Il Conte di Montecristo viene riadattato per il piccolo schermo in questa nuova serie tv targata Rai e Palomar. Una storia che pone l’attenzione sul potere che soffoca, domina e riscrive il destino delle persone. In questo nuovo adattamento, in prima serata su Rai1 da lunedì 13 gennaio 2025, il potere è claustrofobico e implacabile ed intrappola il protagonista in una rete da cui sembra impossibile fuggire. Ma c’è speranza
La serie tv Il Conte di Montecristo, diretta dal danese Bille August (Palma d’oro 1988 e 1992; Oscar al miglior film internazionale nel 1988), trasforma il romanzo, che diventa uno specchio del presente. La storia narrata è sorprendentemente attuale, dove le emozioni, i conflitti e la sete di vendetta risuonano nelle scelte di ognuno di noi. Giusta o sbagliata, la vendetta diventa il filo conduttore di un racconto che parla di potere, tradimento e destino.
Trama
La vita sembra sorridere a Edmond Dantès (Sam Clafin): fresco di nomina a capitano del Pharaon, è in procinto di sposarsi con Mercedes, l’amore della sua vita. Non sa ancora di avere dei nemici che cospirano contro di lui accusandolo di essere un bonapartista. Dopo averlo arrestato, Villefort, il sostituto procuratore di Marsiglia, insabbia la verità per proteggere i propri interessi e ordina che Edmond sia rinchiuso nelle segrete del famigerato Castello d’If dove incontra l’Abate Faria, che da tempo sta scavando un tunnel sotterraneo per tentare la fuga, piomba nella sua cella.
Grazie a quello che diventa a tutti gli effetti un passaggio segreto, i due diventano amici e, dopo aver condiviso con Edmond il suo vasto sapere, l’Abate Faria gli rivela l’esatta ubicazione di un tesoro nascosto che, una volta liberi, sarà loro.
Purtroppo, però, gli scavi del nuovo tunnel si protraggono per altri cinque anni e la morte di Faria costringe Edmond a evadere da solo, cogliendo un’inaspettata opportunità. Finalmente libero, Edmond si dedica a quella che è la sua missione: vendicarsi di chi ha tramato per distruggergli la vita.

Ora i suoi tre nemici vivono a Parigi: Fernand è riuscito a sposare Mercedes, Danglars a diventare un ricco banchiere e Villefort a essere nominato procuratore capo. Nessuno, tranne Mercedes che sospetta della sua vera identità, riconosce in lui Edmond Dantès.
Al Conte non resta che insinuarsi nelle loro vite per annientarle, non con minacce o violenza ma con scaltrezza, sfruttando le loro debolezze e le nefandezze compiute per farli cadere, nella speranza di riconquistare Mercedes.
I suoi spietati atti di vendetta hanno un pesante prezzo per la serenità di Edmond, che può però contare sull’amore di Mercedes per ricominciare, finalmente, una nuova vita.
I personaggi al centro de Il Conte di Montecristo
Abbiamo parlato di potere, un potere corrotto, utilizzato nel peggiore dei modi, e claustrofobico dalle autorità. Nella serie c’è lo yin a questo yang: il cuore del potere sono le persone comuni.
“Senza la speranza saremmo persi”: questo scongiura di ascoltare ad Edmond nel profondo del proprio cuore l’Abate Faria, prigioniero numero 27 che erroneamente scava nella parte sbagliata del muro della cella per conoscere il suo destino. Salvare la vita in ogni modo in cui una vita può essere salvata del giovane Edmond.
L’Abate Faria (Jeremy Irons) era il precettore e segretario del conte Spada, arrestato nel 1811 per motivi politici e imprigionato nelle segrete del Castello d’If.
La sua personalità lo spinge a non rassegnarsi di fronte a nulla, ma di cogliere ciò che di piccolo una cella buia e desolata ha da offrire. Trasforma dei semplici oggetti in strumenti, fabbricandosi del filo da cucire, una lampada e persino una penna, fino ad arrivare a scavare un tunnel che dovrebbe portarlo fuori dalla prigione.
La vera magia qui è che il potere lo puoi trovare dentro di te: una forza che ti fa credere che tutto sia possibile.

E’ la luce in un momento buoi per Edmond, che non riusciva ad aggrapparsi più a nulla. Lo vede, lo ascolta e lo istruisce ad essere un uomo per bene, ricevendo in cambio pura amicizia e sostegno. Insegna ad Edmond la ricchezza, non solo relativa ai beni materiali.
Mercedes: l’amore salvifico
Mercedes è l’amore che non si accontenta, la quintessenza di un sentimento che sfida il tempo e il destino. Il suo cuore, anche quando le circostanze la portano lontano dall’uomo che ama, rimane sempre legato a lui da un filo invisibile e indissolubile.
L’amore che ci insegna questo personaggio è un amore che vive nonostante l’assenza, che si alimenta di fedeltà ai sentimenti più puri.

L’amore vero non pretende e non possiede, ma esiste per sé stesso. Mercedes insegna che l’autenticità di un sentimento non può essere intaccata né dal tempo né dall’assenza. Il cronografo regalato al suo amore ne è il simbolo più potente “così ogni volta che lo guarderai saprai da quanto tempo mi manchi”.
Fernand Mondego e Danglars: il lato oscuro dell’animo umano
La tragedia di Edmond Dantes nasce dall’avidità e dall’ambizione cieca di due uomini: Fernand Mondego, il cugino di Mercedes, e Danglars, il collega di nave. Entrambi spinti da passioni basse e grette (il desiderio di possedere una donna e l’avidità di denaro e potere), sacrificano senza esitazione, quasi come se fosse una goliardia la vita di un uomo innocente.
La loro cospirazione, nata da motivazioni in questo caso legate a un diverso tempo storico che ad oggi apparirebbero inutili e insignificanti, ci mostra quanto devastanti possano essere le azioni quando sono guidate dall’egoismo più meschino.
In un’epoca in cui la giustizia era un lusso riservato a pochi e la corruzione imperava, la vita di Dantes viene distrutta con una semplicità brutale.
Una serie moderna e universale
Il Conte di Montecristo rappresenta un adattamento moderno e ben riuscito del romanzo di Dumas. Pur non seguendone fedelmente i sentimenti e i moti dell’animo dei personaggi riesce a catturare e rendere propri l’essenza dei suoi temi universali.
Gli elementi della storia originale vengono abilmente riadattati ai nostri tempi, offrendo una prospettiva attuale sui pericoli del potere utilizzato per scopi egoistici e sulla fragilità della giustizia quando è manipolata da ragioni personali.
Le prime due puntate
Le prime due puntate di questa promettente serie TV hanno preparato lo spettatore a una storia di riscatto personale, gli hanno fatto indossare empaticamente i panni di un uomo derubato di ogni cosa addirittura della sua libertà di vivere e gli hanno permesso di immedesimarsi e chiedersi: cosa farei io? Nelle prossime puntate ci aspettiamo di lasciare alle spalle la claustrofobica ingiustizia di aver perso tutto e di assistere a una rivalsa che scalderà i cuori, evocando quel desiderio di giustizia e rivincita che risuona sempre potente nel mondo di oggi.
L’adattamento Rai, in onda dal 13 Gennaio, è un ben riuscito omaggio all’opera originale, ma anche una lezione moderna su valori eterni, ricordandoci quanto sia cruciale usare il potere con saggezza per evitare che il mondo diventi teatro di giustizie irreparabili.
a cura di
Michela Besacchi
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