“Here” – la recensione in anteprima del nuovo film di Robert Zemeckis

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Presentato all’AFI Fest lo scorso ottobre, il nuovo film del grande regista di Chicago sbarcherà nelle sale italiane oggi, giovedì 9 gennaio. Noi di The Soundcheck lo abbiamo visto in anteprima a Milano, e ve ne parliamo in questo articolo!

Tratto dall’omonima graphic novel di Richard McGuire su sceneggiatura dello stesso Zemeckis e di Eric Roth, Here è un’opera intima e delicata che riflette sull’esistenza umana e sul fluire inesorabile del tempo. Un tema, quest’ultimo, che scorre proprio come i trent’anni passati dal leggendario Forrest Gump, con la memorabile coppia formata da Tom Hanks e Robin Wright, ora di nuovo protagonisti in questo film.

Appuntamento al cinema a partire da oggi, 9 gennaio!

Un viaggio nel tempo attraverso un unico spazio

Dalla preistoria alla pandemia del Covid in una singola, eterna, inquadratura fissa. L’esplorazione di secoli di esistenze e trasformazioni umane osservando lo stesso punto nello spazio. Questo è Here, il nuovo film di Robert Zemeckis, autore che fin dagli esordi si è spesso messo alla prova nello sperimentare nuove ed audaci tecniche visive: basti pensare all’utilizzo pionieristico del motion control in Ritorno al futuro o al mix innovativo tra live-action e animazione di Chi ha incastrato Roger Rabbit, che avrebbe fatto proseliti negli anni a venire.

Here, unità di luogo ma non di tempo, che si dilata e si frammenta seguendo le vite degli individui che nel corso dei millenni hanno attraversato e abitato lo stesso, minuscolo, angolo di mondo.

Il fulcro della storia ruota attorno a Margaret (Robin Wright), Richard (Tom Hanks), e dei genitori di lui, Al (Paul Bettany) e Rose (Kelly Reilly). Dove prima era situata una palude adesso è sorta una casa, che Al e Rose acquistano nel 1945. L’uomo, veterano di guerra segnato dal disturbo post-traumatico, si rifugia nell’alcol e in un lavoro che detesta, ma che non abbandona per il timore di lasciare la famiglia in difficoltà.

Anche al figlio toccherà una sorte simile, rinunciando alle proprie ambizioni artistiche per un ruolo da impiegato in una compagnia di assicurazioni.

E la vita prosegue. Quella stessa vita che ogni giorno ti porta a scendere a compromessi, ricordandoti chi sei e chi avresti potuto essere se solo quei sogni non fossero rimasti nel cassetto, come dice malinconicamente Margaret il giorno del suo cinquantesimo compleanno.

Un soggiorno con sguardo sul mondo

“Puoi anche passare il resto della serata qui.”
“Posso passare il resto della vita qui.”

Richard e Margaret, “Here”, 2024

Il film è pervaso da una dolce tristezza, puntellato allo stesso tempo da momenti di autentica gioia, speranza, condivisione e amore sincero.

La storyline della coppia Hanks-Wright non è però la sola a riempire lo schermo, o meglio il soggiorno di questa casa, la vera protagonista del film. Ci sono anche Pauline (Michelle Dockery) e John (Gwilym Lee), che la abitano a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Leo (David Fynn) e Stella (Ophelia Lovibond) occupano l’abitazione per due decenni a partire dagli anni ‘20. I due rappresentano la parte comic-relief del film, amanti spensierati per cui ogni occasione è buona per festeggiare la vita (e il fatto di non avere figli). 

Più vicini al nostro presente sono Devon (Nicholas Pinnock), Helen (Nikki Amuka-Bird) e il loro figlio Justin (Cache Vanderpuye), una famiglia afroamericano che affronta sulla propria pelle le difficoltà della crisi immobiliare statunitense prima, e del covid poi.

I racconti ‘familiari’ si intrecciano ad eventi storici con la S maiuscola: la vita coloniale, episodi della Guerra d’Indipendenza, Benjamin Franklin, ed un tempo in cui la terra era ancora da conquistare e la casa non esisteva.

Uno sguardo d’autore

Robert Zemeckis osserva tutto e tutti con uno sguardo empatico e distaccato allo stesso tempo, incastonando e sovrapponendo le diverse linee narrative attraverso rettangoli che si aprono e si chiudono sullo schermo, donando vitalità e dinamismo ad un film che parte da un concetto di assoluta staticità. Ritagli di spazio e tempo dove ogni personaggio, indipendentemente dall’epoca in cui vive, porta con sé un bagaglio di sogni, speranze, paure e fallimenti.

Questo sguardo non giudica, ma accompagna, esplora e celebra l’umanità in tutte le sue sfumature, dal tragico al comico, dall’intimo all’universale. È il tempo a fluire inesorabile sotto i piedi di chi varca quelle quattro mura, uno spazio che a volte è rifugio e a volte prigione, un posto dove conoscersi, innamorarsi e dirsi addio. È il ritorno al futuro, presente e passato di un regista che da quel mitico 1984 non è mai sceso dalla sua DeLorean. 

Non perdete l’occasione di vivere questo viaggio nel tempo unico ed inaspettato. Here vi aspetta al cinema a partire da oggi, 9 gennaio!

a cura di
Alessandro Bertozzi

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