I Supersonic Bus e il loro Ep, un viaggio nel rock

I Supersonic Bus e il loro Ep, un viaggio nel rock
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I Supersonic Bus, band emergente veneta, hanno presentato questo marzo il loro primo Ep. I brani che compongono l’inedito lavoro del gruppo manifestano un grande desiderio di raccontarsi tramite sonorità rock.

Una band proveniente dal Veneto si affaccia nel panomarama emergente musicale italiano. Questa risponde al nome di Supersonic Bus. I singoli componenti del gruppo hanno fatto convergere le loro diverse influenze in un unico interessante progetto. I Supersonic Bus sono composti da Andrea Basso, Giacomo Piatto, Damiano Bizzotto e Cristiano Dionello ed esordiscono nella musica emergente con l’omonimo Ep.

La band veneta ha anticipato il rilascio del loro primo lavoro con il singolo “Bomb in the Meadow”, presentato in anteprima insieme al suo videoclip. I Supersonic Bus, grazie a questo brano, si dimostrano assoluti portavoce di ritmicità rock, ritrovando nei potenti assoli di chiatarra una caratteristica perfetta dell’esplosiva indole del gruppo.

L’intensità di “Bomb in the meadow”

Il singolo è un potente capofila per i brani successivi, un’onesta combinazione tra rumore e intensità drammatica. Di fatti, “Bomb in the Meadow” sembra essere il pezzo più profondo di tutto il loro progetto: un’intima riflessione sul nostro personale posto nel mondo. La canzone è il racconto introspettivo sul valore della vita di ognuno rispetto alla grandiosità e alla magnificenza della terra.

L’esistenza scorre rendendoci protagonisti di eventi ora tragici ora sereni. La consapevolezza di non essere totali padroni del proprio destino lascia l’essere umano in un perenne stato di precarietà. La terra, lo spazio ed il tempo esistono da prima di noi ed esisteranno dopo il nostro passaggio su questo pianeta. “Bomb in the Meadow” vuole guidare l’ascoltatore verso la realizzazione che nonostante l’insignificante incidenza dell’uomo in relazione al mondo, ognuno di noi vive e porta con sé un lascito.

“Bomb in the Meadow”, in questo, si presenta come un’esaltante via di mezzo tra un canto malinconico e un grido solidale per la condizione di instabilità comune a tutti noi. Questo constrasto tra forza collettiva ed inevitabile solitudine si riversa anche nelle sonorità. Queste ultime si palesano come energiche espressioni del rock più puro e motivi orecchiabili trascinati.

La diversa natura dell’amore per “Love of my life” e “Wake me up”

L’Ep “Superson Bus” è composto da altri quattro brani, caratterizzati da diverse esperienze sonore che si incontrano per creare un manifesto rock. Giacomo (chitarrista) e Cristiano (batterista), membri fondatori del gruppo, hanno favorito l’incontro delle loro influenze rock più classiche con quelle elettroniche di Andrea Basso (cantante e tastierista). Il risultato è la creazione di un sound innovativo che ricorda per certi versi il beat inglese, ma che, per altri, si rinnova grazie un inevitabile ascendente italiano.

“Love of my Life” è il primo brano scritto dalla band veneta in cui si racconta la necessità di trovare una guida per una situazione estremamente precaria quale quella generata dalla pandemia. Il pezzo è una dichiarazione d’amore per coloro in grado di reggere il peso della difficoltà mentre il resto del mondo cade a pezzi. “Love of my life” urla il disperato bisogno di sentirsi amati attraverso gli assoli di chitarra e i beat incalzanti che portano gli ascoltatori verso l’ universo sonoro del progressive.

“Wake me up” non risparmia un intro ricco di virtuosi giri di chitarra che si combinano perfettamente con il sound del resto degli strumenti. Il basso riprede la tecnica slap in modo da conferire al brano una ritmicità quasi rivelatoria mentre la batteria risuona violenta per tutta la durata del pezzo. Nel testo i Supersonic Bus invocano l’aiuto della natura per dimenticare la persona amata e per far sì che il doloroso ricordo della sua perdita possa svanire per sempre.

Il filo sottile tra “Hallow Sky” e “Tomorrow”

Nel brano “Hallow Sky” l’amore è ancora al centro del discorso musicale. Questa volta, però, ci si aggrappa ai ricordi di un affetto passato per poter superare il dolore della rottura. Il brano trasporta il fruitore in un’atmosfera quasi onirica per poi catapultarlo violentemente in una dimensione potente e liberatoria. “Hallow Sky” invita a fare leva sulla propria forza emotiva nella speranza di rinascere in quanto essere nuovi.

Il sentimento di speranza che alberga in “Hallow Sky” si traforma in una situazione collettiva grazie al brano “Tomorrow (We will change us)”. Scritto tra la prima e la seconda ondata di coronavirus, la band veneta auspica un lieto fine per l’umanità dopo le sofferenze dovute alla pandemia. Un finale positivo in cui le differenze non saranno più motivo di divisione ma di assoluta coesione. Il brano è una ballad fluida e melodica che non rinuncia all’utilizzo di chitarre la cui natura vigorosa si fa simbolo sonoro di un incoraggiamento alla costruzione di un nuovo futuro insieme.

I Supersonic Bus, quindi, entrano a gamba tesa nello scenario emergente musicale italiano grazie ad una musica che strizza l’occhio a sound internazionale e musicalità senza tempo. Il gruppo vicentino, però, riesce a modernizzare il loro lavoro grazie a testi e tematiche che hanno una grande attinenza con l’attualità.

Insomma, la band ha acceso i motori del loro bus, ci ha caricati sopra ed è pronta a partire!

a cura di
Noemi Didonna

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