di agosto. Il concerto è stato il giorno dopo ma ci ha regalato l’esplosione di una stella senza dover nemmeno alzare la testa. Una stella proveniente dal Texas.
Una stella che è ben lontana dalla propria fine.
a cura di
Illary Terenzi
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