Kaufman: scopriamo cosa si cela dietro “Siddharta”

Kaufman: scopriamo cosa si cela dietro “Siddharta”
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Nuovo singolo per la band che non si è mai fermata nello scrivere nuovo materiale. Li abbiamo intervistati per voi

I Kaufman sono Lorenzo Lombardi, Alessandro Micheli, Matteo Cozza e Simone Gelmini. Vivono tra Brescia, Bergamo e Verona e fanno un indie-pop.

Un po’ di storia

Il gruppo, che prende il nome dal noto comico e attore Andy Kaufman, il 5 maggio 2007 pubblica il primo album Modern Sprawl. Nel 2009 esce sotto l’etichetta Mizar Records il secondo disco dal titolo Interstellar College Radio.

Nel 2011 esce Magnolia, il loro terzo lavoro in studio pubblicato per le etichette Mizar/Penthar Music. Il 14 ottobre 2014 pubblicano il loro quarto disco per l’etichetta Irma Records, chiamato Le tempeste che abbiamo, prodotto da Alessandro Raina, seguito da una tournée e vengono premiati al Keep On Live come una delle cinque migliori rivelazioni live dell’anno.

Il 18 maggio 2017 esce il singolo Robert Smith. Il 10 novembre 2017 pubblicano sotto l’etichetta INRI il loro quinto album in studio intitolato Belmondo, prodotto da Alessandro Raina e Luca Serpenti e anticipato dal singolo L’età difficile; dal 27 ottobre in seguito alla pubblicazione dell’album intraprendono un tour a livello nazionale.

Il 14 settembre 2018 pubblicano per l’etichetta Universal Music/INRI il singolo La vita su Marte. Il 10 giugno esce il singolo Alain Delon, seguito il 20 novembre 2019 dal singolo Mi Piace Chopin.

Lorenzo nel frattempo si dedica anche all’attività di autore scrivendo tra gli altri per Luca Carboni, Marianne Mirage, e Max Gazzè. Il 15 Ottobre esce Parkour (Lato A) con i singoli Trigonometria (feat Legno) e Judo (feat Cimini) con la produzione di Dade.

Ora, con l’uscita di Siddharta, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con Lorenzo Kaufman.

Ciao ragazzi! Cosa porta di nuovo “Siddharta” nel panorama musicale attuale?

Direi, autocitandola, “un pezzo di primavera”. A parte tutto credo sia un pezzo alla Kaufman, che parla di amore, con un velo di malinconia ma anche una spruzzata di freschezza per queste giornate di sole e per questi concerti dove torniamo dopo un sacco di tempo.

Il vostro genere, l’indie-pop, è diventato uno dei più ascoltati e amati in Italia. Una nuova moda o qualcosa di più?

Secondo me qualcosa di più. È un’attitudine che racconta una generazione e che a poco a poco ha permeato ogni ambito musicale e non solo. Ha condizionato il linguaggio, il modo di porsi, la musica di ogni ambito (pensa a quanti cantanti indie sono diventati autori per canzoni mainstream).

Ci sono molti riferimenti a personaggi noti, da Spider-man a Mirò, come prendete ispirazione per le similitudini nei vostri pezzi?

È una caratteristica che mi accompagna, nella scrittura, fin dalle mie prime canzoni. In parte mutuata dall’hip hop, in parte da un’attitudine postmoderna. Si racconta una storia e si cerca di puntellarla con i riferimenti culturali o sociologici di riferimento. In questo modo si crea un linguaggio comune, identificativo direi.

Siddharta” sembra parlare di due persone molto diverse, apparentemente incompatibili. È una storia che si ricorda col sorriso o che parla solo della malinconia che lascia un amore finito?

Beh, l’idea è comunque l’ironia. Sono due persone incompatibili, è vero. Ma quante volte abbiamo relazioni con persone incompatibili a noi? È il bello e il brutto, anzi, il dolce e l’amaro (per dirla alla Saffo) dei sentimenti d’amore, no? Si è attratti e poi ci si respinge e a volte lo si fa contemporaneamente. Non si riesce a razionalizzare.

Come si graffia un cuore “senza fare rumore”?

Ah beh, secondo me è molto facile. Come quando graffi ogni cosa, mica senti il rumore eh. Ti accorgi del male che fa soltanto dopo un po’ di tempo.

Questa canzone trasmette molta calma, proprio come Siddharta. Qual è il miglior momento per ascoltarla?

Forse la mattina, o all’aperitivo. Certamente durante un viaggio in auto o in treno. Molto probabilmente anche in viaggio spaziale.

Tre gin tonic equivalgono circa ad un negroni. In una relazione è più importante voler raggiungere con lo stesso modus operandi obiettivi diversi o voler raggiungere lo stesso obiettivo con un diverso modus operandi?

Questa è una domanda bellissima ma difficilissima. Daniel Pennac, in uno dei suoi libri di Malaussène poneva la domanda così: l’amore è due persone che si guardano negli occhi oppure due persone che, tenendosi per mano, guardano entrambe nella stessa direzione? Quello che so è che o prendi un negroni o prendi 3 gin tonic. Che è un po’ come Beatles o Rolling Stones. È un fatto di scelta di vita.

Cosa lascia più malinconia di un lunedì in cui piove?

Quasi niente. Forse solo gli analcolici.

Ci sono cuori sbiaditi che vi ricordano qualcuno?

Sono i cuori che disegniamo sui vetri appannati dei finestrini della auto parcheggiati da qualche parte. Sono bellissimi ma sai che il giorno dopo, spesso, non esistono più.

È così brutto essere Peter Parker invece di Spider-man?

Ah, per me no. Devi dirlo a Lei. È lei che desidera Spiderman quando ha davanti Peter Parker e non si accorge che sono la stessa persona. Non è la quintessenza dell’incompatibilità? E del fallimento della comunicazione?

Se aveste la possibilità di cambiare il nome del gruppo, come vi chiamereste?

Mmmmh, Nirvana? C’è già? Allora Siddharta.

a cura di
Giada Viscido

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