“La casa tra le onde”, un dramma troppo denso
“La casa tra le onde” è il nuovo film diretto da Hiroyasu Ishida per Colorido Studio
La trama
La casa tra le onde narra le vicende di un gruppo di bambini di circa 10 anni, e di come si relazionino con il sentimento della nostalgia ed il distacco del passato. La vicenda si volge all’interno di un vecchio palazzo che sta per essere demolito, ed a cui i protagonisti principali, Kosuke e Natsume, sono affezionati in quanto qui hanno vissuto la loro prima infanzia.
I due, che da piccoli erano molto legati, si trovano ora ad avere un rapporto conflittuale per via di alcuni eventi passati. Un giorno, insieme a dei loro amici, si ritrovano all’interno del vecchio edificio ormai fatiscente. Dopo pochi minuti vengono catapultati in una dimensione onirica, dove il palazzo si trasforma in imbarcazione, lontana dalla città ed alla deriva. I ragazzi dovranno trovare un modo per tornare a casa… ci riusciranno solo facendo i conti col passato.
Tutto e niente
In questo anime vengono messi sul piatto della bilancia veramente troppi elementi, nel tentativo di realizzare una storia su più livelli. I personaggi principali hanno una loro storia ben definita, mentre gli altri quattro amici risultano solo un contorno superfluo all’interno della vicenda. Nulla è chiaro. Il fantasma cui si accenna, che pare vivere all’interno dello stabile non è in realtà tale. Si tratta di un bambino/vegetale proveniente da un’altra dimensione, inserito nella storia col solo scopo di far riappacificare i protagonisti.
Il palazzo non è un palazzo, ma una barca capace anche di volare. Il sogno viene identificato come realtà per tutto il film, venendo poi spacciato a fine racconto (spoiler) come sogno dagli stessi protagonisti e lasciando un enorme punto di domanda. I bambini vengono trattati da adolescenti, hanno pensieri veramente pesanti per la loro età, nonché sentimenti precoci, che sembrano essere accennati.
I personaggi principali
Interessanti sono i caratteri dei protagonisti principali, analizzati molto bene dal punto di vista psicologico. Kosuke si trova ad interfacciarsi fin dalla tenera età con la nostalgia, i rimpianti e la morte. Anni prima infatti suo nonno venne a mancare, lasciando un profondo senso di vuoto nella vita del ragazzo. I rimpianti sono dovuti invece al rapporto conflittuale con la sua ex amica Natsume, con cui si riconcilierà durante lo svolgimento della vicenda.
Natsume è la protagonista femminile, una ragazza timida ed introversa, dipinta come la più coraggiosa del gruppo ma, ahimé, estremamente piagnona, si trova a fronteggiarsi con un senso di solitudine ed abbandono, che riuscirà a risanare in parte grazie al riavvicinamento di Kosuke.
I dialoghi
I dialoghi tra i due personaggi principali lasciano molto a desiderare ed in parte risultano estremamente ripetitivi. Il riferimento all’ambito calcistico viene fatto in qualsiasi interazione sia un po’ più seria. Come se l’aspetto sportivo fosse in realtà l’unico punto di unione tra i due, il fulcro della loro complicità. I caratteri di entrambi vengono tratteggiati come se si trattasse di adolescenti, i cui pensieri son più grandi della loro età.
Nonostante ciò, in forte contrapposizione con questo, vi è la mancata capacità di dialogo. Nessuno dei due personaggi sembra aver ancora capito le tempistiche tipiche della conversazione. (Spoiler) Il chiarimento, accadimento fondamentale per la narrazione, non è realmente tale. Si tratta, infatti, di due monologhi avvenuti in momenti distinti, che non hanno portato a nessun confronto effettivo. Uno sfogo esasperato, cui l’altro non risponde e si limita a rimanere interdetto.
La critica
Indubbiamente La casa tra le onde ha anche dei punti a suo favore, tra cui le grafiche e la trama, che sembrano essere molto interessanti e ben studiate. Dall’altra parte, però, il tutto è sviluppato in maniera troppo pesante. Sebbene il ritmo della narrazione sia in crescendo ed in costante sviluppo, questo non basta a rendere questo film anime un prodotto realmente soddisfacente.
A cura di
Marta Canu
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