Five Nights at Freddy’s – Un Nonhorror re dei botteghini

Five Nights at Freddy’s – Un Nonhorror re dei botteghini
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Uscito nelle sale italiane il 2 novembre, il film tratto dalla serie di videogame Five Nights at Freddy’s (FNAF per gli appassionati della serie) ha attratto su di se gli interessi dei videogiocatori e degli appassionati del genere horror sin dal primo trailer: sarà stato all’altezza delle aspettative?

Era maggio 2023 quando Universal Pictures distribuì il primo trailer di Five Nights at Freddy’s e per me, fan della serie videoludica, è subito cresciuto l’hype. Le prime immagini del film hanno suscitato quel sano interesse verso un film horror che sarebbe potuto diventare un assoluto successo.

Da quel momento l’attesa del film è stata scandita dalle notizie e dai trailer che uscivano sui social e la curiosità su come sarebbe stata sviluppata la storia, vista la Lore incredibile che è stata creata sulla serie, prendeva sempre più corpo in me.

Giunti finalmente all’ora dell’uscita del film solitamente coincisa col giovedì, vista la concomitanza con halloween, nelle sale italiane c’è stata un’anteprima nazionale il 31 ottobre. Una serata che ha portato in quasi tutte le sale moltissimo pubblico, visto l’interesse suscitato dalla pellicola.

Un lavoro facile facile

Non potendo presenziare all’anteprima del 31 ottobre ho dovuto aspettare il primo giorno di proiezione del film e, armato del mio fidato the al limone, mi sono presentato in sala con tante aspettative, prodotte da mesi di trailer e notizie, e con la convinzione di trovarmi davanti un vero horror, considerata la denominazione v.m.14.

La sala si riempie velocemente, l’età media è decisamente sotto la mia e questo si ripercuote sull’ordine e sul rumore in quell’ambiente che stranamente si fa piccolo piccolo, le luci si spengono e i trailer scorrono veloci. Tra spunti per il mio futuro cinematografico e una pubblicità, arriviamo ai titoli di testa del film. Finalmente c’è silenzio.

Prima scena: una guardia di sicurezza corre urlando, non capiamo da cosa stia scappando, ma lo possiamo facilmente intuire. Una volta catturata cerca di scappare, ma forse è troppo tardi: ecco il preludio perfetto per un film horror. La mia aspettativa aumenta ulteriormente ed è solo la prima scena.

Di li a poco conosciamo il protagonista del film: quel Mike Schmidt (Josh Hutcherson) che, per i fan della serie, è anche la guardia di sicurezza del primo FNAF, dando così il primo indizio sulla trama per coloro che hanno la conoscenza della Lore del videogioco.

Mike è un ragazzo con un forte trauma e questo lo porta a non avere un lavoro fisso. Assieme a lui vive la sua sorellina Abbie (Piper Rubio) di cui è anche il tutore, dato che i genitori non ci sono più. Perso l’ennesimo lavoro a causa dei suoi problemi, si trova dal consulente che gli offre un lavoro come guardiano notturno presso il Freddy Fazbear’s. Questo è l’inizio della sua storia e l’incipit per tutto quello che succederà.

Jump Scare dove sei?

Dopo una prima notte passata con relativa facilità, il nostro protagonista fa la conoscenza con Freddy, Bobby, Foxy e Chica, gli animatronici che anni prima erano assoluti protagonisti del locale, ormai chiuso da anni, per un non meglio precisato problema. Non ci vuole molto per scoprire che questi quattro personaggi vivono di vita propria e il motivo è sconcertante.

Nelle due ore di film, vissute tra qualche alto e molti bassi, arriviamo a scoprire tutti i segreti nascosti dal Freddy Fazbear’s. Segreti che anche chi non conosce i videogiochi o la sua Lore riesce a dedurre sin da subito, annullando tutto quell’effetto sorpresa che la storia pretendeva.

La paura non si respira mai e, mentre le scene si susseguono, si capisce come il simbolo della serie di videogiochi, il jump scare, sia quasi del tutto assente nel film. Un horror solo nell’idea ma non nella realizzazione, destinato a lasciare tutti i presenti in sala con quella sana delusione del vorrei, ma non posso.

Gli elementi per non rimanere delusi ci sarebbero tutti: il protagonista del primo FNAF, gli animatronici, il grande antagonista e le ambientazioni cupe ma, per quanto il film ci provi, vive di espedienti senza mai approfondire i personaggi o le motivazioni. Motivo per cui si sente quel senso di inconpiutezza che non appaga né i fan più accaniti, né gli appassionati di horror accorsi in sala.

A chi piace e a chi no

É indubbio che il film abbia delle mancanze e se visto solo come horror diventa una pellicola ampiamente insufficiente. Il problema è fuorviare il pubblico con il V.M.14 e con la pretesa di essere un film dell’orrore. L’espediente del jump scare, tanto caro alla serie di videogiochi e ai film horror moderni, è quasi del tutto assente e il “sangue” non appare quasi mai.

Forse è per questo che la critica americana ha duramente penalizzato il film. Ad oggi la valutazione su Rotten Tomatoes è molto contrastante. Da una parte gli esperti con un 29% di consensi, dall’altra il pubblico che, prendendo il film per un puro passatempo, ha dato una valutazione media dell’88%.

In questi numeri si legge quindi il successo al botteghino. La fanbase della serie è ampissima e l’hype attorno a questo film era alle stelle. Questo ha attirato moltissima gente in sala, permettendo alla pellicola di battere molti record, sia come horror con maggior incasso di questo 2023, sia come maggiore incasso di un film tratto da un videogioco, nonostante la decisa flessione di incassi già nella seconda settimana.

Per questo motivo è giusto fare una valutazione ulteriore per capire che in fondo il film non è così pessimo come si potrebbe pensare, ma solo se visto come una commedia dalle tinte horror e non come un horror puro. Superando questo ostacolo, diventa facile capire come possa aver avuto tanto successo.

Una commedia godibile, anche se a tratti lenta e scontata. Non il film che rimarrà nei nostri pensieri, ma quello fatto per passare due ore in compagnia senza nessuna pretesa. Il mio consiglio è di guardarlo senza l’illusione di trovarsi davanti a un capolavoro o all’horror dell’anno, ma semplicemente quello che è e non vi deluderà.

Piccolo spoiler: rimanete fino alla fine dei titoli di coda!

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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