RPO: il Registro Pubblico delle opposizioni “apre” ai cellulari. Come fare, cosa sapere, per davvero

A oltre 10 anni dalla messa in funzione, il Registro Pubblico delle Opposizioni è arrivato ad una svolta: sarà davvero così? Una nuova ricostruzione esclusiva di The SoundCheck per orientarvi su novità, funzionamento, cose note e quello che ancora non sapevate
Se stiamo parlando di una svolta epocale, sarà il tempo a dirlo. Ad ogni modo, la modifica legislativa appena entrata in vigore ha già fatto parlare di sé. Con lo scopo di modificare incisivamente i rapporti tra noi cittadini e il multiforme, e a volte fin troppo intrusivo e molesto, mondo del Telemarketing.
Per capire che cosa sia il Registro Pubblico delle Opposizioni abbiamo bisogno di ripercorrere una serie di tappe. Il punto da cui partire è senza dubbio chiarire la sua natura. L’RPO viene indicato come un servizio pubblico e gratuito, anche se su questo punto ci sono aspetti, in genere poco “pubblicizzati”, da specificare.
Il Registro Pubblico delle Opposizioni voluto dall’Europa
L’RPO è uno degli strumenti introdotti, non solo in Italia ma in tutti i paesi dell’UE, da una normativa europea che ha da poco compiuto 20 anni, la Direttiva 2002/58/CE.
Una Direttiva UE non prevede, in genere, diritti o obblighi immediatamente applicabili per i cittadini, ma detta linee guida, principi e risultati da raggiungere, agli Stati Membri, che dovranno “tradurli” attraverso la produzione normativa nel proprio paese. Vincoli principali : il risultato prefissato e un tempo chiamato tecnicamente di adeguamento alla direttiva.
E noi italiani siamo stati per un lungo periodo il fanalino di coda: spesso in ritardo o fuori tempo massimo. Con due conseguenze, di non poco conto. Una negativa, sanzioni economiche applicate da mamma Europa. Una positiva: applicabilità diretta delle norme europee, almeno nei rapporti tra Stato ritardatario e cittadino (cc.dd. direttive self-executing).
Una questione di Privacy

il diritto alla privacy è in realtà qualcosa di più profondo e più ampio e complesso.
Tanto da campeggiare fin dal 1950 nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo come divieto di ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio del diritto alla propria libertà individuale e generale principio di libera determinazione nello svolgimento della propria personalità
La “questione” privacy a livello comunitario era stata affrontata da una ormai lontana Direttiva nel secolo scorso: la 95/46/CE. Scopi? Da un lato la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, dall’altro la libera circolazione dei dati. Anche a fini commerciali: perché le “informazioni” sono, da sempre, al tempo stesso, un vantaggio commerciale e una sorta di bene diffuso.
Qualche anno più tardi arriverà la Direttiva 2002/58/CE ricordata prima, che interviene specificamente sul tema della tutela della vita privata e del “trattamento” dei dati personali nel settore di quelle che vengono indicate come “comunicazioni elettroniche”.
Per farla breve, la nostra amata Italia si adegua, l’anno successivo, con il D.Lgs. 196/2003 che introduce il “Codice in materia di protezione dei dati personali”. E emana poi, nel 2009, la Legge Nr 166 che interviene su un aspetto specifico della questione. L’utilizzo più o meno selvaggio dei dati presenti negli elenchi telefonici pubblici da parte degli operatori commerciali tramite contatti telefonici (c.d. telemarketing).
La tensione corre sul filo…telefonico

A molti, si sa. E per tale via, hanno fatto, più o meno liberamente, ingresso nelle nostre case
i cc.dd. “dischi vendita” e le tecniche manipolatorie dai quali non ci siamo più liberati, checché legislazioni e codici di trattamento ne dicano
La vicenda dei famosi elenchi merita qualche riga in più. Il riferimento è a quelli della Telecom ex-Sip, il cui ultimo nome conosciuto è stato Pagine Bianche. Dei libroni enormi, che non avresti letto mai, neanche sotto tortura. Con quella carta velina che ti macchiava la punta delle dita e rilasciava nell’aria l’ordine caratteristico ma poco salutare di inchiostro di rotativa.
E che due volte l’anno, a riprova che non ci fossero già più le mezze stagioni, ti consegnavano a casa orde di ragazzi assunti a più vario titolo. Per anni, nel secolo scorso, erano uno strumento indispensabile per collegarci con gli altri tramite il filo. Per altrettanti anni, sotto sotto, hanno giocato la parte di sponsor occulto e sotto mentite spoglie, delle più blasonate Yellow Pages, le Pagine Gialle a vocazione pubblicitaria.

Il brutto caso della “truffa” degli elenchi
Oramai 6 anni e mezzo fa, il Gazzettino.it rievocava la liturgia della consegna di elenchi ormai alleggeriti da numeri di telefoni fissi sostituiti nel cuore degli italiani da utenze cellulari più a buon mercato e sempre a portata d’orecchio. E ne parlava in termini di spreco: di carta, di androni di palazzi, di denaro. Con un accenno un po’ troppo timido e vago alla pratica ancora in uso di addebitare in bolletta il relativo costo.
Sdoganata solo come una delle, speriamo, ultime “bravate” della Telecom, Federconsumatori ci spiega non solo come si possa rinunciare al servizio (sì, ma sappiate che esiste tutta una storia sui leggendari fax della Telecom andati perduti). Ma che si possa richiedere, con il loro intervento, il rimborso di quanto indebitamente…addebitato, su una bolletta da sempre croce e delizia dell’utente.

Non perdete l’articolo (https://bologna.federconsumatorier.it/tim-ti-addebita-il-costo-degli-elenchi-ecco-come-disdire/) in cui si parla della rinuncia agli elenchi e le sezioni relative ai protocolli di conciliazione presenti sul portale nazionale https://www.federconsumatori.it/conciliazioni/
Il Registro Pubblico delle “liste commerciali”
Ed è qui che arriva il nostro RPO, Registro Pubblico delle Opposizioni, istituito nel 2010 e operativo dall’anno successivo. Ma che cosa è nella realtà e come funziona? Progettato dal MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, è gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni, un organismo di diritto pubblico che si occupa di ricerca e servizi per la PA in ambito ICT (Information and Communication Technologies), le tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione.
Dal lato del cittadino, consente, in maniera gratuita, di registrare le opposizioni al ricevimento di contatti diretti e comunicazioni commerciali sui propri recapiti. Dal lato delle aziende, fornisce servizi a pagamento per la consultazione delle opposizioni rilasciate.
Una privacy a pagamento…ma di chi?
Perché quello che non si dice praticamente quasi mai è proprio questo: nell’ottica di preservare la nostra privacy, è stato creato un mercato, complesso e parallelo, di liste di soggetti contattabili e di aziende che su tali liste lavorano e che tali liste cedono a pagamento, con corredo di sistemi automatici di chiamata…e tecniche di vendita le più al passo con i tempi, veloci e cinici, che oggi viviamo.
Una passeggiata nel pazzo mondo delle “call”
O meglio dei “call“: i famigerati call center. Strumento di promozione, vendita e, purtroppo, si può dire ormai oggi, di assistenza ai clienti, i centri sono il punto nodale (e lo snodo ferale e funesto) di un rapporto tra l’utente e le grandi aziende che non vedrà probabilmente più un ritorno.
Se ne esistono, anche in Italia, dagli anni ’60, è con il periodo ’80-’90 che hanno assunto la caratteristica (deteriore) attuale. Open space con cubicoli o semplici divisori che ospitano postazioni tecnologiche (un video, tastiera e mouse, una cuffia nella testa, un orologio e risultati prefissati dritti davanti agli occhi). Orari di lavoro a turno, contratti che si insinuano il più possibile nelle maglie della normativa giuslavoristica nostrana. Con contorno di frasi motivazionali.
Resistenza al cambiamento e comfort zone forgiate come armi
Non sono frasi fatte, o citazioni qualunquiste, di una pentita del cubicolo. Queste sono le riflessioni di almeno un paio di decenni di formazione e coaching coltivati e messi a frutto nell’opera di una crescita personale e lavorativa che ha fatto a meno, e per scelta, del celebre slogan “Tu non devi essere il problema, ma la soluzione”.
L’esperienza economica, sulla scia di quelle pratiche, ci ha poi raccontato, infatti, di settori anche strategici esternalizzati dalle aziende a favore di cooperative e a danno della qualità, sia per i lavoratori sia per gli utenti. Fino alla “moda” del momento: chiami il servizio clienti del tuo gestore, e ti risponde un illustre “qualcuno” dall’altro capo del mondo, niente più che un numero tu, un numero lui.
un ritratto maturo, lucidamente cinico e affatto banale, di un “mondo del lavoro” orientato ad un successo effimero e per lo più predatorio.
Registro Pubblico delle Opposizioni ieri
I campi di intervento del RPO sono stati, da principio, le linee telefoniche fisse e c.d. residenziali (cioè del privato cittadino). Successivamente, ma con un successo assai dubbio, si è prevista l’opposizione anche per le aziende e i soggetti professionali. Dal 2019, il registro ha aperto anche agli indirizzi di posta tradizionale, comunque presenti negli elenchi pubblici.
Le pratiche non autorizzate sono l’invio di materiale pubblicitario, la vendita diretta, la comunicazione commerciale ma anche il compimento di ricerche di mercato e la c.d. profilazione (l’elaborazione dei dati relativi a uno o più clienti o utenti, allo scopo di suddividerli in gruppi omogenei in base a gusti, interessi e comportamenti).
Registro Pubblico delle Opposizioni oggi o meglio domani
Le novità di oggi sono sicuramente state influenzate dall’entrata in vigore, il 25 Maggio 2018, ad un anno dalla sua emanazione, del GDPR, General data protection regulation, il regolamento europeo 2016/679, immediatamente applicabile negli Stati senza necessità di adeguamento o trasfusione in norme nazionali.
Il “nuovo” RPO apre alle opposizioni per le numerazioni cellulari e più in generale per tutti i numeri fissi, prescindendo dalla presenza su elenchi pubblicati. Per la pubblicità cartacea, invece, resta la condizione della presenza sugli elenchi.
Una volta fatta la richiesta, trascorrono massimo 15 giorni perché divenga operativa. Ciò significherà, per gli operatori del telemarketing, una validità delle liste per due settimane. Aggiornate con decreto a firma MISE anche le nuove tariffe per la verifica e consultazione. Con un abbattimento dei costi del servizio, al vaglio della Corte dei Conti: un ventesimo rispetto a prima.
Opposizioni dei primi giorni in numeri e problemi tecnici
Adesione giudicata record e qualche piccolo intoppo. Gli iscritti al 31 Luglio erano 1,2 Mln, con oltre 30.000 indirizzi terrestri inseriti nella relativa sezione. Per i telefoni, la conferma che si “riferiscano” all’effettivo intestatario viene fatta effettuando una chiamata allo 06 42986411.
Come iscriversi: le modalità a tua disposizione
Ecco le modalità a nostra disposizione.
1) Tramite web, sul portale https://registrodelleopposizioni.it/cittadino/
2) Tramite telefono, chiamando il Nr Verde 800 957 766 dai fissi e lo 06 42986411 dai cellulari
3) Tramite posta elettronica inviando il modulo disponibile sul sito all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it
Validità delle iscrizioni
L’inserimento di un’utenza sul Registro Pubblico delle Opposizioni può funzionare come sistema one shot: un colpo solo e una volta per tutte. Prevale infatti su eventuali consensi dati in precedenza. Occorrerà prestare attenzione alle sottoscrizioni future, anche online, di nuovi consensi (occhio a campagne promozionali, tessere raccolta punti, scontistica e fidelizzazione, utilizzati anche dall’Amministrazione Finanziaria in ambito di redditometro e verifiche fiscali).
Le opposizioni funzionano sia con le chiamate da operatore sia con quelle automatizzate (cc.dd. robocall).
Multe salate per i trasgressori: sanzioni amministrative pecuniarie fino a € 20Mln o per le imprese, fino al 4 % del Fatturato Mondiale totale annuo dell’esercizio precedente, se superiore.
Per concludere
Una modifica legislativa gradita e a favore dell’utente, soprattutto in un anno in cui ci si avvicinerà al passaggio definitivo ed obbligatorio del 10 Gennaio 2024 al c.d. “mercato libero” dell’energia. Beneficio indiretto ed inaspettato: gli operatori di telemarketing sembrano aver optato per un fermo alle telefonate nei giorni che hanno preceduto l’entrata in vigore delle nuove norme.
E tra qualche giorno le nuove opposizioni inserite saranno efficaci: con buona pace della (parte più conosciuta della) nostra privacy!
a cura di
Silvia Morghen Di Domenico