Intervista a Bartolini: “Anche i momenti di TILT passano”

Intervista a Bartolini: “Anche i momenti di TILT passano”
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Bartolini, cantautore e polistrumentista che ha lasciato la Calabria per trasferirsi a Roma facendo tappa a Manchester, ha pubblicato venerdì 12 aprile il suo terzo album “TILT” (Carosello Records)

Il progetto di Bartolini è adulto e maturo, ma anche spensierato e verace, legato indissolubilmente alle influenze dell’alternative rock che hanno formato musicalmente l’artista durante la sua adolescenza. Un disco che si confronta con la vita adulta, gli affetti, le perdite, i cambiamenti e il senso di disorientamento che ne consegue, e segna la crescita personale e artistica di uno dei rappresentanti del nuovo cantautorato indie/rock che venerdì 24 maggio tornerà a esibirsi al festival MI AMI per la sua terza partecipazione solista.

Curiosi di scoprire di più? Leggete la nostra intervista a Bartolini!

1. Ciao Giuseppe, benvenuto su The Soundcheck! Prima di approfondire il tuo nuovo album Tilt”, raccontaci: come stai?

 Tiltato, my friend. Mi sento come Kid Cudi appena caduto dal palco del Coachella.

2. “Tilt” presenta nuove influenze, tra cui jangle e r&b. Questa domanda ci piace sempre farla: da cosa o da quali artisti hai tratto maggiore ispirazione in quest’ultimo periodo?

Voglio ripescare il mio Spotify Wrapped, aspetta…
Ecco: Mac Miller, Eyedress, Outkast, Lil Wayne e Dominic Fike. Loro sono gli artisti che più ho ascoltato lo scorso anno e inevitabilmente hanno impattato sull’album. Dominic e Mac Miller sono senza dubbio tra quelli che per sonorità, attitudine e mondo artistico sento molto vicini.

3. Come te anche io sono classe 1995 e riesco a capire perfettamente cosa significa essere cresciuti in bilico tra due generazioni, tra l’analogico e il digitale. Cosa apprezzi di più e cosa di meno di questi due mondi?

A volte mi sento disorientato, con addosso quella real shit di chi come me è nato a metà degli anni 90, ma che allo stesso tempo senza il digital non sarebbe niente. Purtroppo. 

L’impatto delle nuove tecnologie sulle relazioni umane è un tema enorme, fatto di luci ed ombre. 

La cover dell’album
4. «C’è un anno e mezzo di vita dietro questo disco, un ciclo che ha attraversato slanci creativi e dubbi profondi, battute d’arresto e ritorni di fiamma. Ma con questi si sono presentate anche paura, solitudine ed esaurimento. Da qui è stato TILT”: l’ansia che straripa di fronte alle scadenze, alle scelte difficili e alle crisi personali.» Sangiovanni è stato uno dei primi, giovanissimi artisti che ha (finalmente) sdoganato il tema della salute mentale degli artisti, decidendo di fermarsi. In modo simile, anche tu ti sei ritrovato a fare i conti con pressioni ed aspettative, cosa ha significato per te andare in Tilt” e cosa ti ha spronato a reagire?

Assolutamente sì, nel corso degli anni mi sono creato da solo delle aspettative inutili e purtroppo continuo a farlo. I social poi sono troppo tossici ed amplificano sovrastrutture insensate ed inesistenti. Sono contento che si parli di salute mentale in questo gioco maledetto. Il caso di Sangiovanni credo sia solo la punta dell’iceberg.

Di sicuro sono grato alle persone che mi sono state affianco e che mi hanno supportato e sopportano tuttora cercando di farmi vivere tutto in modo più leggero, a loro va questo disco.

5. Il brano Chicco” vede la partecipazione di Tripolare, in Bugia” ritroviamo Lil Kvneki (Psicologi). Com’è stato lavorare insieme e con quali altri artisti ti piacerebbe intraprendere nuove collaborazioni?

È sempre bello e stimolante lavorare con gli amici, mi sprona a dare il massimo.

La cosa che preferisco è che non ci vediamo quasi mai per fare musica e basta: Lil Kvneki è ormai un fratello e mi è stato tanto vicino nel processo creativo di questo disco, non ce l’avrei fatta senza di lui nell’ultimo anno.

6. Il fil rouge che lega i brani dell’album è il confronto/scontro con la vita adulta. Cosa speri di comunicare con questo disco a chi si è ritrovato davanti ai dubbi e le incertezze che inevitabilmente ci troviamo ad affrontare, in particolare nella nostra generazione?

Che la vita, come tante altre cose, è come un’elica. Ci sono fasi ascendenti e altre discendenti, noi stiamo proprio lì nel mezzo buttati a capire come muoverci. Ma sono, appunto, delle fasi. Anche i momenti di tilt passano per lasciare spazio a momenti migliori.

Grazie per le domande. Per condividere un momento bello, ci vediamo al MI AMI il 24 maggio, Palco Jack Daniel’s!

A cura di
Chiara Serri

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