Manuel Agnelli – Vox Club, Nonantola (Mo) – 16 dicembre 2022

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Manuel Agnelli con il suo tour invernale, che toccherà i principali club Italiani, ieri ha fatto tappa al Vox Club di Nonantola (Modena)

Un pugno nello stomaco che ti lascia senza fiato e con gli occhi spalancati, le orecchie continuano a fischiare e nella mente non riesci a mettere in ordine a quel continuo attorcigliarsi di pensieri, parole e suoni, mentre gli occhi faticano ad abituarsi alla normalità e nelle pupille lampeggiano ancora come fanali quelle luci gialle che a intermittenza abbagliano l’aria fredda di dicembre della bassa modenese proiettando le ombre delle due ore appena trascorse sotto al palco in giro per tutta la pianura padana. Manuel Agnelli è appena sceso dal palco del Vox, ma gli effetti sulle persone che per due ore sono state lì è ancora evidente uno stato di euforia e soddisfazione tipica del post-amplesso, non ci sono molte altre similitudini che possano rendere altrettanto bene il concetto.

Il Live

Manuel si porta dietro quattro musicisti incredibili, che in mezzo minuto fanno capire a tutti quanto questo progetto si spinga lontano dagli Afterhours. Quella che sembra una carezza spesso si trasforma in uno schiaffo e quando pensi che stia per arrivare il colpo di grazia il tono si addolcisce e ti riappoggia dolcemente al suolo dopo averti fatto volare: potenza, dinamica, tecnica. Gli ingredienti ci sono tutti per un grande show, di quelli senza fronzoli, quelli che non hanno bisogno di schermi giganti e ballerine, per intenderci.

I Little Pieces Of Marmalade fanno la doppia, prima scaldano la platea come open-act e poi attendono sul palco i loro commensali e lasciano il microfono al maestro di cerimonia del rock italiano. Incazzatissimo. La diga dell’attesa viene frantumata da uno tsunami sonoro dall’ultimo album: Severodonetsk, Signorina mani avanti e prima di riprendersi Agnelli inizia a roteare il microfono, frustando l’aria e i suoi leoni per l’attacco di Veleno che si fonde con Non si esce vivi dagli anni 80. Le chitarre di Frenkie entrano a gamba tesa con Bungee Jumping e Milano con la Peste.

Ormai si Vola

Qualcuno vorrebbe riprendere fiato, ma arriva Lo Sposo Sulla Torta a far cantare tutti senza tregua.

Beatrice Antonili passa da uno strumento all’altro facendolo quasi sembrare normale, con la sua carica pazzesca. Stessa cosa anche per Giacomo Rossetti che fa emettere suoni a catene e martelli.

Un attimo di silenzio, l’attesa che lascia presagire l’arrivo di qualcosa di magico, l’arpeggio di Quello che non c’è porta tutto il Vox in un lento viaggio verso gli inferi dell’anima fino ad incontrare il diavolo, che ti guida con una sola mano, dentro a Ballata per la mia piccola iena, e allora si che la “testa è così piena che non pensa più” fino a tuffarci nella La profondità degli abissi e non si fa in tempo ad alzare la testa che Proci spettina tutti: nemici e amici, ma come ci ricorda Manuel, “Amici un cazzo”.

Padania, Guerra e Pop Corn, Germi, Male di Miele, Ama il prossimo tuo come te stesso, volano via in un fiato, in una bolgia di mani alzate che ricorda quei dipinti rinascimentali che ritraggono le anime in cerca di grazia protratte verso un potere più alto.

La prima pausa dura un istante, o forse Tra mille anni mille anni fa, preludio a Non è per sempre e Bye Bye Bombay.

Un’altra pausa prima del gran finale che raggiunge vette altissime: Pam Pum Pam si tuffa in Voglio una pelle splendida, un pensiero superficiale come superficiali sono gli architetti di 1.9.9.6, ma non sono loro ad avere in mano la “città”, è ancora Manuel Agnelli che spara fortissimo su Dea, Lasciamo leccare l’adrenalina e Ci sono molti modi.

Un respiro profondo.Un check veloce alle principali funzioni vitali. Come mi chiamo? Dove Sono? Quanti anni ho? Grazie Manuel Agnelli