Formula 1: i top e flop della stagione 2022

Formula 1: i top e flop della stagione 2022
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Con l’ultima gara di Abu Dhabi, si è conclusa ieri la stagione 2022 del Campionato Mondiale di Formula 1: i nostri top e flop nel pagellone di fine anno

È andato in scena ieri, alle 14:00 ore italiana, l’ultimo Gran Premio di questa stagione 2022 di Formula 1.
Il circuito di Yas Marina, ad Abu Dhabi, ha visto trionfare il campione del mondo Verstappen per la quindicesima volta (su 22 gare totali).

Ma se i due titoli mondiali (piloti e costruttori) erano assegnati già da tempo, la gara di ieri è stata importante per altri motivi: Charles Leclerc è riuscito a difendersi dalla rimonta di Sergio Perez, chiudendo al secondo posto nella classifica finale. Inoltre è stata l’ultima volta in sella ad una monoposto per Sebastian Vettel, che lascia il Circus della Formula 1 dopo 16 anni e 4 titoli mondiali vinti.

Con la stagione 2022 conclusa con i “donut” di Verstappen, Leclerc, Perez e Vettel sul rettilineo principale, e prima di pensare al prossimo anno (i primi test si terranno già nei prossimi giorni, proprio ad abu Dhabi), è tempo delle pagellone di fine stagione, per scoprire top e flop di questa annata di Formula 1.

TOP

Max Verstappen – 9

Chi, se non il campione del mondo, col voto più alto di tutti?
Non è un 10 perchè la brutta figura del Brasile, dove si rifiuta di restituire la posizione al compagno di squadra, macchia indelebilmente la sua immagine e una stagione pressochè perfetta.
Una macchina da guerra e un fenomeno nel gestire le gomme. Certamente aiutato dall’astronave che guida, ma le gare bisogna anche vincerle, e lui lo fa praticamente in ciabatte.

Red Bull – 9

Anche qui, il punteggio pieno non arriva per lo scandalo budget cap, ma hanno consegnato a Verstappen e Perez un missile: imprendibile sul dritto e miglior gestione delle gomme di tutto il Circus.
Dopo i problemi di affidabilità avuti nelle prime gare e subito risolti, hanno “messo le ali” e non ce n’è stato più per nessuno.

Sergio Perez – 8

Non è facile salire in macchina ogni domenica sapendo che, all’occorrenza, dovrai sacrificarti per aiutare il tuo compagno di squadra, ma il messicano svolge alla grande il proprio compito di gregario e forse, con un po’ più di egoismo (o magari semplicemente lo stesso che ha dimostrato Verstappen) sarebbe arrivato secondo nel campionato piloti.
Ciliegina sulla torta, porta a casa la vittoria più prestigiosa, quella a Monaco.

Charles Leclerc – 7

Con una grandissima gara chiude un campionato di luci e ombre. Troppo spesso ostacolato dalla sua stessa scuderia con strategie suicide e insensate, ci mette del suo nel bene e nel male, con grandi gare e grandi errori. Il talento c’è, ed è enorme, ma si lascia trasportare ancora troppo dall’istinto: deve imparare da Max la freddezza.
Che questo secondo posto finale non sia un punto di arrivo, ma una rampa di lancio per un 2023 finalmente da protagonista.

George Russell – 7

Finalmente riesce a vincere, e con pieno merito, il suo primo Gran Premio in Formula 1.
Costantemente davanti al suo compagno di squadra sia in qualifica che in gara, lo precede anche nella classifica finale.
Con lui, Leclerc, Verstappen e, dall’anno prossimo, Oscar Piastri, il futuro della F1 è al sicuro e pieno di talenti.

Sebastian Vettel – 10

Lo abbiamo odiato quando ci ha vinto in faccia quei 4 titoli mondiali in sella alla Red Bull. Lo abbiamo amato, tanto, e ci ha fatto sognare negli anni in cui ha indossato la tuta rossa della Ferrari.
Ci ha fomentato, quando ha scambiato i cartelli del primo e secondo posto con quello di Hamilton dopo essere stato costretto a cedere una vittoria per una penalità ingiusta.
E ieri la Formula 1 tutta gli ha reso il giusto tributo, nell’ultima gara della sua carriera.
Uno dei piloti più forti di tutti i tempi, e un uomo che negli ultimi anni ha usato la sua visibilità per promuovere importanti messaggi sociali, dai diritti civili alla lotta contro l’inquinamento.
Danke, Seb!

FLOP

Lewis Hamilton – 5

Certo, la macchina non lo aiuta, specie nelle prime gare, tanto da arrivare a far dire a Toto Wolf “ci spiace tu debba guidare questa cassa di merda”. Poi dopo la sosta e la regola sul porpoising le cose iniziano a cambiare e a migliorare, per Lewis e per la Mercedes, ma si vede che senza l’astronave che aveva negli anni passati la pacchia è finita.
Che sia forse stato un po’ troppo sopravvalutato, nonostante i 7 titoli mondiali vinti?

Mick Schumacher – 5

Per un 4 volte campione del mondo che dice addio alla Formula 1 c’è il figlio di un 7 volte campione del mondo che fa lo stesso (per ora).
Un inizio di stagione difficile, ma una seconda metà in crescita, in cui è arrivato quasi sempre davanti al compagno di squadra Magnussen.
Certo, probabilmente non ha il talento del padre (e chi ce l’ha?), ma vincendo il campionato di Formula 2 ha dimostrato di avere le carte in regola per stare in F1.
Meritava un po’ di fiducia in più e una macchina degna di questo nome, piuttosto che la Haas.
Speriamo che qualcuno torni a puntare su di lui nel 2024. E chissà che non sia proprio la Ferrari, per affiancarlo a Leclerc…

FIA – 4,5

Dopo i disastri dell’anno scorso era letteralmente impossibile poter fare di peggio.
Di strada da fare ce n’è e ancora tanta e i sospetti di aiuti ad una determinata squadra sono pesanti (si veda la difformità di giudizio su Perez a Singapore per la mancata penalità in regime di safety car e la “carezza” con cui è stata “punita” la Red Bull per aver sforato il budget cap 2021).
Per non parlare della clamorosa presenza di un trattore in pista in Giappone al momento del passaggio di Gasly, senza che vi fosse safety car.
Speriamo che il 2023 porti più uniformità di giudizio, meno situazioni pericolose e meno sospetti.

Ferrari – 3

Dopo la doppietta nella gara di apertura tutti avevamo già il titolo mondiale in tasca e sognavamo una stagione facile facile come quelle d’oro di Schumacher.
E invece ci ha pensato la Ferrari a mettersi i bastoni tra le ruote da sola, diventando un meme su ruote più che una scuderia.
Se la stagione 2023 inizierà con Binotto ancora al timone vorrà dire che ci aspetta un altro anno di dolori.
La colpa, va detto, è anche del management e di un John Elkann sempre assente nei momenti importanti, in cui andavano prese decisioni di svolta.
Luca Montezemolo non avrebbe mai permesso che certe figuracce passassero impunite.

a cura di
Andrea Giovannetti

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Andrea Giovannetti

Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

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